Capitolo 8 || Scoop

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Dopo aver sentito il suono della campanella d'uscita, raccolgo lo zaino da terra e mi incammino fuori. Mi guardo intorno per vedere se ci sia qualcuno di interessante con cui passare del tempo.
«Abigail, ti ho beccata finalmente!» Esclama Simone arrivando velocemente davanti a me. Un sorriso a trentadue denti separa le sue labbra fini, attirando il mio sguardo. Gli sorrido.
«Bene... Uhm, come va?» Chiedo cercando di evitare il silenzio imbarazzante che si sta creando fra noi.
Abbasso lo sguardo sulle mie nuove Converse nere, trovandole decisamente più interessanti degli occhi studiosi del ragazzo difronte a me.
«Abbastanza bene, a te?» Ricambia portando impacciatamente una mano alla nuca e abbassando lo sguardo sui suoi piedi coperti da un paio di scarpe blu. Mi sembra evidente che gli interesso.
«Quella troia d'inglese mi ha sequestrato il cellulare... Devo andare in presidenza a recuperalo.» Sbuffo ripensando alle parole della professoressa della prima ora, appoggiando la mano destra sul mio fianco coperto dai pantaloni neri aderenti che indosso.
«Ti accompagno se vuoi.» Si offre alzando lo sguardo speranzoso nei miei occhi castani.
«Come vuoi.» Alzo le spalle incamminandomi verso l'ufficio della preside, aspettandomi di essere raggiunta da Simone. Cerca di coordinare il suo passo al mio affiancandomi.
«Allora, ti sei fatta beccare?» Indaga curioso mentre varchiamo la porta in vetro della sala d'attesa. La segretaria sembra non essere molto socievole mentre preme velocemente i tasti sulla tastiera del computer con le dita decorate da numerosi anelli brillanti e da unghia perfettamente curate e smaltate di rosso. Alza gli occhi verdi verso di me, scoppiando la piccola bolla rosa che ha creato con la gomma da masticare. Alterna lo sguardo tra me e il mio amico, infastidita dalla nostra interruzione.
«Ho aperto un video e mi è partito l'audio... A proposito, ho uno scoop che scommetto non sa nessuno.» Rispondo alla sua domanda, ricordando poi del protagonista del video con un sorriso consapevole sulle labbra colorate da un rossetto bordeaux.
«Ditemi.» Ci interrompe la segretaria scocciata, continuando a masticare fastidiosamente la sua cicca.
«Dovrei ritirare il mio cellulare.» Le rispondo piuttosto disinteressata, sperando che mi faccia entrare velocemente.
«Prego.» Mi indica la porta in mogano chiusa dell'ufficio della preside.
«Arrivo subito.» Avviso Simone mentre busso alla porta in legno scuro, sulla quale è attaccata una targhetta con su scritto "presidenza".
«Avanti!» Urla la donna da dentro la stanza, dandomi il permesso di varcare la soglia del suo professionale ufficio.
«Abigail, ci rivediamo...» Sospira Myrea vedendomi entrare per almeno la terza volta in questa settimana.
«Già.» Le sorrido amichevolmente sedendomi sulla comoda sedia nera in pelle. Mi guardo intorno, constatando che non è cambiato nulla, dopotutto è da ieri che non entro qui.
«Puoi ridarmi il mio cellulare?» Chiedo andando dritta al punto, sapendo che di lì a poco Myrea avrebbe iniziato a sfornare domande su domande, alle quali mi infastidisce rispondere.
«Solo se mi prometti di non farti rivedere più qui...» Mi ricatta afferrando il mio cellulare nella sua mano dalle unghia perfettamente curate. Mi lancia uno sguardo pieno di fiducia, sperando che questa volta mantenga la solita e invana promessa.
«D'accordo.» Rispondo sicura allungando la mano destra verso di lei, aspettando che ci appoggi su il mio adorato smartphone.
«Grazie.» Le sorrido una volta compiuto il gesto che aspettavo impaziente.
«Non sperarci troppo.» Aggiungo furba prima di uscire, riferendomi alla sua stupida promessa.
«Possiamo andare.» Mi rivolgo a Simone, spostando la sua attenzione dallo schermo del suo nuovo cellulare a me.
«Allora, mi stavi dicendo...?» Riprende il discorso dello scoop una volta fuori dalla segreteria.
«Oh sì. Sai chi è il tizio del video? Scommetto che non indovinerai mai!» Esclamo entusiasta di aver trovato un nuovo pettegolezzo dopo mesi di silenzio.
«Uhm... Leo?» Tenta insicuro giocando con il suo labbro inferiore, curioso di sapere la risposta inaspettata.
«No... Ostuni! Lorenzo Ostuni della quinta B!» Esclamo con il tono di voce più alto del solito, contenta di aver rivelato a qualcuno quest'insolita informazione.
«No, non ci credo!» Commenta Simome, interdetto dalla mia affermazione, fissandomi a occhi spalancati.
«Beh, verifica tu stesso, ci vediamo domani!» Lo saluto sorridente una volta uscita dal cancello della scuola.

****

Il mio cellulare vibra sulla superficie in legno scuro del comodino, annunciando l'arrivo di un messaggio.

Da Leo:
Ab, hai ritirato il telefono?
Oggi, 15:03.

A Leo:
Sì, per fortuna Myrea mi ha risparmiato la solita pappardella.
Oggi, 15:03.

Rispondo al messaggio del mio amico, per poi sedermi sul mio letto e riposare un po' le mie gambe.

A Leo:
Ti va di uscire? Solo per una passeggiata, qua è una noia...
Oggi, 15:05.

Da Leo:
Perché non fai i compiti?
Oggi, 15:05.

Alzo gli occhi al cielo a quella proposta, rispondendo subito con un "No.".
Alla fine abbiamo optato per una semplice passeggiata in città.

Lunghezza capitolo: 805 parole.

Dangerous Woman || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora