Sgrano gli occhi castani, non credendo alla mia vista.
«L'avete pagato per caso?» Chiedo sorridendo, sputtanando lo sfigatello che non mi aspettavo di "ritrovare" in un locale del genere.
«No, gliel'abbiamo solamente proposto, giuro!» Esclama Leonardo portando una mano al cuore, giurandomi di non averlo ricattato.
«E dimmi un po', Lorenzo, qual buon vento ti porta qui?» Appoggio le braccia sul tavolo, in modo da potermi sporgere in avanti e guardarlo in faccia.
«In realtà sto aspettando Federico, mi aveva promesso che sarebbe venuto...» Mormora a disagio, iniziando a giocare con la pellicina intorno alle unghia.
«Che rivelazione...!» Esclama il mio migliore amico, alludendo a quella stessa mattina a scuola, quando Clapis mi aveva rivolto la sua attenzione. Alzo gli occhi al cielo, annoiata nel sentire sempre la stessa solfa.
«Allora Simone, che mi racconti della "tipa alquanto gradevole"?» Sorrido furba nella direzione del mio amico moro, spostando momentaneamente l'attenzione da Lorenzo.
«Davvero vuoi saperlo?» Sorride furbo, facendomi ricredere della mia richiesta.
«Ne farò a meno, grazie per la disponibilità.» Ricambio il sorriso, donandogliene uno carico di ironia.
«È arrivato Fede.» Ci interrompe il ragazzo infondo al tavolo, indicando l'entrata del vecchio locale. Appena Federico incontra il mio sguardo, abbassa gli occhi chiari sul pavimento portando una mano sulla nuca. Al notare quel gesto il mio migliore amico mi lancia un'occhiata di "chi la sa lunga". Scuoto la testa, lasciando i miei capelli castani seguire i movimenti leggeri del mio capo.
«Possiamo ordinare?» Chiede Alberico una volta che anche Clapis si è unito a noi sedendosi al tavolo.
«Allora sono davvero con noi?» Aggrotto le sopracciglia rivolgendo il mio sguardo ai due ragazzi a disagio.
«Oh avanti, non farne un dramma!» Esclama stufo Simone, richiamando l'attenzione di Melissa. Sospiro. Sento che non sarà la serata che immaginavo.
«Ditemi.» Ci incoraggia la cameriera, uscendo dalla tasca dei pantaloni aderenti il taccuino e una penna.
«Per me una lattina di birra.» Ordino sicura.
«Dovresti mangiare qualcosa prima...» Commenta mio cugino, capendo all'istante il mio intento.
«Non mi va.» Rifiuto il suo consiglio, passando la parola al resto dei miei amici.
«Per noi una coca.» Conclude Lorenzo, porgendo un piccolo sorriso a Melissa.
«Lore', raccontaci un po' di te.» Rompe il silenzio Leonardo, portando l'attenzione di tutti sul moro infondo al tavolo.
«Uhm, non c'è nulla da dire su di me.» Alza le spalle giocando con il bordo della tovaglia di carta che copre la superficie del tavolo in legno scheggiato.
«A parte che sei uno sfigato.» Commento sorridendo, rivolgendogli un'occhiata di sfida.
«Meglio essere come me, che essere come voi.» Risponde alla mia provocazione senza timore, sostenendo il mio sguardo sicuro.
«Come noi, come?» Continuo il discorso punzecchiandolo.
«Rompicoglioni.» Afferma con un sorrisetto soddisfatto.
«Oh, perché ce li hai?» Chiedo sarcastica, sorridendo soddisfatta della mia piccola vittoria.
«Uno a zero per Abigail!» Esclama Simone battendo le mani, fungendosi da arbitro per il piccolo battibecco che si è tenuto.
«Avevi dubbi?» Mi vanto soddisfatta, spostando i capelli castani dalla mia spalla, in un movimento altezzoso.
«Ti ha bruciato amico!» Esclama Clapis verso il suo amico, battendogli una mano sulla spalla magra.
«Posso anche farti constatare della loro esistenza.» Mi provoca Lorenzo, facendomi sputare la birra che da poco mi era stata portata dalla mia amica.
«Woah! Incredibile ripresa di Lorenzo Ostuni, uno a uno!» Commenta Simone, continuando a tenere i punti, come se si trattasse di una vera e propria partita.
«Che la sfida inizi allora, Ostuni.» Affermo sorridente, accogliendo la sua proposta alla guerra.
«A noi due, Watson.» Ribatte sicuro incrociando le braccia al petto magro.
«Che il divertimento abbia inizio!» Esclama Simone alzando le braccia in aria, felice di dover assistere ai nostri battibecchi.Lunghezza capitolo: 617 parole.
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Dangerous Woman || Lorenzo Ostuni
Fanfic«Nel mio mondo i contrari non esistono, altrettanto gli uguali. Non abbiamo bisogno di essere opposti o uguali per attrarci. L'attrazione accade e basta. Nessun contrario, nessun uguale.» -Abigail. «Per me non esiste alcuna attrazione. Se in qualch...