Chapter 23

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"Cosa volete da me?" non sentivo l'impulso di dovermi trasformare, non sentivo le unghie perforarmi la pelle, non ero neanche particolarmente irritata. Semplicemente quella donna non mi piaceva e forse averla vista mi aveva dato la forza necessaria per imparare a controllarmi. "Vogliamo sapere i segreti della tua famiglia, e soprattutto vogliamo te. Sei il nostro più grande timore oltre il ragazzo alpha. E averti in pugno, mi da un certo senso di potere. Juan attaccala alla grata. -tornò con lo sguardo su di me- ora ci divertiamo".

"Io non lo so! Non sapevo neanche di essere un lupo, figuriamoci se so dov'è questo amuleto che cercate! Dio santo, sono due ore che mi state elettrizzando, non credete che se lo sapessi ve lo avrei già detto? Non è divertente stare qua sopra" non avevo più forze. Le scosse elettriche mi avevano tolto tutto. La mia voglia di combattere era ormai quasi nulla. Ero attaccata ad una grata di metallo alla quale erano attaccati dei fili elettrici che loro azionavano e spegnevano a loro piacimento. "Ok. Bene. Per ora basta. Ti lascio con il mio bel nipote, così hai qualcosa da ammirare. -si girò verso la porta- lui è Miguel. Miguel, lei è Leila. Falla sentire a suo agio". Un ragazzo poco piú grande di me entró nella stanza, e fui sorpresa di vedere che effettivamente era un bel giovane. Aveva la pelle scura e gli occhi marroni. I capelli erano corti e neri. Forse sarei riuscita a farmi aiutare da lui, non sembrava cattivo.
"Ciao" gli dissi e lui mi guardò "io davvero non ne so niente" aggiunsi sperando che il mio tono afflitto gli facesse pena "lo so" la sua voce calda mi fece un attimo rinvenire e la speranza che davvero mi avrebbe aiutato, si fece spazio nella mia mente.
"Quindi sei un cacciatore?" gli chiesi cercando di avviare una conversazione. "Più una guardia. Non mi piace uccidere. Sono stato cresciuto da una donna pacifica che non avrebbe fatto male ad una mosca. Ma poi mio padre è stato ucciso da un essere come te e lei è diventata il mostro peggiore di tutti. Mi dispiace, ma se potessi fare qualcosa, ti aiuterei". Mi rivolse un sorriso lasciandomi senza parole. Non capivo perché mi avesse raccontato tutte quelle cose, perché si fosse confidato con me. Non sapevo neppure che prima quella donna era pacifica. Sembrava che avesse il diavolo dentro.
"Ti ricordi quando è venuto qui un ragazzo alto con un tatuaggio dietro la schiena?" Mi guardò "si; Derek" quando lui pronunciò quelle cinque lettere sentii una fitta al cuore. Cercai di non pensare a lui morto. Ero sicura che l'avessero trovato. Lydia fa questo; trova le persone. 'Morte' aggiunse la mia vocina interiore. 'Anche quelle in procinto di morire. Non è detta l'ultima parola' aggiunsi io mentalmente cercando di ignorare quel piccolo particolare. "Che cosa voleva tua madre da lui?" Gli chiesi sperando che fosse ancora disponibile ad aprirsi. "Non lo so, ma c'era una signorina bionda che era sempre nella stanza, e da come lui si alterava non penso fosse un'amica. Si chiamava Kate mi pare. Ma non so altro, mi spiace" speravo in qualcosa di più, ma gli ero grata comunque perché adesso avevo un nome e avrei potuto chiedere al gruppo. In effetti Derek non mi aveva mai parlato del suo passato; magari aveva accennato qualcosa, come la morte della sua famiglia, ma niente nel dettaglio. "Miguel vieni qui!" Ci girammo entrambi verso la porta e poi ci guardammo. I suoi occhi scuri erano tristi e affranti, forse sapeva cosa gli spettava, o magari era solo triste per me. Comunque mi guardò e poi urlò un "arrivo!" Si avvicinò a me e mi allentò il gancio di una mano, tanto da poterla sfilare. Ce l'avevo fatta. Ero riuscita a farmi liberare. "Grazie" gli sussurrai e lui mi mostrò un sorriso che mi accecò. Avrei dovuto potarlo via da qui. Troverò un modo, in fondo gli dovevo un favore. Chiuse la porta dietro di sé e si fece cadere la copia delle chiavi. Quel ragazzo era un genio. Quando non sentii più voci mi slegai e presi le chiavi. Sapevo che dall'altra parte c'era una guardia, ma non me ne preoccupai più di tanto; avrei potuto sempre usare il lupo. Mi avvicinai alla porta e bussai quando vidi dallo spioncino l'ombra muoversi presi tutte le forze che mi rimanevano e la aprii con forza prendendo in pieno la testa della guardia. Gli rubai la pistola e il coso per dare la scossa e poi mi diressi verso quella che sembrava la porta di una nave: di metallo bianca con una chiusura a manovella. Girai la manovella e la aprii tenendo la pistola puntata davanti a me, come mi aveva spiegato il padre di Stiles. Camminavo seguendo il corridoio a grata che mi portò ad un bivio 'e adesso?' Pensai. Sentii dei passi così mi nascosi tra due macchinari al lato del corridoio. Questa grata non era la cosa migliore per camminare senza fare rumore, ma infondo mi aveva salvata dall'essere sgamata. "Hai parlato con lei?" Sentii la voce della donna e una voce più giovane risponderle "si, le ho parlato. Ha detto che l'amuleto è in un vecchio tempio azteco. Dentro ad un altare di pietra". Miguel fu così convincente che per un attimo ci credetti anche io. Quando mi passarono davanti riuscii ad infilargli in tasta un messaggio inciso una pietra bianca "grz. Qnd vuoi vieni a bch. T asp" speravo che capisse, ma scriverglielo per intero sarebbe stato troppo lungo. Seguii il rumore del vento e mi ritrovai fuori da una specie di bunker. Ero in mezzo al deserto, mi guardavo intorno e vedevo solo cactus e erba secca. Il calore del sole mi stava cuocendo la testa e, nonostante tutto, iniziai a correre verso il sole, a ovest sperando fosse la direzione giusta. Avrò corso per due ore sotto il sole; mi ero coperta il capo con la canottiera e andavo avanti trascinandomi i piedi dietro e benedicendo il reggiseno sportivo che mi ero messa quella mattina. Mi sarei ustionata tutta, ma almeno avevo meno probabilità di svenire. Mentre continuavo a camminare calpestando erba secca sentii qualcuno chiamarmi così mi guardai intorno e vidi mio zio venirmi incontro. Che cose diavolo ci faceva in mezzo al deserto? "Ciao Leila" non gli diedi bada e continuai a camminare. Non si meritava la mia attenzione "Leila ascoltami" non mi fermai "cosa vuoi?" Gli dissi decisa. Ero curiosa di sapere che cosa mi voleva dire. "Sapere come stai" risi; non si preoccupava per me quando vivevamo nella stessa casa, figuriamoci ora che non abitiamo neanche nella stessa città. "Sto meglio di quando stavo con te, grazie" il mio tono gli diceva tutto quello che provavo: fastidio e istinto omicida. "Devi rilassarti Lele - il mio cuore ebbe un fremito. Solo una persona mi chiamava così - sapevi che l'avrebbe fatto. È sempre stato così" non riuscivo più a muovermi. Piano mi voltai e vidi che il corpo rugoso e magrolino di mio zio aveva lasciato spazio a quello atletico di mio fratello Ian. Di mio zio non c'era più traccia, come fosse scomparso, ma non me ne preoccupai più di tanto, poteva anche morire per quando mi riguardava. "Ian.." non potevo credere di vederlo. Erano cinque anni che non lo vedevo più. Era uguale all'ultima volta che l'avevo visto: la felpa della sua squadra di football gli copriva il petto muscoloso e dei pantaloncini da basket gli lasciavano scoperti i polpacci muscolosi. Senza che ne accorgessi iniziai a corrergli in contro trovando le forze nella voglia che avevo di abbracciarlo. Mentre saltavo per abbracciarlo lacrime di felicità mi rigavano le guance. Ma invece di trovare il suo corpo caldo e duro mi ritrovai per terra con la sabbia in bocca e nei capelli; gli ero passata attraverso. Mi guardò mentre mi alzai. "Oh sorellina, non puoi abbracciarmi.. io non sono qui per davvero." Ero incredula, stavo sognando? "Sono un'allucinazione. Inventato dalla tua testa come lo zio. Non siamo qui. Tu sei sola" chiusi gli occhi e quando li riaprii mi ritrovai sola, come aveva detto Ian. Mi guardai intorno e un senso di vertigine mi fece girare la testa. Avevo camminato per un'eternità e non ero arrivata da nessuna parte. La testa mi scoppiava e mi facevano male i piedi; le gambe mi stavano cedendo e in pochi secondi mi ritrovai a terra. Tutto ciò che avevo intorno divenne nero.

Il girasole che girava al contrario. #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora