Chapter 16

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"Svegliaaa! Il giorno è soleggiato, la vita è bella e siamo ufficialmente in vacanza! Il natale e alle porte e tu non hai ancora appeso nulla in questa enorme casa e oggi provvederemo! Ho trovato alcune cose carine e me ne sono fatte prestare altre dai ragazzi. Ah! E mi sono permesso di comprare un albero di natale con la tua carta. Buon giorno!" La voce di Stiles mi destò da un sonno tranquillo e al calduccio. Erano passate ormai due settimane dalla storia del tatuaggio; io e Derek continuavamo a parlarci solo se strettamente necessario e Stiles si era praticamente trasferito in casa mia. Non mi opponevo neanche più perché tanto non se ne andava. Insieme a Stiles quasi ogni pomeriggio venivano anche gli altri ragazzi e avevo tanto l'impressione che sarebbero venuti anche quel giorno per addobbare la casa.
"Spero almeno tu abbia fatto il caffè." Dissi seccata dalla luce del sole che mi illuminava il letto. Mi ero seduta su di esso e non riuscivo a trovare le forze di uscire dal piumone. "Ho fatto di meglio. Ora forza, mettiti le tue bellissime ciabatte a forma di pecorella, la felpa di tuo fratello e fila" indossai ciò che Stiles mi aveva dato e poi mi alzai solo per farlo snettere di strillare (anche se probabilmente non stava strillando affatto, ma chiunque parli la mattina presto per me strilla). Lui mi prese la mano e iniziò a trotterellare per il piano fino alle scale e poi giù 'non capisco proprio da dove gli esce tutta questa euforia'. Mi fermò davanti all'entrata del salone e mi tappò gli occhi con le mani. Fatto ciò mi guidò dentro il salone e poi mi fece girare di 45º. Mi tolse le mani dagli occhi e con mia grande meraviglia vidi la tavola di legno imbandita per una colazione da nobili e, ovviamente, tutto il nostro "branco" seduto pronto per mangiare. C'erano tutti, proprio tutti e mi resi conto che pur non vedendolo da almeno dieci giorni, Derek era sempre bellissimo; forse anche un po' di più. Quando il suo sguardo incontrò il mio, rimase fisso per un tempo che sembrò un'eternità; mi era mancato da morire ma, se ci avessi riprovato con lui, quella che sarebbe morta sarei stata io. Il mio cuore ne aveva passate troppe e non poteva sopportare un'altra rottura.
"Hei! Che sorpresa! Se avessi saputo mi sarei agghindata per l'occasione" cercai di non pensare troppo all'uomo dagli occhi verdi e decisi di godermi la compagnia dei miei amici "dai vieni va e mangiamo che qui iniziamo ad avere fame" Mi disse Scott sorridendo e io mi sedetti di fianco a Lydia e Stiles per poi fiondarmi sui pancakes.

Dopo colazione ci mettemmo subito al lavoro dividendoci i compiti: Scott e Malia si occupavano della casa in generale, Lydia e Kira facevano il presepe e Liam, Derek, Stiles ed io facevamo l'albero. Stiles aveva comprato un pino enorme e a malapena riuscii ad infilare la punta. All'ora di pranzo avevamo appeso le collane di perle dorate e rosse e ci rimanevano da appendere sull'albero gli oggettini e la punta che sarebbe stata un cappello da babbo natale.
Subito dopo mangiato Derek, Liam e Malia si addormentarono sul divano e verso le quattro Scott e Kira andarono via lasciando Stiles a finire gli addobbi della casa e Lydia a terminare il presepe. Io cercavo di finire da sola l'albero, ma con scarsi risultati non riuscendo a raggiungere i punti più alti. Derek dormiva beato sul divano e i suoi lineamenti addolciti dallo stato di quiete, gli davano un aspetto più giovane, sembrava un adolescente; ma lui ne aveva passate tante e l'adolescenza l'aveva abbandonata da un po'; era cresciuto troppo in fretta e questa era una cosa che mi eccitava da morire. Le sue labbra erano socchiuse e la voglia di baciarlo mi assalì, ma ero in compagnia quindi cercai di distrarmi e decisi di salire su una sedia per riuscire nel mio compito in un modo esaustivo. Dopo aver rischiato di cadere circa una decina di volte, riuscii a completare anche la parte superiore e, prima di mettere il cappello sulla punta, decisi che sarebbe stato decisamente il momento di un buon the. L'infuso di vaniglia mi scaldò il corpo mentre osservavo soddisfatta la mia creatura quasi completata: le luci illuminavano I rami con colori diversi ed alternati riflettendosi nelle palline rosse e oro posizionate vicino al tronco e facendo risaltare tutta la collezione di oggettini messi più all'esterno, le catene di perle di plastica davano, infine un'aria magica al tutto. Mancava proprio solo la "ciliegina sulla torta" (o sull'albero).
Presi la sedia e la posizionai davanti all'albero in modo da poter raggiungere la cima abbastanza facilmente, purtroppo non fu così. La punta era più lontana del previsto e la mia posizione instabile in punta di piedi non mi garantì un gran bel appoggio; sentii la sedia ciondolare sotto di me e pregai di aver spostato il cesto di plastica dura delle palline. In un batter d'occhio la sedia scivolò da sotto di me, se non fosse stato per due braccia forti, mi sarei sicuramente fatta molto male. Quando riaprii gli occhi che avevo chiuso durante la caduta mi resi conto di essere in braccio a qualcuno, e il calore e lo spessore del busto mi consigliò che quel qualcuno fosse proprio Derek. I ragazzi che erano rimasti in casa ci stavano guardando e per la prima volta in due mesi fui felice che Derek fosse lì. "Grazie Derek, senza di te mi sarei sfracellata a terra" dissi mentre i miei piedi raggiunsero nuovamente il suolo. "Non c'è di che, ma la prossima volta che fai una cosa del genere vedi di accertarti che io sia sveglio, non voglio più aprire gli occhi e vedere la ragazza che amo scivolare giù da una sedia" quando finì io ero senza parole. Avevo sentito bene? Aveva davvero detto 'la ragazza che amo'? Probabilmente si accorse delle sue parole perché sgranò gli occhi e sentii il suo battito divenire irregolare "Che cosa hai detto?" Gli chiesi trovando le forse di far vibrare le mie corde vocali. "Niente, cancella. Scusa devo andare, ho la... ecco.. riunione condominiale, si. Ehm, ci vediamo ragazzi. Stiles sta sera vieni da me? C'è la partita dei red soxs" detto ciò prese le sue cose lasciando tutti di sasso e io lo sentii di nuovo, quel suono nel mio cuore. In quel momento mi ricordai il discorso di Deaton e che i nostri tatuaggi si sarebbero cercati per sempre... sarebbe stato davvero così? Lo speravo, però Derek non esternava mai i suoi sentimenti e io non volevo fidarmi del mio udito, quindi decisi di non crederci perché ci avevo messo tanto a riprendermi dalla serata del bacio e avrei perso altro tempo a riprendermi dalla delusione che avrei avuto di lì a poco se mi fossi fidata. La fiducia va guadagnata e il mio cuore ne aveva già combinate di tutti i colori, anche se di colori,  il mio cuore, ne voleva solo uno: il verde. Che fosse della speranza o dei suoi occhi, non l'ho ancora capito.

Il girasole che girava al contrario. #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora