Chapter 2

2K 88 9
                                    

Mi vestii con dei jeans attillati, un maglione viola ed  una sciarpa con una fantasia floreale per evitare di rimanere del tutto senza voce: faceva freddo nonostante fossimo a Settebre e nonstante fossimo in California. In Texas, dove abitavo prima, a volte l'aria era così calda che iniziavi a sentire la pelle bruciare.
Arrivata davanti al grosso edificio parcheggiai la macchina di fianco ad una Jeep celeste e poi mi incamminai verso l'entrata della scuola. Appena aprii le porte un'orda di ragazzini e ragazzi di ogni età mi si presentò davanti agli occhi, cercavo disperatamente di chiedere a qualcuno dove fosse la direzione ma sembravo come invisibile. "È la porta in fondo" mi disse infine una ragazza alta con i capelli scuri e corti. "Grazie - le risposi-  Io mi chiamo Leila" aggiunsi infine sorridendo; una cosa che  avevo imparato era che il modo migliore di sopravvivere ad un trasloco era fare conoscenze il primo giorno di scuola. "Malia" disse lei ricambiando il sorriso e stringendomi la mano. Dopo averla salutata un'ultima volta, mi diressi in presidenza per chiedere il mio orario e dove fossero le classi e il direttore mi fece la gentile cortesia di accompagnarmi nell'aula della mia prima lezione: Storia.
"Scusi l'interruzione professore; lei è Leila Flowersun, è nuova" mi presentò alla classe e al professore dall'aria cinese-coreana che mi fece cenno di sedermi e mi ritrovai davanti a Malia che mi sorrise calorosamente.
Le ore passarono tranquille, il mio quaderno era pieno di disegni, ma comunque mi ricordavo la maggior parte delle cose che avevano spiegato i vari professori. Non essendo ancora andata al mio armadietto, appena suonò la campanella andai a posare i miei libri e il portapenne. Come codice decisi la data della morte dei miei, lo so che era triste ma qui nessuno sapeva che non avevo una famiglia e quindi era la sequenza più sicura. Comunque... aperto l'armadietto mi affrettai ad infilare dentro tutto a caso perché non volevo rimanere in piedi una volta arrivata in mensa.
Il pranzo era sempre la parte che più odiavo perchè la mia poca tolleranza verso gli esseri umani mi portava sempre a rimanere sola. Preso il cibo, infatti, mi guardai attorno decidendo poi di sedermi ad un tavolinetto rotondo in un angolo.
Presi uno dei libri che avevo trovato tra le cose vecchie di mia madre che avevo messo nella borsa, e cominciai a leggere: "una leggenda narra di umani-lupo dagli occhi brillanti. Ce ne sono di vari tipi: alpha, beta e omega sono i più conosciuti" rilessi il titolo e riposi il libro nella borsa, avrei continuato in autobus, era interessante ma non mi sembrava molto adatto mentre mangiavo. Quindi ripresi uno dei miei hobbie preferiti durante i pranzi che era guardare la gente e immaginarmi le loro vite. Erano quasi tutte fantastiche, senza problemi, niente a cui pensare... Probabilmente le immaginavo così perchè erano l'esatto contrario della mia. Fatto sta che quel pranzo fu diverso dal solito, la mia riflessione durò ben poco perchè Malia si diresse verso di me sempre sorridente e poi disse "Hei! Vuoi venire a sederti insieme ai miei amici?" Mi indicò il tavolo e, dopo aver constatato che lei non mi facesse più di tanto schifo, accettai; giusto per non rimanere sola.
"Allora... lui è Stiles, il mio ragazzo; Scott, il suo migliore amico, Lydia e Liam" avevano tutti un'aria strana però non mi dispiacevano. Dopo essermi presentata subito iniziarono a comportarsi come se già facessi parte del loro gruppo, e questo mi piaceva da morire.

Finita la scuola e dopo aver comprato i rulli e il colore per le pareti andai a casa. La cosa buona di non avere praticamente più mobili era che risparmiavo sui teli.
Misi la musica a tutto volume che dalle casse rimbombava per la casa vuota ed in un pomeriggio dipinsi praticamente tutta la parete est del soggiorno ed ora un beije chiaro rifletteva la luce del sole rendendo molto luminosa tutta la stanza. Il vecchio tavolo da pranzo era ancora sotto il lampadario che piaceva tanto a mia madre e le tende della finestrella erano tutte sfilacciate. Il tavolo in soggiorno, il lampadario e quasi tutta la cucina, più la mia camera da letto erano quasi intatti, certo è che rimanevano 6 camere da letto, la cantina e la soffitta.
A cena ero così stanca che non avevo neanche le forze di farmi da mangiare così ordinai una pizza che mangiai davanti al televisore che io e mio zio ci eravamo portati da Austin. Devo ammettere che il pavimento non era molto comodo ma era meglio di niente. Il fatto di non avere lampadine a disposizione o torce mi costrinse a mangiare e a muovermi per la casa a lume di candela,  tutto molto romantico se togliamo il fatto che avevo paura del buio e che ero sola in una casa davvero enorme.
Il letto era esattamente come lo ricordavo, probabilmente il materasso non era stato usato perché era comodo come quattro anni prima, così codomo che mi addormentai all'istante.

Verso le 3 di notte mi arrivò una chiamata da Malia "Ciao Leila, scusa se ti chiamo ora ma c'è una cosa che devo dirti, passa a scuola e ci troverai tutti lì poi ti portiamo in un posto" dopo un mio verso di assenso chiuse la chiamata e io mi alzai di malavoglia infilandomi il vestito e i collant che mi ero prepata per il giorno dopo. Presi le chiavi e, dopo aver chiuso casa partii.
"Un mocalatte alla cannella perfavore" chiesi alla gentile cameriera che si doveva subire il turno di notte; dopo essermi quasi addormentata avevo deciso di parcheggiare davanti allo Starbucks vicino a scuole e poi farmi il resto del tragitto a piedi.
Il calore del mio mocalatte si propagava nel mio corpo dandomi una sensazione di sollievo mentre pensavo al libro di mia madre. Avevo già sentito di licantropi e mostri simili, ma in quel libro c'erano davvero una miriade di esseri che non avevo mai neppure sentito nominare. Ero andata a dormire alle 2 per studiare quel libro e molti altri libri dello stesso genere che avevo preso in biblioteca. Avevo scoperto di avere molte cose in comune con i licantropi, spesso sentivo cose che gli altri non percepivano e avevo un olfatto molto sviluppato, tuttavia non mi ero mai trasformata neanche con la luna piena. Mi ricordo che i miei genitori una volta al mese se ne andavano con i miei fratelli e il cane lasciandomi sola con mia sorella piccola, non so dove andassero ma succedeva a ogni luna piena. Non avevo mai capito fino a quella sera, quando conobbi per davvero tutti gli amici di Malia e  non avrei mai pensato che mi sarebbe stata d'aiuto la conoscenza di quelle creature. 

Il girasole che girava al contrario. #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora