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Confessioni

Il giorno dopo quell'avvenimento ero stanca perché la notte non ero riuscita a dormire. Mi continuavo a chiedere: perché ho quasi ucciso Stivie? Quando sono diventata così violenta? Sono davvero la ragazza di Justin?
Lui aveva detto "nessuno può chiamare puttana la mia ragazza" era stato davvero un gesto dolce, certo non tanto per Stivie, ma avrei scommesso che se qualcuno mi avesse chiamata così davanti a Criss lui mi avrebbe detto di lasciare perdere e avrebbe sorvolato sull'argomento. Justin aveva preso le mie difese invece, a modo suo, ma l'aveva fatto.

Conoscendolo era davvero un bravo ragazzo infondo, chissà cosa però lo spingeva ad essere così crudele con le persone che non erano me. Certamente uno dei tanti problemi era il fatto che non conosceva un altro modo per comportarsi con loro, ma quando li guardava il suo sguardo era carico di odio, questo doveva scaturire da un problema molto più profondo che io volevo scoprire.
Per quanto riguardava la questione di Stivie, aveva perso moto sangue, ma ero sicura che con qualche punto si sarebbe rimesso presto. Lo speravo, in parte era anche colpa mia se Justin lo aveva aggredito in quel modo.
Ero immersa nei miei pensieri quando sentii bussare alla porta.

-Avanti.

Entrò Luke con un vassoio in mano, in silenzio lo posò sul tavolo e fece per andarsene di nuovo. Perché era così taciturno?

-Luke, come stai?

Chiesi ripensando a come Justin lo aveva picchiato.

-Bene.

Disse freddo e attraversò la porta per uscire.

-Che fai? Perché non mi parli?

Anche lui adesso ci si doveva mettere?

-Vieni qui, dimmi che hai.

Tornò indietro e mi guardò dritta negli occhi, era innervosito con me.

-Niente. Sto bene. Ti basta?
-No, non mi basta. Cosa ti ho fatto io adesso?

Io non ero mai andata contro di lui, non mi meritavo quel trattamento.

-Per caso hai visto come è ridotto Stivie?
-No...

Sussurrai.

-Bene.

Rispose lui e si girò per andarsene.

-Ma.. ma non sono stata io a picchiarlo.
-E' come se l'avessi fatto.

Disse voltandosi di nuovo verso di me.

-Non.. è vero...

Pronunciai quelle parole quasi come se mi stessi ponendo una domanda, era vero. Io non l'avevo aiutato, anzi, avevo aggravato la situazione.

-Non è vero? Non è vero?! Come fai a dire che non è vero?

Si avvicinò bruscamente a me, i suoi occhi erano infuocati di rabbia.

- Io...

Non sapevo che dire.

- Tu hai condannato a morte Stivie. Sappilo.
-Il capo non l'ha ucciso.
-Tu non capisci, ormai l'ha preso sottocchio, lo farà presto. E quando morirà capirai i tuoi errori e i tuoi sbagli, hai perso un amico.
-È lui che si è voluto allontanare.

Stivie mi aveva trattata male per primo, io mi ero solo difesa.

-Spero solo che ti manchi. Che ti stia per sempre sulla coscienza. Sarà il tuo fardello da portare.

Forse sarebbe stato vero, non potevo stabilirlo, del resto, ancora la mia rabbia per lui non era passata completamente.

-Mi farò nuovi amici.
-Come? Costringendoli? Tutti hanno paura di te qui. Spero che un giorno lo capirai.

These Four WallsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora