21. Appuntamento col morto

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Quando arrivammo, i ragazzi erano già tutti lì ad aspettarci. Scott e Stiles sembravano in imbarazzo mentre Jackson sembrava pronto a strozzarsi da solo. La serata promette benissimo. Andammo al bancone per scegliere la pista e prendere le scarpe del nostro numero. Per fortuna nessuno ci vietò di entrare nonostante fossimo ancora minorenni. Se la polizia lo scoprisse, farebbe chiudere il locale.

"Giochiamo tre squadre contro tre?" chiese il capitano poggiando il braccio intorno alle spalle della fidanzata, "A quanto pare sappiamo che McCall è un mago, tu Stilinski come sei messo?"

Stiles era entrato subito in difficoltà, anche lui diceva di essere pessimo a bowling, perciò mi feci avanti ed abbracciai il suo braccio sinistro come una ragazzina nei manga, "Lui non se la cava male, ma a me in realtà non piace il bowling; quindi pensavamo di andare alla sala giochi mentre voi quattro vi contendete la corona."

Non penso di aver parlato con così tanto zucchero nella voce come in quel momento, ma Jackson si bevve la scenetta da innamorati ed annuì sollevato di avere meno avversari che non fossero al suo mitico livello da pro.

"Grazie per avermi coperto," disse Stiles mentre ci avvicinavamo alla sala giochi, ancora a braccetto.

Passammo davanti ad una claw crane piena di pupazzi adorabili, "allora per sdebitarti, perché non mi prendi qualcosa alla macchina acchiappa premi?" Gli sorrisi stringendo la presa sul suo braccio, "dopotutto è un appuntamento, no?"

Stiles rimase interdetto per qualche secondo, prima di frugare tra le sue tasche per qualche monetina, "vuoi qualcosa in particolare?"

Ispezionai meglio i diversi gadgets nella macchina, quelli troppo piccoli e quelli troppo grandi sarebbero stati difficili da prendere quindi mi concentrai su quelli di taglia media. La mia attenzione venne catturata da un peluche che sembrava la versione gigante degli tsum tsum, "Stiles, quello a forma di shiba è ADORABILE!"

Il castano rise alla mia reazione: mi ero messa a saltellare come una bambina mentre lo indicavo con la faccia attaccata al vetro. Fu molto difficile solo afferrarlo col gancio perché non era nella posizione più comoda, infatti il primo tentativo fu un completo fallimento. Stiles non voleva lasciarsi vincere da una stupida macchina del demonio, come l'aveva chiamata, e continuò a sprecare monete per altri dieci minuti. All'ultimo tentativo riuscì ad afferrare qualcosa e saltammo entrambi dalla gioia. Il pupazzo però non assomigliava per niente ad un cagnolino, come quello che gli avevo indicato: sembrava il figlio illegittimo di Winnie the Pooh, "scusa, non è quello che volevi..."

"Non fa niente, è adorabile," dissi abbracciandolo, era la cosa più morbida di sempre, "un po' ti assomiglia." Risi mettendoli a confronto: avevano tutti e due uno sguardo confuso e le strane lentiggini sul suo musetto mi ricordavano i nei che decoravano il viso di Stiles. Era davvero adorabile. "Che si fa adesso?"

Stiles guardò in giro per vedere quali giochi erano liberi, "possiamo giocare ad acchiappa la talpa, se no è libero l'air hokey." Mi prese per mano e, mentre con l'altro braccio mi tenevo stretto il mio nuovo amico - il piccolo Mieczy -, mi fece strada tra la diversa gente nella sala. Erano per lo più famiglie con figli piccoli ma non erano tanti, l'attrattiva principale era la pista da bowling dopotutto.


Era la mia prima volta ad una sala giochi, per me tutti quei videogiochi erano del tutto sconosciuti; Stiles riuscì quindi a fare la parte del mago perché mi batteva sempre, anche se di poco. Al gioco della talpa, per esempio, vinse di poche centinaia di punti in più. Ad air hokey invece eravamo negati tutti e due, più che fare goal, ci facevamo auto-goal a vicenda. Giocammo anche a Bubble bobble, Pac-man ed altri giochi leggendari, dopo la mia prima vittoria sentii un grido seguito da una risata malefica. Mi avvicinai, portando come il mio compagno: era un gioco con degli zombie e delle pistole, si chiamava Zombie raid. Non dovetti nemmeno chiederlo, che già Stiles afferrò la pistola azzurra, dicendomi di prendere in mano quella rossa. Le regole erano semplici: mira e spara a tutti i mostri che vedevi.

Touch || Stiles StilinskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora