12.

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Lezioni


Avevo sempre escluso la possibilità che Justin potesse essere pentito di aver ucciso qualcuno e quando quella sera mi aveva detto che gli mancava Alice ero rimasta senza parole. Da quel giorno mi erano frullate molte più domande del solito in testa "perché l'ha uccisa e preferiva me?" "Perché non aveva salvato lei?"


-Quinn ti devo dire una cosa e non credo che ti piacerà.

-Che succede?

Chiesi allarmata. Stivie era appena entrato dalla porta e sembrava arrabbiato, ma nello senso tempo preoccupato. Cosa poteva essere successo di tanto grave?

-Alzati, LUI ti vuole vedere.


Sentii il cuore spezzarsi, come succedeva del resto ogni volta che dovevo vedere Justin.

Almeno stavo un po' meglio rispetto a più o meno due settimane prima quando avevo cenato con lui. Anzi, dopo la rivelazione del fatto che gli mancava Alice, avevo smesso almeno un po' di avere paura, anche lui era umano infondo, molto in fondo. Chissà perché aveva deciso di aprirsi proprio con me, forse ero l'unica che, avendo così tanto paura di lui, non l'avrebbe mai giudicato.

-Che vuole?

-Ecco, adesso arriva la parte peggiore.

-Cioè?

-Imparerai come si sopravvive in questo mondo

-Cosa?

-Inizia ad alzarti, ti spiego mentre ci avviamo.


Sospirai, ma mi alzai e lo raggiunsi fuori.


-Tutti noi conosciamo queste cose ma generalmente le donne non le imparano, solo poche l'hanno imparate fino ad ora, anche la stessa Alice le conosceva.

-Ma di cosa stiamo parlando su per giù?

-Questo non devo essere io a dirtelo, preferisco ti spieghi ... LUI.

Deglutì, quel suo comportamento mi fece mettere in agitazione ancora di più. Preferii non sentire altro finché non arrivammo alla porta del capo. Dovevo passare del tempo con lui di nuovo, non potevo crederci.

Ogni volta che mi sentivo libera dovevo totnare in quell'inferno, chissà se un giorno sarei riuscita veramente a uscire da lì e non rivederlo mai più.

-Senti Quinn.

-Si?

-Non mi piace il fatto che passi così spesso il tempo con LUI.

-A chi lo dici.


Dissi sconsolata.


-Almeno stai attenta.


Mi accarezzò il braccio, un sorriso mi uscì involontario. Sentivo che era il tocco di qualcuno che mi voleva bene, un amico. Potevo
confidarmi con lui, era l'unico.


-Lo farò.

-Ciao Quinn.


Sorrise e andò via, il suo sorriso mi trasmise calma anche se solo per pochi secondi, mi voltai e guardai la porta sapendo che ormai era arrivato il momento di aprire e affrontare le mie parole. L'ansia e l'angoscia mi assalirono e la tranquillità che avevo provato un momento prima svanì. Piano piano aprii la porta, entrai e la richiusi alle mie spalle. Senza guardare Justin. Ero ancora girata quando qualcosa a ad alta velocità mi sfiorò i capelli e si conficcò nel muro davanti a me. Non mi mossi, ma trovai il coraggio per posare gli occhi sul coltello infilato esattamente tra il muro e lo stipite della porta, in quel momento capii cosa voleva dire Stivie con "imparerai come si sopravvive in questo mondo".

These Four WallsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora