Chapter 26

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"Bene... E perché sei qui?" Stiles entrò nella stanza avvertendo la mia tensione. "Sono qui per Derek" Guardai Stiles e lui si mise a fianco a me. "È la sua ex ragazza" mi sussurrò. Fantastico. Non mi bastavano i problemi che avevo, si doveva aggiungere pure 'sta tipa. Faticavo a mantenere la calma. "Ti ha chiamato lui?" Si alzò e si avvicinò a me. Era infastidita dalla mia presenza, lo capivo dal suo respiro. "No. Non ha potuto. È in coma".
Bum.
Un colpo al cuore. Lo stomaco mi si strinse; deglutii e mi appoggiai a Stiles sentendomi le gambe cedere.
"E come fai a essere sicura che ti vuole qui?" Sorrise facendomi irritare. Sentivo la voglia di squartarle la gola, ma cercavo di aggrapparmi alla mia àncora per evitare di lasciarmi andare.
Lo guardavo immobile e tranquillo disteso su quel letto, lui che odiava dormire. Una volta mi aveva raccontanto che per non dormire si era bevuto dieci caffè in un'ora. Diceva di avere incubi ogni notte. Dio quanto speravo che non stesse avendo incubi anche in quel momento; più che altro perché non si sarebbe potuto svegliare.
Il coma era sempre stato un problema per me. Mia cugina era andata in coma dopo un grave incidente quando avevo 14 anni. Avevo sofferto tantissimo perché lei per me era come una sorella. Si è svegliata dopo tre mesi, poco prima che le diagnosticassero la morte celebrale. Mi ha raccontato che essere in coma è come essere in un bunker dal quale devi uscire. Tutto è buio finché non ci sono le voci che illuminano la stanza. "Ogni persona ha un colore diverso" mi ha detto "devi solo trovare la voce che sia abbastanza luminosa da mostrarti la via d'uscita". Per lei era stata mia nonna quella voce. Mi chiedevo chi potesse essere per Derek. Suo zio? Breaden? Stiles? Io? Non ne ero sicura, ma ovviamente in qualcosa speravo. Forse quella storiella era stata solo inventata e la volontà di uscire deve nascere e crescere dentro di sé, senza voce che tenga. È una cosa a prescindere. O forse per ognuno è diverso. Devi trovare il tuo metodo.
Rimasi sulla porta per un'ora non avendo il coraggio di avvicinarmi. Breaden era ancora seduta a fianco a lui e gli stava ancora tenendo la mano. Decisi di andare al bar per prendermi un caffè o una camomilla. Ero molto indecisa se voler rimanere sveglia o cercare di calmarmi. Lo stomaco mi bruciava e gli occhi mi si chiudevano. Ero stata sveglia per troppo tempo. Tornai in stanza con un caffè nello stomaco e uno in mano. Per Breaden. So che era un gesto troppo buono, ma probabilmente era anche quello più maturo. Glielo porsi "Tieni. Sembra che tu non dorma da tanto" (modo carino per non dirle che sembra una scappata di casa, barbona e zombie che non mangia e dorme da anni). Lei era stupita; come biasimarla, lo ero anche io di me stessa. "Grazie" mi disse cordiale. Non le risposi. Non avevo più parole.
Guardando il corpo tonico di Derek disteso sotto un lenzuolo sentii che tutti i fastidi e i timori che fino a poco prima provavo stavano svanendo. L'apatia di cui soffrivo prima di conoscere Derek si stava facendo rivedere. Non avevo intenzione di lasciare Derek da solo e tanto meno da solo con Breaden quindi mi armai di santa pazienza e di un libro e aspettai. Aspettai. Aspettai per ore. Arrivata a metà libro cambiai posizione giusto perché il culo sul pavimento mi stava andando in cancrena. Invidiavo la poltrona rivestita e morbidosa su cui dormiva quella tizia da quattro ore.
Erano le 5 del mattino e le prime luci dell'alba schiarivano fievolmente il blu oltremare di cui era dipinto il cielo. "Sei ancora qui" sentii una voce impastata dal sonno e un raggio di speranza si accese in me, poi capii che di Derek quella voce aveva poco. "Certo che sono qui. Non l'ho lascio solo" alzai lo sguardo e vidi Braeden che mi studiava "Lui non è solo." Non risposi e tornai a leggere. Avevo capito che il modo migliore per non scoppiare era fregarmene. Ergo, me ne fregai. "Davvero, se vuoi andare vai" mi facevano pena i suoi patetici tentativi di rimanere da sola con Derek. "Sei tu quella che è qui da ieri pomeriggio. Dovresti andare a dormire in un letto, ti vedo stremata." Cercai di sembrare il più cordiale possibile e aggiustai il mio iniziale tono aggressivo con un consiglio spassionato. "No grazie, mi sono pentita una volta di averlo lasciato, non farò lo stesso errore" mi venne da ridere. "Tranquilla, non hai nulla da lasciare" mi feci scappare una frase che non avrei dovuto dire. Volevo mantenere segreto il fatto che stessimo insieme. "In che senso?"
Porca paletta.
Va beh, la frittata era fatta, non aveva senso cercare di rimediare. "Sono la sua ragazza Breaden". La sua espressione fu la cosa più bella che avevo visto negli ultimi mesi. Un misto tra stupore, terrore e tristezza. Che ridere. "Pensavi non si fosse rifatto una vita?" Le chiesi non ricevendo risposta. Secondo me un po' lo sperava. Calò il silenzio tra di noi e le due ora successive passarono tra il suo imbarazzo ed il mio divertimento. Non sapeva più cosa fare. Una tipa tosta come lei non pensavo potesse rimanere così disorientata. Non si era mossa dal suo posto. Poco male; io sentivo il battito di Derek e finché lui era tranquillo, lo ero anch'io.
Verso le 7 del mattino arrivarono i rinforzi. Stiles, Scott e Lydia arrivarono tutti in massa. Vidi che avevano un buon rapporto con Breaden, probabilmente una volta faceva parte del gruppo.
"Come stai?" Mi chiese Scott sedendosi per terra accanto a me mentre gli altri due chiaccheravano con Breaden. "A parte l'incazzatura, il fastidio, il sonno e l'istinto omicida che mi sale ad ogni minuto che passa... direi che sto bene" sorrise un po' malinconico rendendosi forse conto della falsa ironia che mettevo in quelle parole. Ero distrutta, fisicamente ed emotivamente, ma dovevo mostrarmi forte, per Derek. "L'hai conosciuta eh? È la sua ex. Una tipa tosta. L'ha lasciato perché voleva partire e Derek, beh lui era davvero distrutto. Poi ti ha vista e non l'avevo mai visto così nervoso. Davvero" mi venne da ridere ripensando al nostro primo (in realtà secondo) incontro. Quanto lo odiavo.
"Pensi che si riprenderà?" Fu sorpreso dalla mia domanda "Cerco che si riprenderà. Ne ha passate di peggiori e si è ripreso da tutte quante. È uno che combatte lui; con i suoi modi, ma combatte. - fece una pausa - Senti, visto che sei qui da ieri e che non dormi da una settimana, che ne dici di andare a casa, mangiare qualcosa, farti un bagno caldo e una dormita? Si vede che sei distrutta. Stiamo io, Stiles o Lydia con lui, non lo lasciamo solo, te lo prometto." Il pensiero di un bagno caldo mi allettava davvero tanto, soprattutto perché ero consapevole di avere erba e fieno dappertutto. Probabilmente puzzavo peggio di un allevamento di mucche. "Non lasciatelo solo con Breaden. Io non mi fido di lei, e da troppo che non si fa vedere e guarda caso spunta proprio quando Derek sta male. Non voglio che restino soli, per favore" lui annuì e, dopo aver salutato tutti (Derek da lontanto, non mi osavo toccarlo. Come se potessi distrarlo dalla sua ricerca della retta via); e me ne andai.
Arrivata a casa non ebbi neanche il tempo di togliermi le scarpe che caddi sfinita sul divano del salotto ripensando a Derek e a quanto desiderassi che si svegliasse. La mia vita perfetta in una sera era diventata un incubo.

Il girasole che girava al contrario. #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora