Odiavo Beacon Hills; anche quando ero piccola, pur essendo la mia città natale, non la sopportavo. Non succedeva mai nulla il quel posto dimenticato da Dio. Le giornate erano sempre uguali: scuola, amici, letto. Ogni singolo giorno. Potete capire che la mia voglia di tornare a vivere lì era quasi nulla. "Mi ricordi perché stiamo tornando a Beacon Hills, zio?" Chiesi per l'ennesima volta a Jhon Flowersun, mio zio nonché fratello del mio defunto padre. "Perché ho trovato un lavoro, Leila. E se vuoi continuare a vivere sotto un tetto ti conviene smetterla di chiedermelo e adeguarti".
Nella nostra famiglia il cognome "Flowersun" non si addiceva molto; io e mio zio litigavamo in continuazione ed io ero tutt'altro che un girasole: ero cupa, sempre incazzata, praticamente infastidita da ogni essere umano. Gli unici esseri che non mi davano fastidio erano gli animali. Avevo un bellissimo terranova una volta, Becky, ma è morto insieme alla mia famiglia.
Il pensiero di tornare nella nostra vecchia casa mi toglieva la poca voglia che mi era rimasta. Non la vedevo da quando quel pazzo omicida era entrato in casa nostra e aveva fatto fuori ogni essere vivente che aveva incontrato, mio zio fu l'unico sopravvissuto a quel attacco; io non ero in casa. Sono passati quattro anni e non mi dimenticherò mai la sensazione di trovare casa mia contornata da gente e così sporca di sangue che le pareti da beij erano diventate bordeaux. I mobili erano distrutti, le pareti tagliate da coltelli, il pazzo aveva anche dato fuoco al salone, ma per fortuna era stato spento quando era ancora un piccolo fuoco. Quando arrivai da scuola vidi i sacchi dei corpi dietro l'ambulanza e iniziai a contare: Mamma, Papà, Josh, Logan, Ian, Jason e.. la piccola Sophie; tutti morti. Mi ricordo che quando entrai in casa trovai Becky per terra che respirava a malapena, io ero davvero disperata, l'unica persona che detestavo della mia famiglia era viva (mio zio, quello con cui ho dovuto vivere per quattro lunghi anni, si). Mi ricordo della corsa sfrenata da quel veterinario, com'è che si chiamava? Ah si: Deaton. Ma quando arrivai lì era troppo tardi. Lasciai alla clinica il mio cane e iniziai a correre per il bosco verso una meta sconosciuta. La mia mente era completamente spenta mentre correvo, mi trovarono 3 giorni dopo sdraiata sulla base tagliata di un albero davvero enorme. Penso di aver dormito tutto il tempo perché non mi ricordo quasi nulla dei tre giorni passati in cattività. L'unica cosa che ricordo è che un giorno un lupo nero mi si è avvicinato e si è seduto davanti a me, mi guardava e aveva gli occhi di un azzurro brillante, sembravano surreali. Lo raccontai alla polizia, ma mi presero per pazza: secondo loro non c'erano più lupi in California da almeno 100 anni.
"Lè siamo arrivati, scendi che forse riesci anche ad andare a scuola, sono solo le 6:00" la voce fastidiosa di mio zio mi riportò alla realtà. Scesa dal furgone presi le mie cose, scatoloni e tutto, ed entrai in casa. Era esattamente come l'avevamo lasciata, con tanto di sangue sul pavimento. Salii le scale e mi ritrovai il ricordo dei litigi con i miei fratelli, io che sbattevo le porte o loro che mi chiudevano in bagno. Rividi quella volta quando io ero depressa e tutti i miei fratelli cominciarono a bussare alla mia porta uno dopo l'altro tutto il giorno fino a quando non uscii dalla stanza e una volta fuori mi abbracciarono tutti insieme. Lacrime iniziarono a rigare le mie guance mentre mettevo gli scatoloni in camera mia. Posati tutti mi ricomposi e uscii per chiedere a mio zio se avesse bisogno d'aiuto ma quando varcai la soglia non ce n'era più traccia e neanche del furgone, che era stato rimpiazzato da una mini cabriolet 4x4 con la carrozzeria blu royal e tettuccio e specchietti azzurri. Gli scatoloni erano ammassati sull'erba con un biglietto e le chiavi della macchina. Mi avvicinai agli scatoloni e presi il biglietto in preda alla furia. "Cara Leila, hai 17 anni, puoi badare a te stessa. Ti ho comprato questa mini per farti muovere con facilità, spero ti piaccia. Non riesco a ritornare in questa casa, ha troppi ricordi. Ti lascio nella macchina la carta di credito del tuo conto che hai nella banca locale, il numero è scritto dietro e il codice è nella busta sul sedile; sul conto hai 50mila $. Spero ti bastino. Addio". Una parte di me sperava che scherzasse ma l'altra sapeva l'avrebbe fatto, non gli ero mai piaciuta. Certo che devi essere proprio cretino a lasciare una ragazza di 17 anni con una casa enorme da ristrutturare e 50mila dollari in un conto sapendo che lei è già tanto che sa usare un bancomat.
Insomma mio zio era un emerito idiota.
Dopo aver preso il bancomat e aver chiuso la mia nuova macchina misi tutti gli scatoloni in salone. Prima di disfarli avrei dovuto ridipingere i muri e ricostruire i mobili e l'avrei fatto da sola, senza alcuna agenzia. Volevo ricostruire casa mia poco alla volta in modo tale che i ricordi potessero andare via poco alla volta. Avrei cominciato il pomeriggio stesso.
Verso le 7:30 mi feci una doccia e mi cambiai per poi dirigermi verso la "Beacon Hills High School" senza aspettarmi tutto ciò che avrei scoperto una volta varcata la soglia.
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Il girasole che girava al contrario. #Wattys2019
Hombres Lobo"Cosa sono io, Leila? Dimmelo." Non riuscivo a ragionare. 'Sei l'amore che non credevo di poter trovare.' Pensai ricacciando subito il pensiero indietro, io non potevo amarlo: lui era il mio φαρμαχον (farmacon), veleno per il cuore ma antidoto per l...