Chapter 14

1.3K 63 2
                                    

Io continuavo a ripetere il mio mantra anche se non smettevo di chiedermi perché mai Stiles avesse chiamato Derek, non voleva aiutarmi? Avendo questo aggiunto agitazione alla mia già tragica situazione iniziai a ripassare col dito il mio tatuaggio che raramente facevo vedere alla gente e quasi nessuno si accorgeva mai della sua presenza. "Cosa è successo Stiles?" La voce preoccupata di Derek irruppe nella casa e io ebbi un fremito nonostante avessi ancora addosso la sua giacca. Aspetta... perché ce l'avevo ancora addosso? "Vieni e ascolta" Stiles accompagnò l'uomo da me e si accovacciarono per raggiungere la mia stessa altezza e per ascoltare meglio anche se Derek non aveva bisogno di avvicinarsi. "Alpha, beta, omega. Alpha, beta, omega. Alpha, beta, omega. Alpha, beta, omega" lo ripetevo ad oltranza sussurrando e massaggiandomi l'area del tatuaggio. Anche Derek parve sorpreso. 'Ma che cos'hanno queste tre parole che fanno sbigottire tutti?' "Stiles le hai chiesto perché le dice?" 'Puoi anche chiedermelo tu, idiota' Styles scosse la testa e Derek rivolse i suoi occhi verso di me "ok Leila, guardami" alzai lo sguardo verso di lui e, mio malgrado era sempre più bello. 'Bene, ora?' "Perché dici quelle tre parole Leila? - io non risposi, continuai con il mantra senza dargli bada - Leila rispondimi" come risposta gli feci vedere le mie mani che al posto delle unghie aveva gli artigli. Lui guardò le mie dita e poi guardò me facendo intrecciare le sue dita con quelle della mano che gli avevo mostrato. Smisi di dire il mio mantra perché quel gesto anche se non fece altro che rendermi più agitata, mi lasciò senza parole e mi tolse le forze di continuare. Le sue mani erano calde e molto più grandi delle mie e, per quanto possa sembrare stupido, quel gesto così semplice risvegliò le farfalle nel mio stomaco. 'Dio, se capissi ciò che mi fai' pensai mentre guardavo le nostre mani intrecciate e il pollice di Derek muoversi dolcemente. "Leila adesso imparerai a controllarti. È giusto che tu ripeta quelle parole, ma non serviranno se non trovi un'ancora: qualcosa per cui valga la pena rimanere umana. Trovala e riuscirai a controllarti" e fu così che capii cos'era la mia ancora o, meglio dire, chi: "Derek" sussurrai quasi impercettibilmente sperando che lui non mi avesse sentito e appena quelle cinque lettere uscirono dalla mia bocca, le unghie si ritrassero e smisi di trasformarmi. Avevo appena battuto la luna piena. La cosa che più mi stupì fu che nonostante il mio battito non fosse rallentato, comunque io non mi ero trasformata. "Bravissima Leila - mi sussurrò l'uomo dagli occhi verdi davanti a me - ora dimmi, perché proprio quelle parole?" "Mia madre, - cominciai trovando le forze di parlare nelle nostre mani ancora unite - mi diceva sempre che qualunque cosa accadesse che mi facesse aumentare il battito, dovevo ripetere quelle tre parole e tutto si sarebbe sistemato; è per questo forse che prima non mi ero mai trasformata. Non le dicevo da quando sono rimasta sola con mio zio" "Interessante. Macabro, ma interessante. E.. Come hai fatto a tranquillizzarti? Giusto per sapere... sai, la previdenza non è mai troppa" guardai Derek mentre risposi a Stiles: "Ho trovato la mia ancora" strinsi le dita attorno a quelle di Derek mentre un sorriso mi si formò sulle labbra. Guardai Styles e aveva la bocca a forma di 'O' mentre alternava lo sguardo da me a Derek. Mi alzai dal divano rompendo il contatto che avevo con l'altra parte del mio cuore. Mi era venuta un'idea e mi avvicinai ad una cassettiera di fianco alla porta per poi prendere due pennelli. Li diedi ai due ragazzi che mi osservavano curiosi "Sto usufruendo della vostra presenza. Se non vi foste accorti sto ristrutturando casa e si dà il caso che mi manchino ancora 5 stanze e mezza, più i bagni. Quindi ora vi renderete utili altrimenti sarò costretta ad uccidervi" scherzai mentre prendevo i rulli e i colori e poi mi diressi al piano superiore seguita dai miei aiutanti. Io avrei finito la camera arancione, Derek avrebbe fatto quella verde chiaro e Stiles quella blu. Il pomeriggio di quella domenica passò così; con l'aria impregnata del profumo di vernice fresca e le note delle mie canzoni preferite che facevano scivolare via tutti i brutti pensieri. Verso le 7 di sera ci trovammo tutti e tre nella stessa stanza: la mia. L'avevo svuotata di tutti i mobili e ora stavamo decidendo di che colore farla. Mentre stavo passando il bianco sulla parete che sarebbe stata nascosta dalla mini libreria Styles attirò la mia attenzione per poi schizzare me e il muro con il rosso di cui era impregnato il pennello. Io presi l'azzurro e feci lo stesso, ma per sbaglio beccai anche Derek che si girò di scatto e si avvicinò minaccioso a me. Alzò la mano e mi accarezzò il viso lasciandomi una manata verde sulla guancia sinistra. Stiles intanto aveva intinto il pennello nella vernice gialla e con un movimento veloce schizzò entrambi, noi ci girammo e lo schizzammo con due colori diversi: rosa e verde militare. Dopo mezz'ora eravamo tutti colorati e così esausti che ci accasciammo a terra ridendo. "The Flood" dei Take That ci aveva fatto da colonna sonora per tutta la battaglia. Ci guardammo attorno e la stanza era meravigliosamente schizzata di ogni colore. Gli schizzi creavano un netto contrasto con il bianco dei muri. Mi alzai e appoggiai la mano multicolore sulla parete imprimendo la mia orma per poi andare da Stiles e Derek per far fare loro la mia stessa azione. "Ragazzi forse dovremmo farci una doccia; andate voi, io la faccio per ultima. Il bagno di questa stanza è l'unico funzionante" dissi mentre davo loro degli asciugamani puliti. Non volevo rimanere sola con Derek perché sapevo che avrebbe voluto parlarmi quindi mi inventai una scusa per farlo andare per primo: "Stiles, mentre Derek si fa la doccia, vieni con me. Ho bisogno di te per una faccenda. Per favore". Mi guardava interrogativo e io speravo davvero che mi comprendesse; dunque si avvicinò a me quando Derek entrò in bagno. "Cosa c'è Leila?" io gli sorrisi "Niente, non volevo rimanere sola con lui. Ora vieni, aiutami a scegliervi dei vestiti puliti" Mi diressi verso la vecchia stanza di Logan che più o meno aveva la stessa corporatura di Derek. Gli presi dei jeans e una maglietta blu con lo scollo a V. Adoravo quella maglietta addosso a mio fratello ed ero sicura che l'avrei adorata anche addosso al mio lupo preferito. Glieli posai piegati sul mio letto in modo che potesse trovarli e poi andai nella stanza di Ian in cui Stiles si prese i vestiti che avrebbe indossato. Io andai in cucina e lo mandai in camera mia così avrei lasciato i ragazzi a fare le loro cose e poi io avrei fatto le mie. Mentre sorseggiavo il the che mi ero fatta, meditai sul fatto che non avevo mai visto nessun uomo a parte i miei fratelli. Ero così inesperta in fatto di uomini che a volte pensavo che i bambini probabilmente ne sapevano più di me, solo che io non ero mai stata voluta dalla gente... non avevo niente di speciale; si, ero abbastanza magra, ma il mio viso non diceva niente. E il fatto di non essere desiderata mi portava a non ne volere sapere di uomini, sempre a causa della mia apatia che provavo prima di incontrare Derek. "Leila noi abbiamo finito!" Sentii la voce dell'uomo a cui stavo pensando provenire dal piano superiore, così mi diressi in camera mia facendo una tappa davanti al mio armadio "parcheggiato" in mezzo al corridoio per prendermi i vestiti puliti. Passai davanti ai due ragazzi e poi richiusi la porta dietro di me. Dopo essermi fatta la doccia il profumo di miele del mio shampoo aleggiava in tutta la stanza. Indossai le mutandine nere che arrivavano appena sotto il mio tatuaggio e il mio reggiseno bordeaux; mentre stavo prendendo i vestiti che avevo piegato sul letto la porta si spalancò e due occhi verdi mi fissavano spalancati. Le mie guance erano diventate viola mentre il suo sguardo si spostava su e giù per il mio corpo per poi fermarsi sul mio fianco sinistro; cazzo il tatuaggio. Stiles mosse Derek che era immobile sulla porta con gli occhi fissi nei miei incapaci di vagare ancora una volta lungo la mia figura. 'Derek mi hai già vista nuda, forse è il reggiseno che fa questo effetto. Dovrei metterlo più spesso pensai guardandolo interrogativo aspettando che uscisse dalla stanza. Per fortuna Stiles lo allontanò dalla porta chiudendo poi quest'ultima. Indossai la mia tuta grigia, i calzettoni e la canotta blu e poi scesi in salone vedendo con mio grande piacere che avevano ordinato le pizze. Quando entrai nella stanza non riuscii a rivolgere lo sguardo verso Derek troppo imbarazzata ma la sua voce mi costrinse a guardarlo "da quando hai quel tatuaggio?" il mio cuore batteva all'impazzata. Pochissime persone sapevano dell'esistenza di quel tatuaggio e la maggior parte di esse erano morte; non raccontavo mai di avere quel segno sulla pelle perché' faceva riaffiorare ricordi di cui non ne volevo più sapere niente. Così non risposi sviando in discorso "Pizze! Cosa volete fare nel mentre?" Guardai Stiles cercando di essere il più naturale possibile. "Obbligo o verità." disse lui prendendomi alla sprovvista "inizia Derek - dissi io - obbligo o verità?" Lui mi guardò e poi rispose con aria di sfida "obbligo" proprio come speravo. "Bacia Stiles. A stampo, giusto perché' sono buona" entrambi spalancarono gli occhi, ma un obbligo è un obbligo così si avvicinarono e fecero sfiorare le loro labbra per poi allontanarsi subito schifati. Io per poco non mi strozzavo con la pizza da quanto stavo ridendo. Dopo altri due obblighi fatti da Stiles toccò a me. Sapevo cosa Stiles mi avrebbe fatto fare se avessi detto obbligo, ma sapevo anche cosa Derek mi avrebbe fatto confessare se avessi fatto verità. Così scelsi obbligo; "Fammi vedere il tuo tatuaggio" Derek rubò l'obbligo da Stiles salvandomi da un bacio imbarazzante, ma avrei dovuto far vedere il tatuaggio a Derek e questo voleva dire fargli vedere il mio passato più oscuro. Mi alzai la canotta in modo da scoprire il fianco sinistro e le dita di Derek toccarono il mio tatuaggio curiose e d'un tratto sembrò andato da qualche altra parte con la mente. Era immobile con le dita sul triskel e gli occhi spalancati. "Derek?" Lo chiamai e appena gli sfiorai la spalla lui si riprese staccando di scatto le sue dita dal mio tatuaggio. "Cos'è successo?" Gli chiese Stiles. "Ho visto..." Derek sembrava sotto shock "visto cosa?" Derek mi guardò e mi prese il viso tra le mani fissandomi negli occhi. Una lacrima gli rigò il viso mentre le sue pupille erano fisse nelle mie. "Cosa hai visto Derek?" Gli accarezzai la guancia asciugandogli la lacrima solitaria. Non l'avevo mai visto così fragile, così... umano.
"Ho visto te".


Il girasole che girava al contrario. #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora