Capitolo 20 ||"temporary boyfriend"

2.8K 204 106
                                    

«Si può sapere qual è la meta della nostra camminata?» Chiedo, sbuffando per la lunghissima strada che abbiamo percorso, e constato che manca ancora molto, secondo la mia scarsa visibilità.
«Sarà soddisfacente, vedrai.» Risponde misterioso, lasciando intravedere un leggero sorriso sulle sue morbide labbra.
«Lo spero vivamente per la tua sanità fisica.» Lo minaccio osservando gli alberi verdi che costeggiano lo stretto viale, libero da piante e erbacce, evidentemente percorso più volte. Lorenzo ridacchia leggermente in risposta, spostando gentilmente un ramo che intralciava il nostro percorso.
«Grazie, monsieur.» Scherzo, imitando l'inchino di una principessa, con tanto di finta alzata di gonna.
«Prego, mademoiselle.» Sta al mio gioco, ricambiando l'inchino.
«Dimmi un po', Abigalla, cosa fai nella vita?» Chiede dopo qualche secondo, cercando di iniziare una discussione sensata.
«È una risposta plausibile "odiarti"?» Rispondo con un sorriso fiero sulle labbra.
«Magari cambierai idea un giorno...» Ridacchia lui. Non credo sia una risata vera, sembra un po' malinconia. Aggrotto le sopracciglia quando vedo un cespuglio di erbacce muoversi qualche metro più avanti. Il rumore delle foglie verdi che si scontrano riempie il silenzio di momentanea paura che si è creato fra noi. Stiamo fermi l'uno accanto all'altra, lasciando fisso lo sguardo sul cespuglio che continua a ondeggiare a causa dei movimenti repentini di qualunque cosa ci sia fra esse. Dopo qualche secondo ne esce un piccolo cagnolino, che vedendoci si dirige verso di noi.
«Gesù che infarto!» Esclama Lorenzo appoggiando la mano sinistra sul fianco magro e quella destra sulla fronte, mentre cerca di riprendersi da quei minuti di suspense preoccupante. Io intanto mi abbasso sulle ginocchia, accogliendo il piccolo bastardino bianco.
«Ciao piccolino!» Esclamo accarezzando amorevolmente la testa del cucciolo. Noto il pelo candido macchiato da piccole forme irregolari di fango.
«Da quanto sarà qui solo?» Chiedo dispiaciuta a nessuno in particolare.
«Non lo so, ma adesso possiamo muoverci o vuoi restare qui a coccolare un dannato cane?» Risponde sgarbato, indicando il piccolo cucciolo scodinzolante.
«Ostuni, datti una calmata.» Ribatto rialzandomi. Gli lancio un'occhiataccia e continuo a camminare, lasciandomi alle spalle il piccolo cane. Sbuffa raggiungendomi velocemente. Il resto della camminata prosegue in silenzio, con il rumore delle nostre suole che batte contro la terra che ricopre lo stretto viale in sottofondo.
«Siamo arrivati.» Sospira indicando un piccolo locale. Le mura e il tetto sono in legno scuro e a interrompere il marrone-nero ci sono un paio di finestre bianche dalla forma quadrata che emanano la luce dell'interno, illuminando soffusamente il perimetro del piccolo ristorante immerso nel verde.
«Stavo iniziando a pensare di star girovagando a vuoto.» Commento distrattamente mentre esamino il luogo in cui ci troviamo.
«Andiamo, su.» Ignora il mio commento e mi porge una mano estremamente magra e grande. Appoggio lo sguardo interrogativo su di lui, sperando mentalmente che non voglia veramente che gli dia la mano.
«Per una sera voglio provare l'"eccitante" sensazione di essere fidanzato con Abigail Watson, mi permetti di sperimentare quest'incredibile emozione?» Chiede formale voltandosi completamente verso di me. La fioca luce bianca della luna incornicia romanticamente i lineamenti morbidi del moro, rendendomi estremamente difficile negargli qualunque cosa. Abbasso lo sguardo su i miei piedi, prendendomi qualche secondo per riflettere realmente sulla risposta da dare, il che risulta alquanto inutile a causa della confusione creatasi all'interno della mia testa.
«Va bene.» Le mie labbra si muovono prima che possa rendermene conto e non mi resta altro che sperare di non pentirmi di quelle due semplici parole.
«Ti prometto che non sarà poi così terribile.» Sorride dolcemente Lorenzo, prendendo delicatamente la mia mano fredda nella sua calda e accogliente.
«Lo spero.» Concludo così la discussione, cercando di diminuire l'imbarazzo iniziale. Mi guida romanticamente all'interno dell'accogliente locale, chiedendo al giovane cameriere se è disponibile un tavolo per due persone. Il piccolo gesto positivo del giovane biondo fa sospirare sollevato il moro accanto a me, precedentemente ansioso per la possibile mancanza di tavoli liberi.
«Prego.» Ci fa cordialmente strada l'alto cameriere, indicandoci il tavolo migliore disponibile. Lorenzo ringrazia il ragazzo dagli occhi verdi, congedandolo.
«Prego, tesoro, se mi permetti di chiamarti così...» Lorenzo sposta indietro una delle due sedie in legno, comportandosi da vero gentiluomo.
«Grazie, amore.» Mi siedo e gli rivolgo un sorriso riconoscente, attendendo che si sieda anche lui prima di dare un'occhiata al menù del ristorante. La sala ristretta non è popolata da molta gente, sono occupati massimo quattro-cinque tavoli. Ciò non può che farmi piacere, dato il relativo silenzio rilassante che avvolge la sala in uno strato di, forse eccessivo, romanticismo.
«Trovo tutto troppo "rose e fiori", non credi?» Rompo il ghiaccio per prima, non spostando lo sguardo dal cartoncino scritto da inchiostro nero per formare le ricette disponibili nel ristorante. Noto che abbassa il menù tra le sue mani, portando gli occhi castani verso il mio viso. Solo a quel punto incontro il suo sguardo interrogativo.
«Vuoi che mi comporti sgarbatamente?» Chiede ironico, ripiegando il cartoncino del menù e poggiandolo al centro del piccolo tavolo quadrato.
«No, assolutamente, solo trovo che sia strana tutta questa tranquillità... Sembra che sia la quiete prima della tempesta. Non so se capisci cosa intendo.» Spiego in difficoltà, copiando i suoi precedenti movimenti.
«Sì, ma credo che dovresti goderti questa quiete, no? Allora non pensare a nient'altro che non sia "sono a cena con il mio fidanzato temporaneo", d'accordo?» Mi incoraggia, appoggiando istintivamente la sua mano sinistra sulla mia, poggiata sulla tovaglia gialla decorata da piccoli ricami floreali.
«D'accordo.» Sospiro cercando realmente di rilassarmi e mi concentro su Lorenzo, il mio "fidanzato temporaneo".

Lunghezza capitolo: 923 parole.

Dangerous Woman || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora