Capitolo 23 : Pulizie invernali

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La nostra stanza era davvero venuta bene. Era molto diversa rispetto all'inizio: se prima era un deprimente, ora era più che vivace con tutti quei colori.

I colori che dominavano di più, erano il blu e il giallo.
Il rosso era solo in alcuni punti e di verde c'era qualche macchia quà e là, una vera opera d'arte.

Mi svegliai stanca con ancora tutto il disordine attorno, mi ero addormentata sopra alla montagna di vestiti che avevo creato sul letto ed ero ancora sporca di vernice anche se non del tutto.

Mi sentivo stanca e debole.
Non sapevo se quel giorno avrei avuto la forza e la voglia di ripulire e mettere in ordine tutto.

Ripensai a quando la mamma mi sgridava, perché quando tiravo fuori qualcosa, non la rimettevo più a posto. Oppure anche quando sporcavo, non pulivo.

"Camminai a gattoni facendo finta di essere un gatto.
Andai in cucina, mamma stava preparando qualcosa di buono e c'era farina, burro, uova, pane grattugiato sul tavolo, ma era sempre tutto ordinato.
Non sapevo come faceva! mi diceva sempre " quando cucini, devi avere il piano di lavoro in ordine, perché se no, non riesci a lavorare adeguatamente."
Vidi pacchetto di caramelle e mi venne voglia di prenderne una, solo che era sul tavolo ed io ci arrivavo a malapena.
Cercai di buttarmici sopra riempiedomi di farina ed ecco che ci riuscì dopo tanto sforzo.
Dopodiché scappai sempre gattonando e lasciando delle macchie di farina ovunque...."

Feci un sorriso, ero davvero tremenda da piccola e non so come faceva a sopportarmi mia madre.

* * * *

"Dai Claudia, dobbiamo pulire tutto prima che la preside o qualcun'altro veda questo casino."
-"vabene, ma come prendiamo la scopa, il secchio d'acqua e lo straccio?"

"Be....quella è la cosa più semplice." dissi calma facendo un sorriso furbo.

Andammo a prendere lo straccio e la scopa e iniziammo a lavorare.

Pulimmo tutti i mobili in circa un'ora, per il pavimento ci volle più tempo anche perché si sera già seccata la vernice e quindi bisognava impegnarsi di più per toglierla.

Poi lavammo i pavimenti, in modo che ritornassero a "splendere" e togliemmo tutta la polvere del tappeto rotondo per mettercelo sopra. Pulimmo i vetri con un straccio, e facemmo entrare la luce del sole e l'aria fredda di novembre nella stanza.

Strano a dirsi, ma dopo aver pulito fino all'ultima macchia di vernice e l'ultimo granello di polvere, mettemmo anche in ordine la stanza piegando i vestiti per metterli nell'armadio, facendo i letti e mettendo più cose possibili nei cassetti dei comodini accanto ai letti.

Erano ormai le cinque ed eravamo distrutte.
Ci facemmo le docce e ci vestimmo con abiti puliti.

Decisi di andare in biblioteca per rilassarmi a leggere un libro.

Al momento, non stavo leggendo un libro specifico.
Cercai tra gli scaffali un libro che mi ispirasse soltanto.

Feci scorrere il mio sguardo sulle prime file di libri, ma niente erano troppo piccoli quei libri e non mi interessavano.
Ad un tratto, vidi un libro tra le ultime file in alto si chiamava "Evernight" e già dal nome mi veniva voglia di prenderlo.

Feci per prenderlo ma non ci arrivavo bene neanche con la scala.

"Vuoi una mano?" chiese una voce dolce alla mie spalle.

Mi girai nervosa ma non essendo tranquilla, feci muovere la scala e dopo poco caddi con un grido.

Chiusi gli occhi istintivamente ma non toccai il pavimento.

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