Chapter 31

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Ed eccoci qui.
A fare QUEL discorso che entrambi volevamo evitare. Il discorso pieno di parole non volute, ma decisamente pensate. Il discorso che definisce una relazione.
Avevo paura, ma che dico, ero TERRORIZZATA al pensiero che lui volesse finirla. Insomma ok, me n'ero andata io, ma era solo per farlo rodere un po'. L'ultima cosa che volevo era rinunciare a lui; ci avevo messo troppo tempo ad accettare il fatto che io provassi dei sentimenti, e QUEL discorso mi stava facendo salire il timore che fosse stato tutto inutile. Lui era cambiato tanto dalla prima volta che l'avevo visto ed io ero orgogliosa del fatto che almeno in parte era cambiato grazie a me.
"Ho fatto una cosa orribile Leila, non credere che non lo sappia. Sono stato scorretto con te e mi dispiace. Sinceramente non mi aspetto che tu mi perdoni, ma ti prego, non andartene. Tu sei la ragione per cui ho ricominciato a vivere; sembra che sia tu ad avere bisogno di me, ma la verita' e' che, da quando devo controllare che tu non impazzisca, in un certo senso non sono piu' impazzito neanche io. Mi hai illuminato la vita e se te ne dovessi andare rimarrei disperso nel buio. Dalla prima volta che ho sentito il battito del tuo cuore sei diventata una droga per me. - lo interruppi chiedendogli perche' allora era andato con Braeden - Stavo ripensando a tutto quello che hai dovuto passare, al fatto che non eri fuori ad aspettarmi quando sono uscito dall'ospedale. Ho pensato che avessi conosciuto un altro uomo e avevo bisogno di distrarmi. Braeden mi e' saltata addosso e io non sono riuscito a respingerla credendo che fosse l'unico modo per dimenticarti. Ma per tutto il tempo non ho fatto che pensare a te; a quanto il tuo tocco sia mille volte meglio del suo, ai nostri cuori sempre in sincrono, al fatto che mi basta stare con te e tutti i miei bisogni si annullano perche' tutto cio' che voglio sei tu. Tu sei l'unica cosa di cui avro' sempre bisogno, e non importa se dovro' aspettare ancora per averti, perche' sono sicuro che varra' la pena aspettare. Tu ne vali la pena." Ancora una volta era riuscito a lasciarmi senza parole. Il Derek che avevo conosciuto un anno prima non aveva niente a che fare con questo Derek. Questo qui era dolce, amabile e romantico. Tutti i muri che aveva creato per proteggersi erano crollati del tutto e io ne andavo maledettamente fiera.
"Avro' bisogno di tempo Derek. Per fidarmi di nuovo di te. Tu conosci la mia storia, meglio di chiunque altro, e sai che io non do' la mia fiducia a cani e porci. Non me ne andro', non ci riuscirei comunque se volessi, ma dovrai riacquistarti la mia fiducia. Penso che dovremmo prenderci una pausa - i suoi occhi si riempirono di lacrime e il mio cuore si spezzo', facevo davvero fatica a vederlo cosi' fragile - solo fino a che non mi fidero' di nuovo di te." Andai dietro ad un cespuglio trascinando lo zaino che avevo nascosto con dei vestiti e tornai umana. Mi avvicinai a Derek che aveva le guance rigate da poche lacrime, gli presi il viso tra le mani e lo baciai per fargli capire che lo amavo e che non sarebbe stato difficile per lui farsi perdonare da me. In fondo sapevo di averlo gia' perdonato, ma non gliela potevo far passare liscia. Lo lasciai nel bosco seguita da Makoon che continuava a farmi domande sulla nostra relazione.
La settimana la passai chiusa in casa. Stiles mangiava con me e Jordan quasi tutti i giorni. Mio cugino si rivelò esattamente come mi aspettavo: amabile e gentile con un senso del dovere decisamente sopra la norma. Per tutto il tempo si prese cura di me come se fossi stata di cristallo; mi svegliava ogni mattina con un caffé a letto senza prima aver preparato gli waffle e i pancake. Lo adoravo e, se non fosse stato mio cugino, probabilmente ci avrei fatto anche un pensierino. Derek non si fece vedere ed ero davvero contenta che avesse rispettato la mia richiesta di una pausa dandomi lo spazio che mi serviva per pensare. Avrei voluto correre da lui e urlargli che l'avevo perdonato, che lo rivolevo nella mia vita e che mi mancava da morire, ma la mia coscienza mi diceva che avrei dovuto aspettare ancora perché lui capisse che non avrebbe più dovuto farlo. In cambio Braeden era sparita dalla circolazione per fortuna (per lei); probabilmente se l'avessi incontrata l'avrei uccisa senza esclusione di colpi. Provavo un forte, fortissimo, quasi insopportabile odio verso di lei, tutto ciò che desideravo nei suoi confronti era che finisse sotto un autobus o, meglio, sulle rotaie di un treno in arrivo. Sapevo che erano pensieri meschini, ma per colpa sua dovevo stare lontana da Derek, io che finalmente avevo deciso di concedermi a lui. Brutta strega. Comunque per il resto non stavo così male in pigiama tutto il giorno passando dal letto al divano e dal divano al letto.
Senza che me ne accorgessi passai così un'altra settimana. In cui capii che stare lontana da Derek non mi faceva un granché bene. Sembravo una barbona oramai e Jordan non perdeva parole per farmelo capire. Poveretto probabilmente me lo diceva per la sua salute. La mia stanza era un casino, con vestiti ovunque e coppe di gelato vuote sparse tra scrivania e letto. Almeno continuavo a lavarmi e verso la fine della seconda settimana avevo preso l'abitudine di andare a correre tutte le mattine con Lydia, giusto perché tutte quelle coppe di gelato iniziavano a farsi vedere tra maniglie dell'amore e cosce. Insomma, ok, non ero mai stata magrissima, ma la situazione stava degenerando.
Andai avanti così fino al martedì della terza settimana, giorno in cui questa cosa prese una svolta decisamente inaspettata.

Il girasole che girava al contrario. #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora