Chapter 11

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"Derek?" Dissi entrando nel loft. Lo vidi affacciarsi quasi sorpreso di vedermi. Alzai le buste della spesa "ho comprato le cose per questa sera" gli sorrisi dolcemente cercando di rompere l'imbarazzo creatosi. Andai in cucina per smistare la spesa mentre Derek mi raggiungeva. Sentivo i suoi passi avvicinarsi alla stanza in cui mi trovavo. Lo sentii avvicinarsi pericolosamente a me; sentivo la sua presenza dietro di me e ad ogni suo soffio di fiato mi toglieva un po' di respiro. Ero appicicata al bancone della cucina mentre lui si abbassava all'altezza del mio orecchio sussurrandomi "Qual'è il menù?" Per poi allontanarsi e lasciarmi respirare di nuovo. Mi accorsi di essere stata in apnea tutto il tempo. Era andato a curiosare nelle buste ma gli diedi un colpetto sulle mani. "Lo scoprirai. Ora fila. Io arrivo e iniziamo. Ho davvero un sacco di voglia di rendermi di nuovo ridicola" lo sentii sghignazzare mentre si allontanava. 'Mi farà impazzire quell'uomo' pensai.
 "Ok, Leila ora sarò io a dover sorprendere te. Devi fidarti dell'udito e dell'olfatto. Non vedrai nulla, ricordati il mio odore e senti le mie emozioni. Più è forte l'odore, più sono vicino. Riguardo all'udito devi stare attenta ad ogni singolo rumore che senti" mi strinse la fascia davanti agli occhi e poi mi posizionò davanti alla vetrata poi si allontanò. Che i giochi abbiano inizio.
Sentivo il suo inconfondibile profumo. Si confondeva con con un aroma di basilico proveniente dalla piantina che avevo comprato, ma era sempre ben distinto. I passi erano felpati e gli scricchiolii si diffondevano per il loft, cosa che mi confondeva. Sentivo il battito lento del suo cuore e il suo respiro regolare. D'improvviso mi sentii strattonare all'indietro a mi trovai per terra impossibilitata a muovermi perche' fermata dal corpo muscoloso di Derek. "Di nuovo." dissi alzandomi. purtroppo feci la stessa fine per tutte le altre dieci volte che lo provammo. "Derek non ci riesco. Un momento prima ti sento e dopo non ti sento piu' e io mi ritrovo per terra.  Sono troppo lenta" ero davvero seccata da quella situazione, non riuscivo a concentrarmi, non riuscivo a prevedere le sue mosse e mi ritrovavo con le chiappe a terra. "Ok, devi concentrarti su di me. -  mi alzo' il viso permettendomi di guardarlo negli occhi e io mi persi in quei smeraldi tanto da far cadere la benda che avevo in mano - Devi concentrarti su di me. - la sua voce era solo un soffio e il mio cuore era impazzito. - Io devo essere il centro del tuo mondo ok? - 'tu lo sei gia' Derek' pensai ma annuii soltanto troppo concentrata sulla sua lingua che bagnava le sue labbra - Devi pensare a me come un nemico, come un topo nella dispensa o una mosca in macchina. Sono una cosa fastidiosa che tu devi neutralizzare, ok? Devo essere il tuo peggior incubo. - annuii di nuovo ancora incapace di pronunciare una qualsiasi parola. Ci dividevano pochi centimetri e il mio respiro era quasi nullo - Allora? Cosa sono io Leila? Dimmelo." Non riuscivo a ragionare. I nostri nasi praticamente si toccavano e il suo ossigeno era ormai il mio. 'Sei l'amore che non pensavo di poter trovare' pensai ricacciando subito il pensiero indietro. Io non potevo amarlo; lui era il mio φαρμαχον (farmacon): veleno per il cuore, ma antidoto per l'anima.
"Sei una cosa fastidiosa che devo neutralizzare" dissi infine in un soffio. Eravamo ancora vicini e i suoi occhi verdi parevano sfocati per la troppa vicinanza cosi' chiusi i miei occhi marroni; non riuscivo piu' a sostenere quella sensazione cosi' mi allontanai, allontanandomi anche da cio' che piu' desideravo in quel momento.
"Ok. Ora lo rifacciamo e poi cambiamo esercizio". E questa volta ci riuscii. Prima che lui potesse buttarmi per l'ennesima volta per terra, mi scansai così a terra ci andò lui e io risi per la prima volta in tutto il pomeriggio. Mi guardò ancora seduto per terra e io non seppi decifrare quello sguardo. Sembrava di adorazione, ma non poteva essere e mi convisi che tutto ciò che vedevo nei suoi occhi che potesse dimostrare una qualche emozione per lui, non era altronche il riflesso dei miei sentimenti. Lui non provava niente per e io non avrei dovuto provare niente per lui.
"Ok brava. Ora cambiamo esercizio però perché il mio povero parquet rischia di ammaccarsi." Facemmo altri esercizi sempre per stimolare il mio udito e l'olfatto, riuscii in quasi tutti al primo tentativo e di ciò ero più che fiera. Poi verso le 7 smettemmo perché dovevo preparare la cena. Avevo pensato di fare un picnic nel salone che sarebbe stato illuminato solo da candele messe qua e là perché quella sera era la sera del risparmi e in tutto il mondo si dovevano usare candele. Niente luce elettrica. Questo diede un'aria un po' troppo romantica alla mia cena, ma non mi interessava perché lo facevo per una giusta causa. Per preparare tutto avevo mandato Derek fuori casa lasciandomi in santa pace a preparare tutto. Quando si illuminò la lucina che diceva che qualcuno era entrato, tutto era pronto e il mio carré di maiale cotto al latte con ananas e mais era praticamente pronto. Di primo avevo fatto una pasta con il sugo di mio nonno, me l'aveva insegnato poche settimane prima di essere ucciso e io non me l'ero mai dimenticato.
Ero ancora in cucina quando sentii entrare Derek. "Non è per essere romantici, sia chiaro, ma è per la serata dell'illuminami di meno. Non si può usare l'elettricità e quindi neanche la luce" gli urlai dalla cucina. Bloccai ciò che stavo facendo quando sentii una musica dolce provenire dal salone. Ok, questo sì che è romantico. Presi i piatti con la pasta e li portai nel salone vedendo Derek già seduto a terra. Si era cambiato, aveva i pantaloni beige e un maglioncino nero che gli risaltavano i muscoli definiti e che faceva risaltare il verde dei suoi bellissimi occhi. Quando mi vide con i piatti in mano le sue labbra si aprirono in un sorriso che mi tolse il fiato. Posai i piatti sulla tovaglia e iniziammo a mangiare in silenzio scambiandoci occhiate ogni tanto. Quando finimmo anche l'arrosto Derek si alzò senza dire una parola e si diresse verso lo stereo per poi cambiare canzone. Si voltò e i nostri occhi si incontrarono per l'ennesima volta, ma vidi una luce particolare, una scintilla. Si avvicinò con un sorriso che non riuscivo a capire. Mi porse la mano e ascoltando le note di quella dolce canzone capii: voleva ballare. Unii la mia mano alla sua e una scossa mi fece tremare. Lui aveva uno sguardo profondo che mi toglieva le parole. Mi avvicinò a lui stringendomi dai fianchi. Il suo tocco attento bruciava sulla mia pelle e il battito del mio cuore era accellerato. Ci muovevamo lentamente l'una nelle braccia dell'altro cullati dalla musica dei nostri cuori in sincrono; non mi sarei mai stancata di ascoltare quel suono. "Fix you" avvolgeva i nostri sentimenti, o magari soltanto i miei, ma comunque ci avvolgeva trasportsndoci in un mondo estraneo, ultraterreno. Tutte le preoccupazioni e i problemi erano scivolati via e mentre lo guardavo negli occhi l'unica cosa che riuscivo a provare era l'amore che provavo per lui e che non riuscivo più a nascondere. Ad un certo punto giurai di aver visto le sue pupille dilatarsi, quand'ero ancora stretta tra le sue braccia giurai di aver sentito il suo cuore accellerare e le sue iridi scurirsi mentre guardava le mie labbra strette tra i denti. La mia mente riusciva a formulare una sola frase: baciami. E così fu. Senza che me ne accorgessi le nostre labbra erano in contatto in un bacio casto, ma intenso. Le sue mani erano sul mio viso in modo da non lasciare che mi allontanassi e la sua lingua mi chiese l'accesso che io non negai. Iniziò così la danza delle nostre lingue insieme alla danza dei nostri cuori ammaccati; avevo donato il mio primo bacio a lui, alla persona che più odiavo fino a poche ore prima, al lupo per cui ero quasi diventata pazza, all'uomo a cui avevo salvato la vita e a colui che aveva salvato la mia.

La tregua prima della tempesta.

Il girasole che girava al contrario. #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora