Capitolo 10 || Snob? No.

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«Dove sei stata signorina?» Mia madre compare alla fine del corridoio a braccia conserte mentre mi fissa severa, attendendo una mia risposta.
«Con Leo.» Le rispondo annoiata chiudendo la porta in legno scuro dietro di me.
«Stai troppo fuori, quante volte devo dirtelo? Come va a scuola? Siamo a maggio e dovrai affrontare gli esami, credi che uscendo ogni giorno riuscirai a superarli? Odio doverti rimproverare come una ragazzina!» Inizia a parlare a raffica, senza darmi il tempo di risponderle.
«Sai bene che li supererò.» Commento riponendo il giubbotto sull'attaccapanni e superandola.
«Non basterà una raccomandazione, Abigail.» Mi ferma la mora afferrando il mio polso scheletrico.
«Sta tranquilla! Ho superato ogni anno senza problemi, questo non sarà differente.» La rassicuro guardandola negli occhi scuri.
«Prima non eri così.» Sospira in fine, facendomi scattare.
«Voglio il meglio per te, Abigail.» Mi blocca subito, consapevole che le avrei urlato contro. Sposta amorevolmente il mio ciuffo dietro l'orecchio, sussurrando queste parole. Mi scosto subito dal suo tocco, disgustata.
«Non si direbbe.» Commento dura, sperando che stavolta mi lasci raggiungere la mia stanza.
«Ma è così. Sei mia figlia dopotutto.» Afferma sicura stringendosi nella giacca di pile.
«Non considerarmi tale, io non conosco te, tu non conosci me. Semplice.» La fermo, sapendo che vuole ritornare ad avere un rapporto di amicizia con me, ma non sarà così. La sento sospirare dietro di me, mentre entro finalmente dentro il mio covo.
«Vediamo un po' come sfottere lo sfigatello...» Mormoro fra me e me iniziando a premere velocemente sulla tastiera i tasti per comporre la frase di ricerca su YouTube.
"La mia ragazza su Just Dance!".
Sposto il cursore sul titolo, clicco il tasto sinistro del mouse, facendo in modo che il video si apra. Le risate difronte a quel "video" stupido non possono mancare.
"Ma a chi deve prendere per il culo? La stupidità certe volte è davvero troppa..." Penso fra me e me scuotendo la testa. Chiudo la pagina e spengo il computer. Il cellulare sul comodino prende a vibrare segnando l'arrivo di una chiamata. Scorro il dito sullo schermo rispondendo.
«Buon salve socia! Che si fa stasera?» Esclama ad alta voce il mio migliore amico, costringendomi ad allontanare lo smartphone dall'orecchio.
«Non urlare, sai che mi dà fastidio.» Lo riprendo svogliata.
«Comunque, non so, tu cosa proponi? A patto che non sia una festa per sfigati.» Chiedo annoiata, giocando con il filo penzolante dal lenzuolo nero del mio letto.
«Uhm... Che ne dici di una semplice pizza?» Propone infine, non trovando soluzione migliore.
«Stai scherzando? Non ci penso proprio!» Rifiuto all'istante, sapendo che le serate tranquille non fanno per me.
«Vada per il solito allora.» Sbuffo appoggiando il computer spento sul comodino accanto al mio letto.
«Oh, aspetta Abigail!» Mi ferma Leonardo, mettendo la telefonata in attesa. Alzo gli occhi castani al cielo, scocciata della solita routine. Mi dirigo in cucina alla ricerca di qualcosa da sgranocchiare.
«Abigail, mia madre mi ha appena comunicato che saremo ad una cena con amici, che ne dici di venire con noi?» Mi richiama il mio amico dall'altro capo del cellulare.
«Mi sembra di averti già detto che odio le serate da snob.» Rispondo acida, prendendo un pacco di biscotti dalla credenza. Mi dirigo nuovamente verso la mia stanzetta.
«Non dovresti mangiare in camera!» Mi riprende la trentenne appena nota dal divano il pacco nella mia mano.
«Ma lo faccio.» Rispondo poco educatamente, chiudendo a chiave la porta della stanzetta dietro di me. La sento sospirare, ormai disperata difronte al mio comportamento menefreghista.
«Allora Leo, non mi contare.» Ritorno alla telefonata, sedendomi sul mio letto a gambe incrociate.
«Oh avanti! Ci sarà Simone, so che hai legato con lui, birichina...!» Mi sfotte cercando di convincermi.
«Un motivo in più per non venire... Ci sentiamo castoro!» Chiudo la chiamata sapendo che se non lo avessi fatto, la discussione sarebbe stata alquanto lunga e inutile.

Lunghezza capitolo: 650 parole.

Dangerous Woman || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora