50. Confusione

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Mi risvegliai su un materasso ammuffito di una casa abbandonata. Era notte e una leggera brezza mi accarezzava la pelle, nell'aria c'era odore di pioggia. Sta schizzettando.

Dopo qualche secondo - forse minuti - spesi a contemplare il vuoto, decisi di alzarmi per cercare di capire dove mi trovavo anche se ormai era ovvio: in quale altra casa abbandonata in tutta Beacon Hills potevo trovarmi se non in quella della famiglia Hale? Mi feci forza coi gomiti per mettermi seduta, i miei addominali erano troppo indolenziti per fare tutto il lavoro da soli. Appena abbassai lo sguardo verso le mie gambe notai il mio vestito ormai irreparabilmente macchiato di sangue ma delle ferite causate da Peter non rimaneva molto. Mi tornò in mente tutto quello che era successo quella sera, dalla chiacchierata con zia Meg al lento con Stiles fino all'aggressione di Lydia. Dove sono e che fine hanno fatto Lydia e Stiles? Come ci sono arrivata qui?

D'un tratto cominciai a sentire qualcosa di bagnato che cadeva sulle mie mani appoggiate sulle mie cosce: stavo piangendo. Mi portai una mano in viso e con un dito toccai la palpebra inferiore per accertarmi che stessi davvero piangendo. Perché? Non ne avevo idea. Più ci pensavo e più mi assaliva un senso di angoscia e di terrore: la paura prese il sopravvento ed iniziai a singhiozzare più sonoramente.

Improvvisamente sentii uno sparo non poco distante da dove mi trovavo. Perfetto: questo di sicuro non sta contribuendo a questa mia crisi di nervi. Nonostante la paura mi asciugai, inutilmente, le lacrime e decisi di alzarmi per vedere cosa stava succedendo. La fai facile. Dopo vari tentativi riuscii ad alzarmi in piedi come avrebbe dovuto fare un Homo sapiens sapiens che si rispetti ed iniziai ad avanzare barcollando verso quella che sembrava una porta. Oh no, cattiva idea. Mi appoggiai al muro più vicino per evitare di cadere: avevo le vertigini ed il fatto di portare i tacchi non aiutava la situazione. Mi accovacciai a terra e mi tolsi le scarpe: meglio sporcarsi i piedi di terra che cadere e rompersi la testa. Questi però è meglio portarseli dietro: se perdo i tacchi della zia, quella mi ammazza. E poi possono servire come arma di difesa: questo tacco a spillo in un occhio può fare molto male!

Oltrepassata quella porta mi ritrovai in un salone ampio ma in decadenza. Si, questa è casa Hale, riconosco le scale. Mi guardai un po' in torno per orientarmi meglio e capire se non ero sola. BANG! Un altro sparo fece calare il silenzio nella riserva di Beacon. Aumentai il passo e mi diressi verso quella che sembrava la porta d'ingresso. La aprii e con mio stupore scricchiolò così forte che potevano sentirlo fino a Miami. Mormorai un "e ovviamente!" mentre alzavo lo sguardo che incrociò due pistole rivolte verso di me facendomi stridere dallo spavento. Se la serata continua così, sento che me la farò addosso.

"Rose, che ci fai qui?" La voce di Scott mi fece tornare coi piedi per terra ma non fu il solo a pronunciare il mio nome invano: c'era una bella rimpatriata della morte con la famiglia Argent, Derek e Scott. Yuppy!

"Vorrei saperlo anche io." Risposi barcollando fuori dalla porta, verso il porticato ma rimasi a mia debita distanza: non volevo certo lasciarci le penne facendo un passo falso! "Ricordo che sono stata attaccata da Peter nel campo di lacrosse. Ma che sta succ-"

"Shh!" Chris ci intimò di fare silenzio, facendoci notare un rumore di passi alle mie spalle. In un impeto di adrenalina scattai alla mia destra allontanandomi dalla porta, giusto in tempo per evitare Peter forma lupo scattare fuori da casa Hale. Per un pelo non mi trinciava!

E te pareva che iniziava a piovere al momento dello scontro finale.

Appena Peter si buttò contro gli Argent, mi accovacciai a terra spaventata: non avevo la minima idea di cosa fare.

Touch || Stiles StilinskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora