34. Derek si esercita con il doppio carpiato

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Stavamo camminando per i corridoi e, sinceramente, non avevo la benché minima idea del dove eravamo diretti e perché. "Dove stiamo andando?"

Scott, che guidava il nostro terzetto tra i corridoi della scuola, mi guardò da dietro le spalle prima di rispondermi. "In segreteria, proveremo ad attirare l'attenzione dell'alfa con il microfono."

"È una pessima idea," dissi incrociando le braccia al petto.

"Una domanda: che farai se l'alfa non si fa vivo?" chiese Stiles.

"Io propongo un bel YOLO e ce ne torniamo a casa al sicuro" risposi cercando di riscaldarmi le braccia. Non faceva molto freddo, ma l'atmosfera generale mi aveva fatto venire i brividi.

"Non lo so," disse Scott mentre si avvicinava al microfono.

"E che cosa farai se l'alfa si fa vivo?" chiese di nuovo il castano. Beh allora non ci sarebbe altra soluzione che: "Dashi run, run ,run~"!

"Non lo so."

"Déjà-vu," dissi seccata dal loro tipico comportamento, schioccando la lingua. Possibile che non riescano a pensare ad un piano decente?

"Okay. Avete detto che un lupo ulula per segnalare la sua posizione al branco, giusto?" chiese Scotto il biscotto che non sa pensare ad un piano. Si Bob, avevo fame: non commentare, ti prego.

Stiles annuii, "ma se lo fai venire, non farai parte del suo branco?"

"Spero di no."

"Certezze ragazzi, voglio delle certezze!" esplosi, portando le mani al cielo. Grande Giove, aiutami tu.

"Sì, anche io," mormorò Stiles. Accese il microfono e lo collegò alle casse sparse per tutta la scuola. "Bene, tutto tuo."

Scott si schiarì la gola ed iniziò ad..."ululare". Più che un ululato sembrava un cane morente mentre veniva investito lentamente da un monster truck con il filo spinato al posto delle ruote. Che cavolo di immaginazione malata ho?

Cercai con tutta me stessa di non scoppiare a ridergli in faccia, ma quando alzò lo sguardo speranzoso chiedendoci se era andata bene non riuscii più a trattenermi.

"Andava bene? Era un ululato?"

"Si...più o meno," rispose Stiles passandosi la mano tra i capelli quasi inesistenti. Più meno che più.

"Ma vuoi scherzare?" dissi tra le risate, "sembravi un cane mentre lo castravano senza anestesia. Mio Dio, è stato bellissimo."

"Ma come faccio allora? Ditemi che devo fare!"

"Calmati riso Scotto, non sono mica César Millán, l'addestratore di cani," risposi asciugandomi le lacrime. Era stata la scena più bella della mia vita.

"Rose, per favore un po' di serietà," mi rimproverò Stiles mentre massaggiava le spalle a Scott. Me lo vai a dire tu? Ma fammi il piacere. "Hey, stai chiamando l'alfa. Sii uomo, un lupo mannaro non un lupetto. Un lupo mannaro."

"Si Scott, è finito il tempo dei boy scout," dissi ridacchiando per la mia battuta. Jin, scommetto saresti fiero di me. SUGA un po' meno...anzi, lui mi disonorerebbe.

"ROSE!" mi sgridarono tutti e due, facendomi tornare alla realtà.

"Scusate, mi dispiace" No, non è vero per niente: è stata una delle mie battute più belle.

In quel momento Scott riprovò a ruggire. E quello che ne uscì fuori non era un ruggito da cane morente, era il tipo di ruggito che ti fa accapponare la pelle e che fa tremare le finestre. Finalmente, con quel ruggito, realizzai quanto potesse essere pericoloso e potente Scott.

Touch || Stiles StilinskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora