Capitolo 29 || Dinner (2ª parte)

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«Allora Steve, come ti trovi con tua figlia?» Laura prende discorso mentre tutti mangiamo in silenzio i deliziosi antipasti a base di verdura.
«Benissimo, è un angelo!» Esclama mio padre guardandomi fiero dall'altra parte del tavolo pieno di delizie.
«Il mio bellissimo angelo.» Mormora Lorenzo al mio orecchio. Una scarica di brividi percorre la mia colonna vertebrale, facendomela drizzare.
Gli sorrido appoggiando la mia mano sulla sua, poggiata sulla mia coscia.
«Anch'io sognavo una bellissima bambina, ma con Sergio abbiamo deciso di tenere solo Lorenzo, che era già abbastanza. Be', almeno posso considerare Abigail mia figlia, mi permetti Steve?» Chiede il permesso a mio padre, il quale annuisce non potendo rispondere a causa del cibo che impegna la sua bocca.
«Eccola! Madonna che fastidio, lo fa con tutte...» Si lamenta il moro al mio fianco a bassa voce.
"Con tutte" fa contorcere di gelosia il mio stomaco, che non ne vuole sapere di ingerire altro cibo.
Appoggio rumorosamente la forchetta nel mio piatto in ceramica e pulisco i lati della bocca con il fazzoletto di stoffa ricamato sotto lo sguardo di tutti i presenti. Lorenzo mi rivolge uno sguardo interrogativo riguardo il mio comportamento, forse da bambina.
Cerco di calmarmi, rimproverandomi mentalmente per la scenata ingiustificata.
«Scusatemi, mi è andato di traverso un boccone...» Cerco di giustificarmi in modo che l'attenzione si sposti da me.
Tutti riprendono a mangiare e io sospiro sollevata per averla scampata.
«Sicura che sia così?» Mi chiede dal suo canto Lorenzo preoccupato.
«Certo!» Mento con un sorriso altrettanto falso.
Indugia per un altro secondo prima di riprendere la forchetta nella mano ossuta e continuare il suo pasto.
«Abigail, non ne vuoi più?» Mi chiede Sergio vedendomi ferma a fissare il piatto ancora per metà pieno.
«È buonissimo, ma se mangio tutto adesso, non riesco ad assaggiare il resto, e chi si priva di una cena così squisita?» Ridacchio nervosamente a disagio lasciando che lo sguardo vaghi sulla parete verde pastello dietro la sua spalla.
«Oh tesoro, grazie mille! Sei davvero un angelo...» Esclama Laura unendo le mani e fissandomi con occhi castani sognanti.
«Le belle parole non fanno di me un angelo, signora, ma la ringrazio.» Le sorrido grata.
«Oh cara, dammi pure del tu!» Mi permette sorridente. Le rughe che segnano la sua età si fanno ben visibili sulle sue guance a quel gesto. Gli occhiali formati da lenti rettangolari le scivolano lungo il dorso del piccolo naso, è costretta perciò a tirarli su.
Annuisco e stringo la mano ossuta di Lorenzo nella mia.

