Capitolo 5 : il più bel giorno della settimana!

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Mi alzai dal letto e senza neanche cambiarmi uscii dalla stanza correndo, e dicendo: "oggi è sabatooo, finalmenteeee".

Tutte le ragazze del dormitorio femminile aprirono la porta di colpo, per capire chi era quella pazza che urlava.
"Ma chi è?" chiesero.

Ed ero io!! Contenta di far capire che non sono normale.

E volevo essere conosciuta per com'ero fin dall'inizio, non come nel mio passato...
" noeeee, cosa stai facendo??" chiese Anna con uno sguardo preoccupato.
-" be è chiaro, urlo ai quattro venti la mia felicità di questo giorno fantastico!!" dissi con un sorriso che mi arrivava da un orecchio all'altro.

Entrai in camera di Anna:
"Ma guarda quanto siete disordinate voi!! Ma non si fa, signorine Clarck e Collins" -"ma sentila perfettina, vogliamo vedere quella di te e Claudia?" disse Anna in tono di sfida ma sorridendo.
-"dai vabene, un'attimo che sveglio Claudia e poi venite"
-"mm...ok".

Corsi verso camera mia ed entrai spalancando la porta.
"Clauuu, sbrigati dobbiamo fare ordine alla stanza dai suu!!!!"
-"uff... Ma perché Noe?" disse assonnata.
-"non c'e tempo per spiegare, sbrighiamoci!".

Era davvero impossibile riordinare la stanza ma dovevamo farcela.
C'erano vestiti ovunque, matite per gli occhi e smalti per terra, calzini sulla lampada bianca, il Phon e libri sotto ai letti, le tende sporche di pennarelli, il tappeto ormai finito sotto all'armadio di Claudia , fazzoletti per aria e altro ancora.

Poi qualcuno bussò alla porta.
-"un'attimo Anna Arriviamo" dissi.
Iniziò a spingere la porta, ma cercai di bloccarla ammucchiando cose intorno.
" fatemi entrareee" -" ehm..Anna potresti smettere di spingere la porta?"-"signorina Watson mi faccia entrare!!!" disse bussando più forte .
-"Ok Anna hai vinto, la nostra camera è un casino pazzesco, non entrare"
-"signorine Watson e Cooper fatemi entrareee, sono qui per il controllo camere!!!!".
-"Anna smettila di darci del lei!!!, dai entra così fai la finita " dissi nervosa.

Aprì la porta e rimasi di sasso.
Era la preside ed era arrabbiata nera con noi.

"Allora? Signorina Watson e signorina Cooper siete in punizione a partire da lunedì!!!!"-
-"ma..ma preside, io pensa-sa-vo-vo che fosse A-anna" sospirai balbettando per la paura.

-" e invece no!!! Vi beccate un quattro e una nota per il vostro disordine della stanza e in più oggi non potrete uscire fuori dall'Accademia come avevo intenzione di farvi andare!"-

-" ma preside non lo sapevamo, ci scusi..." rispose Claudia implorando pietà.

Ci guardò con occhi glacciali e se ne andò senza dire una parola.

Ci guardammo e poi ributammo tutto all'aria, tanto lo sforzo non era servito a niente.
Arrivò Anna: "Claudia si è svegliata?" -"lascia stare Anna...." dissi guardando ancora il punto dove la preside se n'era andata via.

Pensai a cosa ci avrebbe fatto fare come punizione.

Non andai neanche a fare colazione, mi vestii con una tuta e una maglietta presa a caso e iniziai a scendere le scale.

* * * *

Mi trovai in giardino a camminare a testa bassa, il tempo era brutto, tutto grigio e il mio umore anche non era granché.

Pensai al sogno che avevo fatto, ricordo che correvo nel bosco e ora che ci facevo caso, l'avevo visto da qualche parte, mi era famigliare ma non mi ricordavo dove l'avevo visto.

Mi girai in torno per capire dove l'avevo visto, poi vidi una luce blu in lontananza e decisi di avvicinarmi.

Mentre mi avvicinavo avvertivo un presentimento e non so se positivo o negativo.
Continuavo a camminare, ma quando mi avvicinavo la luce blu si allontanava, come se volesse che io la seguissi.

Mi misi a correre come una bambina sperduta che non si guarda mai alle spalle, e poi si fermò finalmente ma sparí e non la vidi più.

Mi accorsi di essermi allontana un bel po' rispetto all'Accademia e più lontano andavo, più quel posto si isolava dalla scuola e vidi nient'altro che alberi.
Decisi di chiudere gli occhi ripensando al sogno e come se lo stessi rivivendo: "correvo e correvo a più non posso guardandomi indietro di tanto in tanto, ma più veloce andavo e più lui/lei era vicina/o... Era come giocare a nascondino, io correvo e mi nascondevo dietro a un albero, e lui/lei contava e mi inseguiva, sapendo sempre dov'ero.
Non capivo, chi fosse, cosa volesse da me e poi mi chiesi, : " ma perché sto scappando? ", poi una mano mi coprì "

Aprì gli occhi di scatto ma avevo sempre quella mano davanti agli occhi, poi si tolse e vidi un volto famigliare, Era Will.

" Noe cosa stai facendo qui da sola?"
-"e tu?" -" ah ehm..volevo stare da solo e mi sono messo a giocare con un gattino " - " ah...giocavi mica anche con una luce blu"
-" no..." disse guardando Altrove.

Si sedette anche lui e iniziammo a parlare.
"Come mai volevi stare da sola, è successo qualcosa??" -" non proprio, ho fatto uno strano sogno ieri e non né capisco il senso." - " Be, non bisogna credere ai sogni che si fanno, perché riguardano al nostro inconscio e la nostra fantasia , i ricordi che abbiamo dimenticato  finiscono tutti li dentro.
E nei sogni vengono "rielaborati" diciamo, attraverso la nostra fantasia.
-" be..allora sé come dice te, non mi soffermeró più di tanto."

Dopodiché ci dirigemmo verso l'accademia, e in meno di quindici minuti arrivammo.

"Io Noe vado a cercare Lucas"
-"si vabene ciaoo" dissi e ci salutammo con un abbraccio.

Girai al primo piano per le aule.
Ad un tratto sentì un dolce suono, non sapevo cosa fosse, la curiosità prese il sopravvento, e mi avvicinai.

Camminavo e camminavo, sentivo il rumore dei miei passi sul pavimento e quel suono.
Piano piano che mi avvicinavo era sempre più forte ma dolce.

Mi avvicinai ad una stanza che aveva la porta socchiusa, probabilmente era un'altra biblioteca ma più piccola e con molti spartiti.

Vidi un ragazzo dai capelli castani suonare dolcemente il pianoforte, lo riconobbi e cercai di entrare in punta di piedi senza fare rumore.

Quando finì il brano, dissi quasi come un sussuro " non sapevo che suonassi così bene".
Si girò di scatto quasi spaventato e mi sorrise.
"Be..non sono molto bravo, ma mi piace molto e lo suono da quando ero piccolo"- " anche mia mamma lo suona da quando era piccola, ma non mi ha mai insegnato" - " ah..peccato, se vuoi ti posso insegnare qualcosa , dai siediti qui vicino a me."

Mi sedetti vicino a lui senza dire niente.
Mi cinse i fianchi con le sue braccia e con le sue mani, appoggiò le mie sulla tastiera.

Provai un leggero imbarazzo, e un leggero calore diffondersi nel cuore.
Non sapevo esattamente cos'era, ma rispetto alle altre volte, ero un po' più tranquilla ma non di molto. Forse le sue braccia intorno ai miei fianchi mi rassicuravano, o forse no e al contrario mi agitavano.

Poi arrivò Will da dietro la porta: "uuu, ahia forse non dovevo entrare"
-"non stiamo facendo niente di particolare Will!!!" disse Lucas.

Ero inbarazzo, ma per mia fortuna non diventai rossa.

Lucas scappò senza dire una parola.
"Ops...mi spiace" disse Will.
Lo guardai con rabbia, fulminando con lo sguardo.

"Tanto siete solo amici no?" chiese.
-" già... Solo amici".

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