42. Il cugino Miguel

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Appena uscii dalla macchina di Lydia notai, dalla mancanza di Roscoe dal vialetto, che Stiles non era ancora arrivato a casa. Decisi di entrare ad aspettarlo, così suonai al campanello sperando di trovare lo sceriffo.

"Rose ciao, non sei tornata con Stiles?" Mi chiese confuso. Si, in effetti siete sempre appiccicati manco foste dei gemelli siamesi! "Entra, se vuoi puoi aspettarlo in camera sua. Dovete farei compiti insieme?"

"Si, studiamo un pochino prima di andare alla partita." Ma a chi la voglio dare a bere, io il venerdì non studio mai.

"Partita? Giusto, la partita! Devo chiamare alla centrale per dire che stasera non sarò in servizio. Grazie Rose." Ma non ho fatto niente...?

Salii le scale entrando in camera di Stiles, in disordine come sempre. Non volevo lasciarlo solo prima della partita e poi dovevamo discutere di quello successo alla mensa. 

Quando entrai mi accolse un Derek infuriato, stavo per urlare colta dallo spavento quando lui prontamente mi tappò la bocca con la mano. Eravamo praticamente due centimetri di distanza e proprio in quel momento - il tempismo - arrivò Stiles che non si accorse nemmeno di noi. Derek ed io ci scambiammo degli sguardi allibiti. Come ha fatto a non notarci?

"Hey Stiles!" Chiamò lo sceriffo dal piano di sotto.

"Hey papà- Derek?!" Rispose quando, girandosi, ci notò ancora appiccicati - posizione molto imbarazzante e difficile da spiegare. Non è cosa da tutti i giorni vedere la ragazza che ti ha appena baciato appiccicata ad un ricercato in camera tua.

Stiles si fiondò subito alla porta coprendoci dalla visuale del padre che era appena arrivato in cima alle scale. "Che hai detto?"

"Come? Ho detto ehi papà- Rose che paura che mi hai fatto!" Recitazione: diech.

"Sì, infatti volevo avvertirti che Rose ti stava aspettando incamera. Senti ora devo uscire per occuparmi di una cosa ma...questa sera ci sarò alla partita."

"Partita? Oh si, la prima partita! Si, bene, fantastico."

"Sono molto felice per te e sono anche molto orgoglioso." Vidi, attraverso lo spiraglio della porta, la mano dello sceriffo posarsi sulla spalla di Stiles.

"Grazie, anche io sono molto felice...e orgoglioso di me stesso." Sul serio Stiles?

"Ti faranno giocare davvero, no?"

"Si, papà sono un titolare!"

"Sono davvero fiero di te," ripeté lo sceriffo. Cavolo se era una conversazione imbarazzante da sentire da dietro la porta. Una conversazione imbarazzante in generale. Poi lo sceriffo mormorò, per far sì che non sentissi - peccato che ero dietro la porta. "Divertitevi, ma usate la testa - non voglio finire su mtv-"

"Papà!" Ecco, questa non me l'aspettavo, grazie papà Stilinski, tu si che mi rendi le cose facili. Non vedo l'ora di guardarti negli occhi come se non avessi sentito nulla.

"Sì, va bene." Stiles quasi sbatté la porta in faccia al padre. "Ci vediamo dopo!" 

Quando padre e figlio si salutarono, Derek si ricordò finalmente che mi stava praticamente soffocando e mi lasciò ma solo per mettere al muro Stiles che era appena entrato in camera. 

"Cavolo,ma allora è un vizio! Anche i lupi mannari accolgono le persone scodinzolando? Non me lo sarei mai aspettato," dissi sarcasticamente.

"Se dici una parola." Derek minacciò il castano, poi si girò verso di me e solo allora realizzai di aver detto la cosa sbagliata al momento sbagliato. O semplicemente la cosa sbagliata alla persona sbagliata. Spero mi facciano un buon necrologio. "E tu ringrazia il fatto che mi stai simpatica,"

Touch || Stiles StilinskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora