Capitolo 32 : Ferita

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" "Posseduta- posseduta"
Ero circondata da quasi tutta la scuola, e non capivo piú niente, c'erano vetri rotti da per tutto, e in piú c'era fuoco che avampava, persone stese a Terra, altre che tossivano, altre che cercavano di scappare.
Mi alzai barcollando, e vidi la faccia arrabbiata di Lucas.
"Che cosa hai fatto? Io ti...."
-"Lucas ma io..." Non riuscí a parlare che lui mi tiró uno schiaffo e mi disse "ormai non conti piú niente per me."
Quelle parole mi bloccarono il respiro e il cuore, come se non riuscissi piú a respirare e come se il mio battito si fosse fermato. Ci guardammo, vidi dolore e rabbia nei suoi occhi ma anche delusione, era deluso di me, ormai non c'era piú niente...
Avevo perso tutto, il fuoco mi avvolse ed io lasciai che mi bruciasse, le scottature che mi stava facendo non erano niente in confronto al dolore che avevo dentro, al dolore che provavo..."

Mi svegliai urlando o con occhi ancora gonfi per il pianto, subito dopo mi accorsi che ero ancora sull'albero ma stavo per precipitare.

Cercai di aggrapparmi con tutte le mie forze ma non riuscí a salvarmi e caddi con un tonfo sul prato umido.

Caddi con tutto il peso su una gamba ma solo dopo sentí un dolore fortissimo e insopportabile.

Cercai di alzarmi ma non ci riuscí, la gamba mi faceva troppo male e sembrava bloccata, come se non si potesse piú muovere.

Dopo un pó vidi qualcuno da lontano.

Era Paul, che camminava a passo deciso verso di me, chissà se anche lui aveva saputo dell'accaduto. Ma probabilmente si.

"Noe...cosa ti è successo? Ho saputo dell'accaduto come tutti..."

-" sono caduta....e" non riuscí a finire che un fortissimo nodo alla gola si formó impedendomi di parlare.

Mi abbracció ed io mi strinsi forte a lui appoggiando la testa nel suo petto.

Dopo cercó di tirarmi su anche se non volevo. Sentí dolore in tutto il mio corpo, il sangue che pulsava nelle vene sopratutto dalla gamba.

Non appena tiró su la gamba ferita, urlai di dolore.
Feci fatica, e grazie al cielo c'era lui che mi aiutava. La gamba forse era fratturata o forse aveva avuto solo una distorsione.

Mi portó in infermeria.
"Ehm...noe, se vuoi che io ti fasci la gamba, dovresti toglierti i... pantaloni..."

Diventai rossa in un'attimo, e avrei voluto sprofondare per la vergogna.
Ma alla fine lo feci con fatica e molto lentamente.

Mi guardó negli occhi con illuminazione e poi esaminó la mia gamba con stupore.

"Noe..." Era troppo scioccato.

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