***

Ingurgito l'ultimo boccone di gustosa torta ai frutti di bosco e mi appoggio piena allo schienale della sedia.
Gli adulti discutono animatamente tra di loro di satira mentre Lorenzo mi fa segno di seguirlo. Dopo aver percorso tutto il corridoio svoltiamo a sinistra ed entriamo in una ristretta stanzetta, la sua.
«È stato faticoso resistere alle tue labbra per così tanto tempo.» Mormora schiacciandomi nuovamente contro la parete arancione.
«Chi ti dice che hai il permesso di baciarmi, caro Ostuni?» Lo provoco con un sorrisetto furbo sulle labbra.
«Vuoi forse privarmi dei tuoi baci?» Mormora contro la pelle del mio collo. Le sue mani sono fermamente appoggiate sui miei fianchi, trasmettendomi un calore accattivante attraverso il pizzo del mio vestito.
Le mie, invece, sono sul suo viso accaldato. L'oscurità regna nella piccola stanza e il rumore delle sue labbra contro il mio collo è l'unico suono udibile. L'aria intorno a noi inizia a scaldarsi e il desiderio è ciò che si percepisce in essa.
«No, non ce la farei.» Rispondo alla sua precedente domanda prima di appoggiare le mie labbra sulle sue carnose. Sposto le mie mani sulla sua nuca, in modo da poterlo avvicinare a me. I miei denti si conficcano nel suo labbro inferiore e un leggero gemito esce dalla sua bocca. Le dita ossute di Lorenzo lavorano sulle mie forcine, estraendone delicatamente una per volta. Libera i miei capelli dalla stretta dell'elastico nero, che ricadono leggeri sulle mie spalle, coprendo i nostri visi.
Lo spingo leggermente all'indietro facendolo cadere sul suo materasso morbido ricoperto da un piumone blu notte. Lo raggiungo in pochi secondi, appoggiando il mio peso sul suo bacino ossuto. Ricongiungo le mie labbra con le sue, desiderose dei suoi baci. Le mie mani scendono lungo il suo corpo, fermandosi ad ogni piccolo bottone e estraendolo dalle piccole fessure che li trattengono. Lascio il suo petto libero, che si muove irregolarmente al ritmo del suo battito accelerato. Lorenzo afferra i lembi del mio vestito, accumulato sui miei fianchi e lo tira verso l'alto, lasciandomi quasi nuda in balia del suo sguardo desideroso. Slaccio la cintura che tiene fermi i jeans al suo stretto bacino e li abbasso fino alle caviglie.
«Lorenzo, venite, devo dare una cosa ad Abigail!» Urla Laura dalla cucina, interrompendoci sul più bello.
«Cazzo!» Esclama il moro sotto il mio peso.
«Merda!» Lo seguo. Mi alzo in fretta e furia per recuperare il mio vestito sul pavimento. Lo indosso il più velocemente possibile, lego i capelli in una coda disordinata e li fermo con le forcine in un qualcosa di deforme.
Rimetto il tacco che mi era caduto e aiuto Lorenzo a riabbottonarsi la camicia.
«Come sono?!» Gli chiedo in panico, cercando di aggiustare al meglio possibile i miei dannati capelli.
«Un angelo appena stato scopato per bene!» Scherza lui ridendo.
«Per tua sfortuna, e per mia fortuna, non è successo nulla di più che qualche bacio!» Rispondo aprendo la porta. L'aria che respiro adesso è decisamente più fresca di quella all'interno della piccola stanza.
«Oh avanti, so che ti è piaciuto, Abigail!» Esclama dandomi delle leggere gomitate sul braccio mentre raggiungiamo i nostri genitori.
«Non urlare, stupido!» Lo rimprovero sottovoce. Alza le mani in segno di resa e ridacchia. Scuoto la testa sospirando.
Gli occhi di mio padre cadono subito su di me e scorrono indagatori su tutto il mio corpo. Riporta lo sguardo nel mio e mi rivolge un occhiolino. Lo guardo sconvolta per la sua reazione, che di certo mi aspettavo fosse negativa.
«Ecco a te cara, questo è un pensierino che abbiamo deciso di regalarti io e Sergio come benvenuto nella nostra famiglia... Speriamo ti piaccia.» Mi sorride Laura allungandomi una borsa avente l'aria di essere di una gioielleria.
Ringrazio con un sorriso prima di aprire delicatamente la busta. Una scatolina è il suo contenuto. Apro anche quest'ultima e ciò che i miei occhi incontrano è bellissimo: una collana in argento con un ciondolo a forma di macchina fotografica, un piccolo diamante prende il posto del flash.
«È bellissima, grazie davvero!» Sorrido a trentadue denti per quel meraviglioso regalo che mai mi sarei aspettata.
«Te la metto, se posso.» Interviene Lorenzo. Annuisco porgendogli la scatoletta. Ne estrae molto attentamente la collana e me la appoggia sul petto. Il suo respiro caldo incontra la pelle scoperta del mio collo e il ricordo dei minuti passati insieme nella sua stanza invade la mia mente: che io lo ami davvero?

Lunghezza capitolo: 1163 parole.

Dangerous Woman || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora