49. Calma prima della tempesta

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*capitolo un pochino più lungo del solito*


Esattamente alle 19:30,  Stiles bussò alla mia porta. Non appena sentii il campanello mi vennero le farfalle nello stomaco. Finalmente ognuno sapeva i sentimenti dell'altro e potevo baciarlo quando e quanto mi piaceva.

Scesi le scale in fretta e furia, questa volta con un po' più di confidenza: ormai sapevo come camminare sui tacchi. Quando lo vidi alla porta le mie farfalle fecero posto a degli elefanti. Aveva uno smoking nero che risaltava i suoi incarnato, rendendolo molto più bello di quanto lo fosse già. Non credevo fosse possibile renderlo più bello di così.

"Wow! Cioè... volevo dire: Rose, sei bellissima," disse venendomi incontro.

Mi guardai allo specchio vicino all'ingresso, in effetti la magia di zia Meg aveva dato i suoi frutti. Il vestito scelto da Lydia mi stava molto bene. Lo scollo a cuore e il corpetto semi-rigido mettevano in risalto il mio punto vita. La gonna di tulle che arrivava a toccare il pavimento mi faceva sembrare molto più alta di quanto ero in realtà e quello spacco laterale era una piccola checca. Infine, il colore scelto - il lavanda - dava l'impressione che la mia pelle splendesse.

"Modestamente, sono fa-vo-lo-sa," gli risposi facendo finta di sistemarmi i capelli. "Anche tu non sei male."

"Stiles, trattala bene," disse mia zia, spuntando dal nulla con una macchina fotografica in mano. Oh no. "E' la mia bimba."

"Non si preoccupi, la tratterò come una principessa. Anzi no, come una regina."

Zia Meg alzò gli occhi al cielo. "Che schifo, risparmiami la smielata da romanzo rosa scadente. E poi te l'ho già detto mille e mille volte: non mi dare del lei. Specialmente adesso che diventerai mio genero."

"Zia!"

"Sì, sì." Quel demone rise della mia faccia probabilmente paonazza. "Adesso mettetevi in posa che vi faccio la foto. Dite banana... fatto! Che bellini che siete."

"Abbiamo fatto? Forza che facciamo tardi," dissi guardando il mio invisibile orologio da polso.

"Non tornate a casa tanto tardi e non...uhm, fate baldoria, almeno non in modo sconsiderato." Ci fece l'occhiolino. Non posso crederci, l'ha detto per davvero.

"Zia, che stai dicendo?! Smettila per favore."

"Non si preoccupi, cioè volevo dire, non ti preoccupare: stasera non la toccherò nemmeno con un fiore," disse a mia zia, poi mi porse il braccio. "Rose vogliamo andare?"

"Certo. Ciao zia!"

"Divertitevi! ...Aspetta un attimo, STASERA?!" chiese zia Meg mentre Stiles ed io salivamo in macchina. "Guardate che stavo scherzando prima! Siete dei ragazzini: PUZZATE ANCORA DI LATTE!"


Quando arrivammo a scuola Stiles scese dalla macchina per aprirmi la portiera. "Che bravo cavaliere che sei."

"Sei la mia principessa, questo è l'unico modo in cui posso trattarti," mi rispose facendo venire i conati di vomito alle farfalle che avevo nello stomaco.

"Deja-vu...sbaglio o questa scena è già successa alla festa di Jackson?"

"Per te sempre."

"Ma quanto sei sdolcinato stasera?"

"Lo sono sempre stato, sono che non ne ho mai avuto l'occasione. Ma da stasera..."

Mentre le mie coinquiline farfalle si trasformarono in elefanti col diabete, vidi Allison e Jackson uscire dalla macchina. Li salutai subito, da brava ragazza educata qual'ero, ed Allison ricambiò - l'idiota invece continuava a bere quello che sembrava Jack Daniels o qualche altro alcolico.

Touch || Stiles StilinskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora