Capitolo 35 : Il cassetto

88 8 0
                                    

POV'S LUCAS:

Erano passati giorni da quando Noemi era partita e giá mi mancava.
Solo a pensare a tutto quello che le avevo detto...

Flashback: " "Lucas..." Disse lei debole.
-" tutti parlano male di te! È nessuno riesce a crederti, perfino Anna ed Elisa che erano le tue migliori amiche... io...io non riesco piú... a- a riconoscerti.." Dissi quelle parole con disprezzo. Ricordo ogni singolo instante di lei : la tremarella per il freddo, la gamba nera con un livido che non sapevo che avesse, e quei occhi...occhi arrossati per il pianto, limpidi da sembrare cosí sinceri, teneri ed innocenti. "

Ricordo peró, tutti gli altri momenti in cui l'avevo fatta soffrire e provai odio per me stesso. Ricordai anche tutti I momenti bellissimi passati insieme.

La rabbia prese il sopravvento e iniziai anche a pensare di nuovo ai brutti momenti.
Che rabbia che mi stava venendo, stavo trattenendo la tensione, trattendendo l'energia...dovevo sfogarmi in qualche modo.

* * * *

POV'S PAUL :

Erano le nove, ed io ero in classe per la lezione di scienze.

"Allora ragazzi, cos'e la cellula e dove si trova?" Chiese il professore.

Erano tutti spaesati, nessuno sapeva cosa volessero dire cellula, e molti dicevano cose a caso. Uno disse perfino che la "cellula" era un apparecchio non sviluppato che veniva prima del cellulare.

Visto che nessuno sapeva di cosa si trattasse, allora alzai la mano timidamente.

"Allora, nessuno lo sa?" Chiese il professore, prima di guardare nella mia direzione.

"Scusi signore...." dissi interrompendolo

"....ma la cellulare è un organismo presente nel nostro corpo, minuscolo ai nostri occhi e che svolge determinate funzioni."

-"eccellente signor Anderson!" Disse lui fiero. Aveva l'aria miglore rispetto a quella annoiata di prima.

"Allora, come diceva il signor Anderson.. La cellula è..." E continuó il suo discorso, ma io non stetti piú a sentire.

Quella ragazza di nome Noemi, sembrava strano ma sentivo anche per poco la sua mancanza. Mi piaceva prenderla in giro, farla arrabbiare e poi farle il solletico per farla ridere.

Mi divertivo spesso con lei, ma temevo il giorno in cui avrei dovuto dirle tutto: perché la conoscevo, perché aveva dei poteri ecc.

Forse sarebbe stato tutto piú semplice se lei avesse scoperto tutto quanto da sola. Non era stupida, ma faceva davvero troppe domande anche se le faceva perché voleva sapere.

Era davvero esasperante quando mi faceva tutte quelle domande, e spesso mi veniva da dirle "hai finito di chiedere? Non puoi ragionare con la tua testolina?", ma non lo facevo mai.

Per quanto forte era, bastava toccarle il tasto debole, che crollava come una foglia dal cielo, come un bambino che appeno lo tocchi cade o si fa male, come qualcosa in bilico che basta sfiorarla e si spezza o precipita.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 06, 2016 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Il segreto di NoemiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora