29. Mar Rosso

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Mi guardai intorno mentre cercavo di calmare il respiro pensante. Non riuscivo a capire dove mi trovavo, tutto intorno a me era buio. Sobbalzai dallo spavento quando qualcosa mi poggiò una mano sulla spalla e successivamente mi coprì la bocca per non farmi urlare. Fortunatamente venni subito calmata dalla voce di Stiles che mi bisbigliava all'orecchio di non fare rumore e di stargli vicino.

Accese la torcia del telefono e finalmente potei vedere di essere in un corridoio molto ampio e pieno di armadietti ai lati: eravamo a scuola.

Improvvisamente qualcosa mi spaventò nuovamente, facendomi raggelare il sangue. Non era stato Stiles. Una macchia nera si mosse velocemente dietro di noi, stava percorrendo il corridoio incidente. Riuscivo a sentire i passi di un animale che si facevano sempre più vicini.

La paura in noi era tale da permettermi di riuscire a sentire il cuore di Stiles echeggiare nella sua cassa toracica. Le mie gambe rifiutarono di muoversi nonostante il mio istinto mi incitasse a correre più veloce che potevo verso l'uscita, volevo urlare dalla paura ma le parole morirono nella gola fin troppo secca, volevo piangere dalla disperazione ma le mie palpebre rimasero spalancate.

Appena quei passi si fecero lontani mi sentii strattonare per un braccio: Stiles mi stava guidando verso la stanza più vicina. Le gambe si muovevano a forza, qualcosa mi diceva che quella non era la direzione giusta da prendere.

Arrivammo in quella che sembrava la caffetteria. Notai subito le ampie finestre che si affacciavano verso il cortile esterno. Appena tutti furono entrati dentro aprii la bocca per avvertire gli amici della pessima scelta di nascondiglio, ma  la mia voce non voleva saperne di uscire.

"Che sta succedendo?" chiese una ragazza. Non riuscii a mettere a fuoco quello che mi stava davanti, sentivo delle voci ma non riuscivo a distinguere le parole e a capire a chi appartenessero. La testa mi girava da matti, le palpebre si facevano pesanti e iniziavo a sentire un sapore metallico in bocca mentre un dolore lancinante che partiva dal fianco mi intorpidiva il corpo intero.

"Qualcuno ha ucciso il bidello." Non sapevo a chi appartenesse quella voce, probabilmente ad un ragazzo, ma non feci molto caso a quello che stava dicendo perché in quel momento tutto si fece buio e mi sentii la terra mancarle sotto i piedi.


Aprii gli occhi e mi alzai di scatto dal letto. Pessima idea. Adesso mi girava la testa per il movimento avventato, avevo tutti i muscoli intorpiditi. Un altro incubo? Ma che sta succedendo?

Il tempo di stabilizzarmi e mi accorsi di un dolore al fianco e di un forte odore di sangue. Che succede, mi è venuto il ciclo in anticipo? Alzai la maglia del pigiama sporca di sangue e trovai un taglio ormai non troppo profondo e segni di morsi all'altezza del rene destro. Mi girai confusa e spaventata verso il letto e vidi che anche le lenzuola erano sporche di sangue, evidentemente mi ero mossa molto durante la notte, macchiando il letto. Il mio primo istinto fu quello di gridar e subito arrivò zia Meg spaventata.

"Rose sono le sei e mezzo di mattina, cosa hai da strillare come una gallina?" chiese strofinandosi gli occhi. Ma prima ancora che aprissi la bocca per parlare zia Meg notò il sangue e si precipitò in camera e, afferrandomi delicatamente per le spalle, disse: "cosa ti è successo?"

"N-non lo so...mi sono svegliata di soprassalto e mi faceva male il fianco, ho alzato la maglia e ho trovato questo tagl-" iniziai a spiegare alzando la maglia per mostrare la ferita, che avrebbe avuto bisogno di almeno due punti, ma al suo posto trovai solo una lunga crosta quasi rimarginata e del morso neanche l'ombra. "Ma che-? C'era un taglio poco profondo fino a due secondi fa!"

"Rose...come te lo sei fatto?" Non può davvero pensare che me lo sia fatta da sola, questi sono segni di artigli!

"Non lo so, stavo facendo un incubo e quando mi sono svegliata ero ferita!" le spiegai continuando a tenere il mio fianco visibile. Mentre parlavo la crosta diventò una cicatrice e poi il fianco tornò come nuovo: non c'era l'ombra di un graffio. "Ma che cazzo sta succedendo?!"

"Come hai fatto?!" chiese zia Meg allarmata mentre si allontanava di qualche passo per guardarmi meglio. Se non fosse stato per tutto quello successo, mi avrebbe rimproverato per aver detto una parolaccia, proprio come Steve Rogers. Il che sarebbe stato ironico visto che lei stessa era una scaricatrice di porto quando voleva.

"Non lo so," le dissi spaventata. Mi ricordai cosa successe con Stiles pochi giorni prima e decisi di raccontarglielo. "È già successa una cosa simile..."

"Cosa?!"

"Si, Scott aveva spinto Stiles e gli era venuto un ematoma. La mia mano si era mossa da sola sul suo livido e poco dopo era sparito." le spiegai omettendo la parte di Scott che si stava trasformando.

"Questo è davvero strano," mormorò zia Meg portandosi la mano al mento, come era solita fare quando pensava. Nonostante fossimo tutte e due confuse e spaventate sembrava che lei ne sapesse più di me. Ripeto: Bob chiamalo pure sesto senso o intuito femminile. Questa sua reazione è molto sospetta... ma sono sicura che se sa qualcosa me lo dirà a tempo debito.

"Zia ti prego, non lo dire a nessuno. Non voglio finire sotto i ferri per qualche ricerca," la supplicai avvicinandomi a lei "Per ora lo sapete solo tu, Stiles e Scott, ovviamente. Non lo deve sapere nessun'altro."

Dopo un minuto di silenzio, carico di pressione e paura, zia Meg appoggiando una mano sulla mia spalla disse sorridendomi "Beh, è il caso che tu vada a farti una bella doccia, mentre io metto a lavare le tue lenzuola!"

"Mi dispiace averti svegliato così presto..." arrossii mentre guardavo nuovamente il colore pallido dei miei piedi in contrasto con il marrone caldo del parquet.

"Non ti preoccupare, tanto dieci minuti più o dieci minuti meno non fanno la differenza" mi sorrise arruffandomi ancora di più i capelli.


marzo 2019

Author's note:

Heyla! Mi dispiace di non aver pubblicato lunedì come avevo promesso ma ho avuto una settimana molto difficile. Quindi, per farmi perdonare oggi ne pubblico due :D

Approfitto per comunicare che, casi estremi a parte, dovrei pubblicare tutti i lunedì!

Approfitto per comunicare che, casi estremi a parte, dovrei pubblicare tutti i lunedì!

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☝ Quando non sai se ti sei svegliata o se stai ancora avendo un incubo

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