Assassina
Non vidi Justin per molti altri giorni, preferivo stare in infermeria e non passare del tempo con lui. Purtroppo, ormai era arrivato il momento di andarsene da quel posto. Il medico mi aveva aiutata a prepararmi e aveva chiamato Justin per venirmi a prendere, credeva che ancora non fosse saggio lasciarmi sola in giro per la società. Così io e Justin, in silenzio, avevamo raggiunto la sua stanza. Mi sentivo ferita, ma non potevo negare che in quei giorni Justin non mi fosse mancato e mi sentivo male per il fatto che era così taciturno,perché forse era arrabbiato con me.
-Mi odi?
Sussurrai, mentre lui posava la mia borsa sulla scrivania dell'ufficio.
-No.
Rispose secco.-Allora perché non mi parli?
Chiesi, sperando non si arrabbiasse.
-Ti ho parlato tanto l'ultima volta, ma tu non hai risposto.
Incrociò le braccia con aria di collera e si incamminò verso di me.
-Mi dispiace.
Mi guardai i piedi per l'imbarazzo, era colpa mia se adesso non mi parlava, forse era meglio così del resto. Notò la mia espressione perché subito dopo si scusò per ciò che aveva detto. In realtà non c'era nulla di cui avrebbe dovuto scusarsi, se non per il fatto che mi aveva mentito.
-Scusami, hai ragione tu. Volevo troppo da te, sei piccola e indifesa ed è normale che Peter ti abbia spaventato.Mi raggiunse, si mise davanti a me e sospirò in segno di rassegnazione.
-Non ho più paura di lui.
Sussurrai.
-Allora perché sei fredda con me?Era il momento di dirglielo, dovevamo chiarire, eppure ero così spaventata di venire a conoscenza della verità.
-Io ho... scoperto delle cose...Mi limitai a dire.
-Che cosa? Che cosa ti ha detto quel bastardo?
Mi prese per i polsi e mi scosse costringendomi a guardarlo negli occhi. Era diventato rosso e la vena del collo pulsava per la rabbia.-Non bastava trattarti male, no, doveva anche inventarsi bugie.
Mi urlò addosso, mi faceva tanta paura in quello stato, involontariamente una lacrima mi solcò il viso. Sapevo che non era arrabbiato con me, ma con Peter, nonostante tutto non riuscivo a non essere spaventata. Avrei sfidato chiunque in quel momento, al mio posto, avendo provato tutto ciò che avevo passato, a non piangere. Justin mi lasciò i polsi e mi abbracciò delicatamente.-Scusa principessa, non volevo spaventarti. Non piangere.
Mi strinse più forte, io feci lo stesso con lui, con mia grande sorpresa. Era così bello stare nelle sue braccia, sentire il suo cuore battere, il suo respiro sulla mia testa. Non avrei dovuto cedere e rispondere all'abbraccio, lui credeva che Peter mi avesse mentito, ma io no. Se avesse voluto mentirmi per farmi allontanare da Justin avrebbe inventato una storia più dettagliata, non mi avrebbe lasciato con dubbi.
Non potevo dimostrare che Peter aveva ragione, ma neanche che mi aveva preso in giro. Così tutto restava nell'ombra.-Sono molto arrabbiato con lui, non con te.
Mi passò una mano tra i capelli, accarezzandomi la testa.

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These Four Walls
Fanfiction-Sono gli ordini, non si discute. -Ma il capo.. -Ma il capo niente. Valla a prendere. Ovviamente parlavano di me. La parola "capo" mi fece sussultare. Lui, molto probabilmente, avrebbe potuto decidere di uccidermi o sarebbe potuto essere la mia anco...