10. Situazione di emergenza

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Il giorno dopo il nostro mitico trio si ritrovò agli allenamenti della squadra di lacrosse. Continuo a non capire perché il lacrosse sia lo sport ufficiale della scuola, insomma sarebbero tutti più felici se fosse la pallavolo: meno ossa rotte, spettatori che capiscono bene cosa sta succedendo, partite fatte al coperto e non sotto la neve, pantaloncini aderenti e muscoli in mostra...

"Scott ti ha fatto sapere niente?" chiesi a Stiles intendendo la situazione Scallison.

"Si, era molto sconvolto," rispose mentre ci allontanavamo dalla squadra, per non far sentire niente a nessuno, "negli spogliatoi mi ha detto che ha visto il padre di Allison e-"

"Oh, Chris! È un brav'uomo, mi sta proprio simpatico." lo interruppi sorridendo, adoravo quell'uomo. Nelle ultime settimane avevo legato con Allison e qualche volta lui mi aveva dato un passaggio. È un bell'uomo, alto, sulla quarantina, gentile – anche se certe volte lui e sua moglie dicevano cose molto strane.

"Si ma non è questo il punto!" rispose scocciato Stiles, probabilmente avevo gli occhi a cuoricino e non me ne ero resa conto. Era inevitabile con Chris: con lui potevi avere una di quelle cotte che hai per persone come Tony Stark o Johnny Depp. "Ha detto che era uno dei cacciatori che ha visto ieri ed era proprio quello che lo ha colpito con la balestra!"

"Oh-oh...sai se lo ha riconosciuto?"

"No, fortunatamente...ma resta lo stesso un problema." Rispose passandosi la mano sulla pelata. Lo ammetto: quei capelli non gli donano molto, ma quando ci passi la mano è una sensazione piacevole.

"E invece...per quanto riguarda la mia situazione hai scoperto qualcosa?" Bisbigliai, avvicinandomi di più a lui.

"Negativo, non ho trovato ancora niente. A meno che tu non sia in realtà un gatto." Questo che centra, come cavolo ti è venuto in mente? "Lo sapevi che le fusa di un gatto posso aiutare la guarigione?" poi vedendo che la squadra si stava riunendo, mi salutò.

Il coach decise di mettere Jackson in difesa, e funzionò perché buttò a terra chiunque gli passasse vicino. Aveva persino stuzzicato il mio Scotty, facendogli fare la figura del demente difronte al coach. Ma si sa, il karma è una ruota che gira e alla fine fu scaraventato violentemente a terra da Scott, il quale sembrava si stesse per trasformare. Oh no. Tutti accorsero per vedere se il capitano stava bene mentre Stiles ed io ci avvicinammo a Scott, nemmeno lui aveva una bella cera. Subito dopo lo scontro tutti e due si erano accasciati a terra – Jackson si stava tenendo la spalla destra gemendo dal dolore.

"Scott, tutto bene?" chiesi preoccupata inginocchiandomi vicino a lui, continuava ad ansimare, tenendosi la testa tra le mani.

"Non lo controllo, sta per succedere," rispose cercando di fare respiri profondi, appoggiando le mani sulle ginocchia e... ringhiando.

"Come, proprio qui, adesso?" chiese preoccupato Stiles cercando di farlo allontanare dal campo di lacrosse, non era certo il luogo adatto per diventare un mostro assetato di sangue. "Andiamo."

Arrivati nello spogliatoio lo facemmo sedere su una delle tante panchine, per farlo calmare ma con scarso successo. Passo più tempo nello spogliatoio dei maschi che in quello delle femmine, almeno potessi vedere qualcosa di più invitante che lupi mannari sarebbe molto meglio.

"Scott, mettiti giù. Stai bene?" Chiedemmo in coro ma quello si alzò di colpo ringhiando a pieni polmoni. Scommetto fa così perché abbiamo di nuovo parlato all'unisono. Anche io mi sarei arrabbiata, sinceramente.

"State lontani da me!" Urlò andandogli in contro. Cavolo, calmati: stavamo solo parlando allo stesso momento, non c'è bisogno di sbraitare.

Touch || Stiles StilinskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora