Chapter 3

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Appena arrivai a scuola i fari di una Jeep mi fecero segno di andare verso l'entrata dove trovai Malia intenta a parlare con Scott e Lydia. "Ciao" salutai ancora assonnata i tre ragazzi, loro si guardarono seri e poi mi portarono verso la Jeep facendomi accomodare sui sedili posteriori tra Malia e Lydia. Davanti c'erano Scott e Stiles, che guidava. "Allora.. ora ti portiamo da un nostro amico e lì ti dobbiamo spiegare un po' di cose che, se vuoi rimanere nel nostro gruppo, dovrai accettare" io annuii essendo già a conoscenza del loro segreto. I miei studi mi avevano fatto aprire gli occhi su molte cose e i loro comportamenti strani mi facevano dedurre molte cose.
Il viaggio fu silenzioso e alla fine arrivammo in un palazzo nel quale salimmo sull'ascensore per poi arrivare davanti ad un'enorme porta rotonda. Stiles la aprii ed un loft con una vista a dir poco stupefacente si presentò davanti a noi. "Derek siamo arrivati!" Urlò Scott facendo rimbombare la propria voce per il legno dell'appartamento. Entrammo e io mi diressi verso vetrate che davano sulla città ammirando la meravigliosa vista dei palazzi illuminati. "Lei è Leila. Malia l'ha conosciuta questa mattina e pensiamo che sia in grado di sopportare la verità" disse Scott a bassa voce. "Mh e perché l'avete portata qui? Cosa dovrei fare?" Rispose una voce grave, leggermente roca che mi fece tremare il petto. "Dovrai mostrarle ciò che non si spiega" disse infine Scott pensando che io non avessi sentito nulla. Ero ancora rivolta verso la vetrata quando Lydia venne verso di me chiedendomi di voltarmi. Quando mi girai due occhi verdi attirarono la mia attenzione; non avevo mai visto prima quel ragazzo alto e muscoloso, ma qualcosa in lui mi attirava con forza. Scott mi guardò facendomi segno di avvicinarmi e così feci. "Allora Leila, lui è Derek. Ci aiuterà a dirti ciò che non sai" guardai il presunto Derek studiando i suoi lineamenti e i suoi occhi. Non gli sorrisi perché l'attrazione che provavo fu sopraffatta da una sensazione di fastidio che mi impediva di essere cordiale. "Pensate di dirmi questo segreto o no?" Dissi scocciata dalla lunga attesa che mi facevano subire. "Noi non siamo persone normali, -iniziò- almeno non tutti; siamo... speciali" disse Scott cercando aiuto da Derek che rispose dopo aver alzato gli occhi al cielo:"Insomma siamo Lupi mannari e coyote e kitzune e banshee" aggiunse lui tagliando corto quasi tutto d'un fiato. Io guardai Scott sorridendo e avendo appena confermato le mie supposizioni. "Lo immaginavo. -dissi io guardando negli occhi Scott- Fin dall'inizio, quindi rilassati e non preoccuparti che non sono una cacciattice e non voglio uccidervi". Scott tiró un sospiro di sollievo ma guardandomi aggiunse: "Hai mai visto la trasformazione di un lupo?" Scossi la testa e lui guardò Derek che allontandandosi leggermente si voltò e poi una volta semi trasformato si girò guardando in basso impedendomi di vedere il colore delle iridi. Si mise davanti a me e poi alzó le palpebre guardandomi negli occhi. Il verde lasciò il posto ad un azzurro brillante quasi familiare. Lo fissai per tipo 3 minuti studiando il suo volto e tutte le trasformazioni che aveva subito. I suoi occhi mi sembravano davvero troppo familiari per essere solo un caso. Poi all'improvviso capii; il lupo nero nel bosco, aveva gli stessi occhi, lo stesso colore, lo stesso sguardo. "Tu.." dissi in preda al panico allontanandomi da lui. Lacrime cominciarono a rigarmi il viso riportando a galla ricordi che cercavo di rinchiudere nella mia mente. "Eri tu..." dissi ancora tra le lacrime. Nessuno capiva e Derek mi guardava con uno sguardo preoccupato. Mi sedetti per terra ancora in preda al panico. Erano passati quattro anni e quegli occhi erano ancora impressi nella mia mente.
"Leila che c'è?" Mi chiese Lydia avvicinandosi a me; io fissavo il pavimento cercando di capire. "Era lui, il lupo era lui" Lydia guardò Derek che le chiese cosa avessi detto e lei si alzò da me andando a riferire le mie parole. Da un momento all'altro i miei pensieri si spensero e cominciai a vedere tutto nero. Ero svenuta.

Dormii per quattro ore nelle quali sognai la notte nel bosco. Quando mi svegliai calde coperte ricropivano il mio corpo e un profumo di bosco, menta e liquirizia mi pervase i sensi. Aprii gli occhi e vidi Scott seduto e Derek che camminava avanti e indietro, poi mi vide e disse a Scott che ero sveglia. "Ti senti meglio?" Mi chiese lui chinandosi per essere alla mia stessa altezza. Annuii e mi alzai sedendomi a gambe incrociate. "Allora? Che cosa avrei mai fatto?" Mi chiese Derek con un tono che non fece altro che aumentare la mia irritazione verso di lui. "Davvero non ricordi?" Chiesi incredula ricevendo in risposta uno sguardo come per dire 'se mi ricordassi non te l'avrei chiesto' e io continuai sbuffando: "Quattro anni fa la mia famiglia è stata uccisa" lui mi interruppe "e io cosa centro?" Non gli diedi bada e continuai "Quattro anni fa la mia famiglia è stata uccisa e io sono scappata nel bosco, non mi ricordo niente se non di essermi addormentata su questa base di un tronco enorme. Ad un certo punto mi ricordo di un lupo nero che si è avvicinato e si è seduto davanti a me. Questo lupo aveva i tuoi stessi identici occhi: lo stesso colore, la stessa intensità. Non possono che essere i tuoi" finii non riuscendo a trattenere il suo sguardo. Fissava il letto come se si stesse ricordando qualcosa "la ragazza del nemeton" sussurrò infine quasi a se stesso. Io lo guardai capendo di aver ragione. Era lui il lupo. "Quindi ricordi?" Gli chiesi e lui annuì "bene perché mi hai rovinato la vita." Sbottai "e come avrei fatto scusa?" Chiese facendomi ridere "mi hanno presa per pazza quando avevo detto che un lupo nero si era seduto a guardarmi. E hanno continuato a darmi della pazza fino a che non ho detto di essermi sognata tutto. La gente non mi credeva, Derek, ho sognato i tuoi occhi ogni notte per quattro anni. Mi sono scervellata per capire come fosse possibile che un sogno fosse così reale. Stavano per chiudermi in manicomio e tu mi chiedi cosa avresti fatto?" Io mi ero alzata e tutto ciò che avevo represso per quattro anni cominciò a uscirmi come un fiume in piena. "Cosa ci posso fare io?! Ho cercato di aiutarti!" Non ci potevo credere. Davvero secondo lui mi aveva aiutato? "Ma sei stato fermo per sei ore a fissarmi! Sarebbe un aiuto? Beh graaazie allora mi hai davvero aiutato molto! Spero almeno che stare fermo per sei lunghe ore non ti abbia dato problemi alle chiappe!" Ero davvero furiosa. Lui mi faceva perdere le staffe qualunque cosa dicesse. Non ce la facevo davvero più e come se non bastasse aveva una faccia da ebete e da finto tonto che mi faceva abbassare davvero di tanto il mio livello di sopportazione. "Scott io me ne vado." Dissi secca infine senza degnare Derek di uno sguardo.

Ero così arrabbiata che non ci vedevo più. Non sapevo dove stessi andando ma le mie gambe camminavano da sole sull'alfalto illuminato dall'alba. L'aver dormito solo un'ora non aiutò la mia testa a rimanere concentrata e in batter d'occhio mi ritrovai stesa sull'alfasto con un gran mal di testa e con i sensi che piano piano abbandonavano il mio essere. Due fari furono l'ultima cosa che vidi.

Il girasole che girava al contrario. #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora