13.

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Tutti hanno un cuore


Dopo quel giorno, quando Justin mi aveva mostrato le sue cicatrici non ci eravamo più visti. Io mi sentivo in imbarazzo ad aver fatto una pessima figura. Credevo che lui mi stesse aiutando invece mi sbagliavo, mi aveva detto chiaro e tondo, senza giri di parole, che non aveva mai avuto intenzione di darmi una mano, era stata solo una mia impressione. Non ci vedevamo da circa 2 settimane, forse perché anche lui era in collera con me. L'ultima volta era sembrando freddo e inespressivo come i primi giorni in cui ci eravamo conosciuti. Non volevo ammetterlo ma mi mancavano le nostre lezioni. Davano una svolta alla monotonia della mia vita lì ed era interessante passare del tempo con lui. Adesso pensavo solo a svolgere il mio lavoro e, qualche volta, mi vedevo con Stivie che era tornato più dolce e simpatico di prima. Per quanto riguarda Luke era sempre il solito antipatico, ma da quando avevo imparato più o meno come lanciare un coltello stava attento a quello che diceva, ovviamente, però, sapeva che non gli avrei mai fatto davvero male.

**

-Avanti.

Mi chiedevo perché dopo tutto quel tempo Justin aveva deciso di vedermi. Forse la collera gli era passata e voleva riprendere le mie lezioni. Ero emozionata e nello stesso tempo agitata di doverlo rivedere ogni giorno.

Entrai e mi chiusi la porta alle spalle.

Non era cambiato dall'ultima volta, era sempre distaccato e freddo, seduto alla poltrona si alzò e mi venne in contro.

-Vieni con me.


Furono le uniche parole che proferì. Mi afferrò per un polso con delicatezza e si avviò verso il bagno, o meglio la sua stanza.

Entrammo e mi fece sedere sul suo solito divanetto.

-Ho una cosa per te.


Andò verso un armadio e tirò fuori un pacco, subito dopo si voltò, si sedette accanto a me e me lo porse.

-Aprilo.

-Cos'è?

-Aprilo e vedrai.

Sfilai il fiocco e tolsi la carta che lo avvolgeva. Non mi sarei mai aspettato un regalo. Anche perché non era una festa in particolare. Per un momento pensai che potesse essere una bomba perché si era pentito di avermi lasciara vivere. Ma Justin non avrebbe messo in pericolo la sua vita per uccidermi e se fossi saltata in aria, lui l'avrebbe fatto con me.

Aprì la scatola e vidi un coltello, simile al suo.

-Questo è per te. Ti piace?

-Emh si...


Nessuno mi aveva mai regalato un coltello prima, la gente tendeva di più a regalarmi cose tipo collane o bracciali ma devo dire che un coltello poteva essere un buon regalo, utile e ... interessante, si.

-Perché questo regalo?

Ci pensò un po' su poi disse:

-Tutti quelli che hanno un coltello qui o posseggono un'arma di qualsiasi tipo sono considerati dei veri e propri soci, anche tu lo sei adesso.

Ero entrata a far parte di quella società definitivamente ormai.

-Guarda, se apri la custodia sulla lama c'è l' iniziale del tuo nome scritta sopra.

La aprii, era incisa una "Q". La lama sembrava affilatissima, avrei potuto tagliare qualunque cosa con quello.

Era scintillante e faceva paura, mi mise subito in ansia.

These Four WallsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora