Capitolo 21 : Il ritorno di Anna

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Era venerdì 16 novembre e Anna tornò a scuola.
Suo fratello invece tornò a casa con la madre.

Quando arrivò all'entrata dell'Accademia, la strinsi in un forte abbraccio.

"Stai meglio vedo!" dissi tutta felice.
-"eh già, non vedo l'ora di riabbracciare gli altri e poi venire a conoscenza di tutto quello che è successo quando ero in ospedale.
Era un mortorio lì! ed ero l'unica ragazza in mezzo a vecchietti settantenni che giravano col bastone. Una noia mortale, per fortuna che c'era il mio fratellino che mi teneva compagnia." disse.

Feci una risatina e risposi rassicurandola:" dai ora sei qui con noi."

L'accompagnai alla sua stanza, dove c'era Elisa sdraiata a pancia in giù per terra.

Quando arrivammo, ebbi l'impulso di tirarle un calcio ma mi trattenni e le tirai solo un cuscino sulla schiena.

Si lamentò e si alzò lentamente stiracchiandosi.

"Buon giorno chiunque tu sia." disse.

Poi aprì gli occhi e nel vedere Anna le si illuminarono.
"Anna!!" le disse alzandosi e correndo ad abbracciarla.

"Hei ciao, vedo che l'hai tenuta in ordine la stanza durante la mia assenza." disse Anna.

Fece per rispondere ma io intervenì:
"Ehm...ciao Eli.." ,
-"oh ciao scusa Noe, ero presa per Anna e non ti ho visto."

Feci un sorriso forzato e le dissi di non preoccuparsi.

"Se se, non se n'era proprio accorta di me.." pensai tra me e me.

* * * *

Erano le 3:30 ed io ero in camera a cercare di ordinarla.
Aprì un scatola con scritto "roba vecchia", dove dentro vi erano delle fotografie e delle letterine.

Ripensai al mio sentimmo compleanno...
"Tesoro,non sbirciare se no non è più una sorpresa.
-" ma mamma!! Oggi è il compleanno..." dissi sbuffando.
"Dobbiamo aspettare gli invitati, un po' di pazienza..."disse lei con tono severo.
Mi girai e andai in camera con la testa bassa e camminando scalza, era sempre stata un'abitudine che non ero mai riuscita a togliermi.
La mia camera era in fondo al corridoio ed era particolare per la sua forma rotonda, era spaziosa e luminosa ( come tutte le altre stanze tranne i due bagni), c'erano gli armadi con le porte scorrevoli come piacevano a me, un tappeto verde che occupava quasi tutta la stanza , una mini libreria dalle pareti e una vista stupenda.
Abitavamo in una casa indipendente e circondata per la maggior parte da alberi.
Dalla mia stanza si vedevano le immense quercie e in lontananza le colline. Era bellissimo lì, solo che dopo pochi anni ci trasferimmo per lavoro.

Avevo un diario blu a righe, dove ci scrivevo e altro.
E quella sarebbe stata la giornata perfetta per scrivere. Poi cercai il vocabolario dalla piccola libreria per cercare il significato di una parola, ma ad un tratto sentì uno strano rumore provenire dalla finestra.
" hei, tu!" disse una voce.
Mi girai cauta con occhi sbarrati.
"Si, proprio tu!" .
Feci per rispondere ma sentí la mamma chiamarmi.
"Tesoro, sono arrivati tutti.
Puoi aprire i regali ora, ma dove sei finta?"
-"tranquilla mamma, arrivo..."

Poi presi la fotografia di mamma e papà che avevo davanti," com'erano giovani" pensai.
Subito dopo però, nascosi la scatola sotto al letto perché fui invasa dalla nostalgia e non volevo peggiorare.

Dopodiché scesi le scale, avevo freddo e mi era venuta voglia di andare a prendere una cioccolata calda.

Quando arrivai al bar-delleschifezze, senti dei rumori violenti provenire dalla palestra che mi fecero sobbalzare.

Sgranai gli occhi e invece di prendere la cioccolata calda, mi diressi a passo felpato alla palestra.

Per qualche minuto ci fu silenzio, giusto in tempo di arrivare alla palestra dal soffitto alto.
Poi però appena fui dalla porta, ne senti un'altro e non capì cosa fosse.

Sbirciai dalla fessura e mi avvicinai così tanto da sbattere la faccia contro la porta.
Mi allontanati subito ma inciampai e caddi da ferma con un tonfo.

La pacca improvvisa sul pavimento ghiacciato mi fece rabbrividire e venire male alla gambe così tanto, che dovetti strofinarmele con le mani per farmi passare il dolore.

Dopo poco mi rialzai lentamente e tornai a sbirciare dalla fessura, per fortuna chiunque fosse lì dentro non si accorse di me.

Ci fu un'altro rumore improvviso e alla fine entrai spalancando la porta.

Vidi un ragazzo dai capelli castani un po' scompigliati appoggiato con le mani al muro e la testa bassa.
Non si vedeva la faccia ma riuscì a riconoscerlo all'istante.

Mi avvicinai anche se lui non si accorse subito della mia comparsa.

"Hei.." dissi piano e guardandolo preoccupata.

Non si girò nemmeno ma si accorse di me, e mi ignorò continuando a fare quel rumore: tirare pugni al muro per farsi male.

"Cosa stai facendo???" dissi preoccupata.

Era senza maglietta ed era sudato, teneva i pugni stretti sul muro e sul pavimento c'era qualche goccia di sangue.

Non rispose, allora mi avvicinai ancora e gli misi una mano sulla schiena, aveva un fisico fantastico e arrosii un pochino.

Al tocco rabbrividí e poi si rilassò,
Aveva dei segni neri e non capivo.

"Lucas..." dissi addolorata.

Alla fine si girò a guardarmi, il suo sguardo mi trafisse e mi addolorai ancora di più.
"Vattene!" disse lui.
Non risposi, fu come una pugnalata al cuore.

"Cosa ti sta succedendo? Cosa sono questi segni?? Ti prego Rispondimi." dissi con gli occhi pieni di lacrime.

-"niente, va tutto bene..." disse indifferente.

"Non va tutto bene no! Lucas, dimmi cos'hai!!!" dissi alla fine esasperata.

-"lo vuoi davvero sapere?" disse guardandomi e alzando la voce.

Non risposi, ma lui fece finta di niente e iniziò raccontare:
"Sto male ok? Mi fa male vederti soffrire e quindi mi punisco evitandoti.
Perché so, che è la soluzione migliore per punirmi anche se soffro come un cane, e l'idea di perderti mi terrorizza talmente tanto che non sai quanto. Non voglio farti soffrire, ed è meglio per te se io ti eviti così soffri meno. Poi però a volte scoppio e mi lascio andare. Ma in realtà è l'unica cosa che voglio costantemente: voglio starti accanto, sempre..."

Non sapevo cosa dire, lo guardavo addolorata e con il viso ormai rigato di lacrime involontarie.

"Ma perché? Perché ti punisci, e poi cosa sono questi segni?"

Si girò dall'altra parte, e disse: "perché soffriresti!! E siccome non voglio allora mi punisco perché vedo che soffri, ma la verità è che soffro anch'io..." disse non rispondendo alla domanda sui segni.

"Ma perché non me lo dici!?" chiesi urlando e scoppiando nuovamente in lacrime.

"Perché soffriresti!!! Non lo capisci Noe??" rispose anche lui urlando.
"Vedi cosa ti sto facendo? Te ne accorgi??"disse urlando.

"Lucas...io.." balbettai piano con lo sguardo basso.
-"vattene e non fartelo più ripetere!!" disse sempre urlando.

Non lo avevo mai visto così arrabbiato e infatti non mi trattenni e andai via spaventata.

Spazio Autrice:
Ciao a tutti ragazziii, scusate per il ritardo del capitolo ma non ho avuto tempo.
Alcuni mi chiedevano dello strano comportamento di Lucas, ed ecco qua che ora lo sapete, ci siete rimasti male o no? Lo Immaginavate? E ora Noe cosa farà secondo voi?
(Scrivetemelo nei commenti :) )

Poi volevo aggiungere : Buon Annoo! E si scusate anche il ritardo degli auguri.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Al prossimo.
Ilenia

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