19. Finalmente mi siedo davanti

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Un minuto prima mi trovavo sul mio divano a bearmi del dolce far niente dopo un intero pomeriggio di giardinaggio, e quello dopo mi ritrovo scaraventata nella jeep azzurra del mio vicino di casa. "Dovete smetterla di sballottolarmi da una parte all'altra senza spiegarmi perché lo facciamo," dissi esasperata dal sedile posteriore, mentre Stiles parcheggiava la macchina davanti alla recinzione della scuola. Non ci voglio certo tornare di notte!

"Stiles, non gliel'hai detto?" chiese Scott alzando gli occhi al cielo, "di nuovo?"

"Che c'è? Lei ama le sorprese," si affrettò a dire. Si, certo. Ma quelle carine per il compleanno, non quelle che mi portano a scuola dopo l'orario di chiusura. A chi piacerebbero delle sorprese così? "Allo siamo venuti qui perché mr. Lupo mannaro vuole vedere se, sulla scena del crimine, si ricorda qualcosa."

"Ci voleva tanto per dirlo, fata smemorina?" sogghignai mentre scendevamo tutti e tre dalla macchina.

"No, vado solo io, voi dovete solo fare il palo," disse il moro fermandoci davanti alla recinzione.

"Perché devo sempre controllare io?" chiese il castano.

"In realtà sono sempre io, mentre te insisti sempre per non farmi rimanere da sola," puntualizzai stanca di fare sempre il palo, "vuoi per caso che ti ricorda di quanto mi hai costretto a fare il palo quando cercavamo il resto del cadavere?"

"Infatti, siamo in tre ma non possiamo lasciare Rose da sola."

"Ma che sono io, una poppante? Posso rimanere anche da sola," risposi incrociando le braccia... come una bambina viziata.

"No, rimani qui. Potrebbe essere pericoloso," rispose autoritaria la mia, non necessaria, balia Bea.

"Ma se poi va sempre a finire così, allora perché ti lamenti?!" gli chiesi stizzita.

"Quindi si è deciso, voi due rimanete in macchina ed io vado dentro," disse Scott mettendo un piede tra i buchi della rete, ma venne subito riportato per terra da Stiles che non voleva darla per vinta.

"Ok Scott senti, perché sembra che tu sia Batman ed io Robin? Non ho voglia di fare sempre Robin!"

"E che sono io, la pezza al culo?" chiesi scioccata, ma nessuno dei due mi considerò, come al solito. Che poi non è giusto: anche io voglio essere un supereroe...

"Non siamo mai stati Batman e Robin," esclamò il moro confuso da quella metafora.

"Cosa? Non è mai capitato?" chiese deluso Stiles. Giuro: questo ragazzo ha dei seri problemi, è troppo lunatico. E poi dicono di me? Io lo sono solo quando ho il ciclo.

"Ma che problemi hai? Prima ti arrabbi perché sei Robin e poi ti rattristi perché non lo sei mai stato?!" chiesi tirandogli un pugno sulla spalla.

"Restate in macchina!" Ordinò Scott.

"Ma se dovevo rimanere in macchina, senza nemmeno avere voce in capitolo, non potevate lasciarmi a casa?" continuai a chiedere ma, Bob diciamolo tutti insieme, mi avevano ignorato. Cosa ero, la loro mascotte, il loro cane da compagnia?

"OK!" urlò Stiles dirigendosi verso la jeep con passi pesanti. Questo bambino deve far vedere a tutto il mondo che è contrario, giustamente. "D'accordo, Rose entra."

Approfittando dell'assenza di Scott, mi misi sedere sul sedile del passeggero e, vedendo che Stiles non aveva ancora proferito parola, chiesi: "Sei ancora arrabbiato per la storia di Batman e Robin?"

"Si," rispose "mi dà l'impressione di essere sempre un passo indietro rispetto a voi. Noi siamo una squadra ma ultimamente, con i vostri poteri io mi sento inutile."

Touch || Stiles StilinskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora