«Abigail, possiamo parlare?» Mia madre mi ferma per il polso quando tento di andare nella mia stanza una volta tornata da scuola.
«No.» Rispondo secca, sottraendo il mio polso dalla sua stretta.
«Ti prego...» Mormora distrutta, scostandosi con mano tremante una ciocca ribelle nera dietro l'orecchio. Getto lo zaino vuoto sul pavimento incrociando le braccia al petto e portando il peso sulla mia gamba sinistra.
«Avanti, parla.» La incito sbattendo ripetutamente la punta in plastica della mia All Star nera sul parquet, in un movimento di impazienza.
«Non possiamo continuare così, non posso sopportarlo. Voglio indietro la mia bambina educata e sempre sistemata, che studia con piacere e esce solo il pomeriggio, che non è nella bocca dei vicini al suo passaggio, che mi chiama "mamma" e non semplicemente "Aurora", voglio l'Abigail di un mese fa.» Sospira, lasciando cadere una lacrima di amarezza lungo la sua guancia destra.
«Le persone cambiano, devi accettarlo.» Rispondo fredda fissandola negli occhi scuri pieni di rimpianti e malinconia.
«Non posso.» Mi guarda con una tristezza disarmante che avrebbe fatto cedere chiunque. Chiunque, ma non me.
«Mi dispiace, ma è così. Pensa che alla fine degli esami non ci sarò più, non dovrai sopportare più nulla.» Le sorrido, un sorriso pieno di sicurezza e determinazione.
«No, non puoi lasciarmi sola!» Piange aggrappandosi al mio braccio, cercando disperatamente di trattenermi con lei e non lasciarla sola in balia dei suoi peccati.
«Tu hai rovinato tutto, non è colpa mia. Subisci le conseguenze dei tuoi atti.» Affermo fredda raggiungendo la mia stanzetta, disinteressandomi dei sentimenti della donna che mi ha messa in questo mondo. Afferro il mio smartphone dalla tasca posteriore dei miei skinny, cercando fra i contatti quello di Leonardo.
«Abigail, dimmi tutto!» Risponde al secondo squillo.
«Stasera ci sei?» Chiedo gettandomi sul letto ancora disfatto.
«Che si fa?» Ribatte. Sembra distratto.
Un sospiro si sente in sottofondo, facendomi capire che non è da solo.
«Leo, se non puoi parlare adesso richiamami dopo.» Affermo disgustata nell'immaginare ciò che sta succedendo dall'altro capo della chiamata.
«No, in realtà sto solo facendo il bagno a Lilly... Pervertita!» Esclama ridendo una volta capito ciò che stavo pensando.
«Oh, in questo caso possiamo continuare.» Sospiro sollevata.
«Credo che saremo al solito locale, non c'è nessuna festa in programma.» Rispondo alla sua precedente domanda, ritornando all'argomento di fondo. Lascio che i miei occhi percorrano il soffitto bianco alla ricerca di una minima imperfezione. Dopotutto nulla è perfetto, no?
«Chiama anche gli altri. Io devo staccare o Lilly getterà il mio prezioso iPhone nella vasca.» Si congeda velocemente.
«Oh no, povero iPhone sei!» Esclamo ironica, lasciando che il mio migliore amico mi stacchi la chiamata in faccia.
Scuoto la testa, mandando un messaggio a Simone.A Simone:
Ci sei stasera? Siamo al solito locale. Oggi, 17:34Da Simone:
In realtà avevo preso un impegno con una tipa alquanto gradevole...
Oggi, 17:41A Simone:
Non puoi piantarmi così per "una tipa alquanto gradevole"...
Oggi, 17:41Da Simone:
Sei insistente quando ti ci metti...
Ma va bene, accetto.
Oggi, 17:43A Simone:
Passa parola agli altri. Ci vediamo lì, a stasera!
Oggi, 17:44Blocco lo schermo del mio telefono, soddisfatta di essere riuscita a convincere Simone a unirsi a noi.
****
Apro le palpebre pesanti, cercando di riconnettermi con la realtà. Metto a fuoco prima il solito soffitto latteo, poi mi volto verso il comodino. Dopo aver realizzato di essermi addormentata, controllo l'ora sul cellulare. Il display si illumina, lasciandomi leggere l'orario: 19:37.
«Oh merda!» Esclamo alzandomi velocemente dal letto. Apro l'anta in legno dell'armadio, ponendo i miei occhi sui numerosi indumenti che possiedo, la maggior parte dei quali sono lì solo per bellezza. Dopo aver passato lo sguardo su tutti gli abiti che potrei indossare, prendo dalla gruccia un semplice vestitino nero dalla gonna non aderente, ma semplicemente morbida. Una volta sistemati capelli e trucco, indosso i tacchi e raggiungo il piano di sotto, rischiando di prendere una storta più volte. Controllo di avere tutto, per poi uscire velocemente dalla porta d'ingresso in mogano scuro.
«Abigail, torna qui, non puoi uscire!» Urla mia madre, cercando di impedirmi di uscire.
«Che diavolo vuoi ancora, altra merda addosso? Non ti basta ciò che ti ho detto finora?!» Sbuffo infastidita, fissandola truce.
«Voglio che parliamo come persone civili, senza urlare ogni santa volta!» Risponde a tono, raggiungendomi all'entrata.
«Non mi interessa ciò che vuoi, per me tu non esisti!» Le sbatto in faccia la dannata verità uscendo definitivamente di casa. Incontro lo sguardo infastidito della vecchia della casa difronte.
«Cos'ha tanto da guardare? Vada dentro che fa freddo!» Le urlo contro infuriata, scaricandole la mia ira.Butto fuori un sospiro, iniziando a camminare velocemente verso il piccolo locale infondo alla strada. Spingo la porta, che produce un fastidioso cigolio, essendo ormai la stessa da più di vent'anni.
«Era ora!» Esclama Alberico una volta avermi vista.
«Ciao Mel, come butta?» Saluto la solita barista mentre passo difronte al ripiano bar. Ricambia il mio saluto con un brillante sorriso.
«La mia fottuta madre non vuole capire che per me non c'è più.» Rispondo alla precedente esclamazione di Alberico. Mi siedo accanto a Simone, rilassandomi contro la spalliera in legno della sedia.
«Abbiamo una sorpresa per te...» Mi sorride Leonardo, scambiandosi sguardi consapevoli con il resto del gruppo. Aggrotto le sopracciglia, curiosa di sapere di cosa si tratta.
«Non ci crederai mai, ma guarda un po' chi ti abbiamo portato...» Si appoggia alla spalliera della sua sedia rivelando un ragazzo moro evidentemente a disagio.Lunghezza capitolo: 923 parole.
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Dangerous Woman || Lorenzo Ostuni
Fanfiction«Nel mio mondo i contrari non esistono, altrettanto gli uguali. Non abbiamo bisogno di essere opposti o uguali per attrarci. L'attrazione accade e basta. Nessun contrario, nessun uguale.» -Abigail. «Per me non esiste alcuna attrazione. Se in qualch...