Capitolo 37 || Present

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«Ferma qui.» Lorenzo blocca i suoi passi nel bel mezzo della strada più frequentata di Milano. Faccio ciò che dice, impaziente di vedere questa "sorpresa-regalo".
«Cosa ti aspetti da questa sorpresa?»
Lorenzo si mette davanti a me con la telecamera in mano, intento a riprendere la mia risposta.
«Ehm... Non ne ho la più minima idea.» Rispondo dopo qualche secondo di pausa, lasciando che il mio sguardo resti fisso sul ragazzo sorridente dietro l'obbiettivo. Mi indica di guardare la fotocamera con un gesto impacciato dell'indice, così abbasso lo sguardo su di essa sorridendo.
«Bene, hai qualche supposizione?» Riformula la domanda, sperando in una mia risposta più soddisfacente.
«Buio.» Sorrido alzando le spalle.
«Favij fa rimanere senza parole persino le ragazze!» Ride spostando l'attenzione su di lui.
«Dovevi per forza farlo?» Cantileno alzando gli occhi al cielo.
«Devo riprendere la tua espressione estasiata nel momento in cui scoprirai il mio fantastico regalo!» Si vanta riprendendo il tragitto che stiamo continuando a percorrere.
«Sicuro che non sia uno scherzo?» Chiedo dopo un bel po' di tempo di camminata.
«Non dubitare di me.» Risponde impostando in stand by la telecamera.
«Quella roba andrà su YouTube?» Chiedo per spezzare il noioso silenzio creatosi tra noi.
«Già.» Risponde con un'alzata di spalle.
«Ci siamo.» Sorride fermandosi. Mi guardo intorno, ma non vedo nulla che possa essere oggetto di un regalo.
Gli rivolgo uno sguardo interrogativo mentre è intento a riattivare la macchina nelle sue mani esperte.
«Tieni, apri questa porta.» Mi indica passandomi un paio di chiavi unite da un portachiavi a forma del numero diciotto.
Infilo la chiave nella serratura, ringraziando il cielo di aver usato quella giusta. Il moro mi afferra il braccio, impedendomi di compiere l'ultimo movimento. Mi volto verso di lui e lo guardo perplessa.
«Adesso hai qualche idea?» Mi sorride furbo da dietro la macchina fotografica.
«Non credo...» Alzo le spalle e mi volto nuovamente verso la porta in noce, decorata da una targhetta in oro con impresso il cognome di Lorenzo.
Giro la chiave un paio di volte, fino a udire un piccolo scatto che mi fa capire di aver sbloccato la porta. Appoggio la mano sul pomello in ottone e sospiro.
«Avanti, va'!» Mi esorta il moro alle mie spalle, impaziente di vedere la mia reazione. Spingo delicatamente la barriera e mi ritrovo dentro un'enorme sala bianca, alla mia sinistra una vetrina che dà sulla strada. Alla mia destra c'è una scrivania moderna, dalla superficie in vetro sorretta da quattro piedi in ferro. Sopra di essa giace un foglietto piegato su sé stesso più volte. Raggiungo il mobile guardandomi intorno e studiando il piacevole ambiente.

"Benvenuta nel tuo nuovissimo negozio di fotografia. Personalizzalo come più ti piace e fanne buon uso.
-La famiglia Ostuni."

Leggo ad alta voce ciò che è scritto ordinatamente sul foglietto.
«Davvero?» Mi rivolgo al moro accanto a me, ancora con la videocamera in mano e i denti conficcati nel labbro inferiore.
«Cosa?» Chiede non capendo.
«Mi avete regalato un fottuto negozio senza conoscermi realmente?» Riformulo del tutto spiazzata da questo bellissimo, ma allo stesso tempo azzardato regalo.
«Te lo meriti, questo è quanto.» Risponde soltanto con un sorriso sincero sulle labbra carnose. Corro verso di lui e lo abbraccio con quanta più forza possibile, attenta a non procurare danni alla sua amata videocamera. Le sue braccia mi stringono dai fianchi mentre mi tengo sulle punte delle Converse per raggiungere la sua altezza, rimanendo comunque di qualche centimetro più bassa. Il suo profumo inebria nuovamente il mio apparato olfattivo e non potrei desiderare regalo più bello.
«Sei attento ai miei racconti depressivi...» Sentenzio ricordando di avergli raccontato della mia promessa a papà solo qualche ora fa.
«Sono attento a ciò che può renderti felice.» Mi corregge interrompendo la registrazione. Una lacrima riga il mio volto quando il pensiero che lui non potrà vedere con i suoi occhi la mia promessa essere mantenuta mi passa per la mente. L'asciugo con il palmo della mano mentre osservo la gente passare dalla grande vetrata di fronte a noi.
«Sarà fiero di te.» Lorenzo mi circonda i fianchi e appoggia il mento sulla mia testa.
«Lo spero.» Rispondo pensierosa.
«C'è ancora molto lavoro da fare, non è mica finita qui...» Rifletto ad alta voce studiando le pareti vuote, in attesa che qualcosa le rendano più che bianche e inutili.
«Sappi che ti aiuterò in qualsiasi modo.» Si offre il moro.
«No, voglio farcela da sola. Devo.» Mi rifiuto gentilmente.
Mi sposto di fronte alla scrivania e indico a Lorenzo la parete dietro di essa.
«Lì ci saranno gli scaffali con le mie foto migliori.» Inizio a descrivere come sistemerò in futuro questa stanza vuota, rendendola il mio negozio di fotografia. Appoggio l'indice sulla superficie in vetro della piccola postazione.
«Qui inserirò le foto che scatterò ai primi clienti, le più belle naturalmente.» Preciso sorridendo.
Mi sposto di fronte alla vetrina.
«Qui esporrò le diverse macchine fotografiche in vendita, con relativo prezzo, su dei ripiani in vetro.»
«Qui invece andranno tutti i porta fotografia più originali e facilmente vendibili.» Indico la parete in cui si trova la porta d'ingresso.
«E infine lì, voglio creare un'altra piccola stanzetta in cui possono essere scattate fotografie per carte d'identità, passaporti o magari per inviti a matrimoni, battesimi, comunioni o, perché no, foto-ricordo di famiglia.» Espongo allegra indicando la parate di fronte all'ingresso.
«Che ne pensi?» Chiedo a Lorenzo di esprimere un parere, magari potrebbe darmi anche qualche consiglio.
«Be', mi sembra un ottimo negozio di fotografia!» Si complimenta sorridente.
«Sicuramente migliore di un ufficio abbandonato...» Aggiunge guardandosi intorno.
«Era di tuo padre?» Chiedo incuriosita dalle sue parole.
«Già, voleva regalarlo a me, ma io non me ne sarei fatto nulla, così l'ho donato a chi sicuramente ne farà ottimo uso.» Mi sorride.
«Allora cercherò di renderlo ancora più bello.» Ricambio il sorriso.
Una chioma bionda e un paio di occhi verdi rancorosi mi tornano in mente.
«Ma aspetta un attimo. Non puoi mettere il video su YouTube, salterebbe la copertura di Diletta!» Ricordo all'improvviso, girandomi verso il moro con uno scatto.
«Diletta non è più un problema né una copertura.» Mi sorride circondando il mio bacino con le sue lunghe braccia.
«Ma i tuoi poveri iscritti che ne penseranno? Lasci una e ti metti con l'altra il giorno dopo?» Inizio a gesticolare mettendomi nei suoi panni.
«Capiranno... E se non lo faranno, se ne faranno una ragione. Amo te e non posso farci niente.» Mi tranquillizza guardandomi negli occhi.
Gli lascio un dolce bacio sulle labbra in ringraziamento.
«Posso?» Prendo la sua fotocamera dalla scrivania, chiedendogli il permesso di usarla.
«Certo.» Mi sorride.
Mi posiziono davanti alla porta d'entrata e faccio in modo che tutta la stanza sia visibile all'interno dell'inquadratura. Scatto la foto e restituisco la videocamera al proprietario.
«Mi servirebbe che me la stampassi, se non ti pesa.» Gli chiedo supplicante riferendomi alla foto.
«Te la farò avere sicuramente.» Risponde con un occhiolino e non posso fare a meno di rubargli un bacio dalle labbra di ringraziamento.

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Risistemo la foto al suo posto, nell'album, e volto pagina, pronta a rivivere l'ennesimo ricordo della mia vita passata, ricordi che hanno creato l'Abigail che oggi sono.

Lunghezza capitolo: 1273 parole.

Spazio autrice:
La fine della storia si avvicina, miei cari lettori. Come potete notare ho aggiunto una piccola parte a fine capitolo, molto importante per il finale. Se ancora non è chiara, aspettate di leggere gli altri capitoli, man mano capirete meglio.
Inoltre, vi aspettavate questo tipo di sorpresa da parte di Lorenzo? Dite la verità.

Poi volevo prendere questo piccolo spazietto per chiedere a chi ha già affrontato gli esami come sono andati, se pensavate fossero più facili/difficili. Insomma, se vi va potete parlarmene nei commenti.
E boh, grazie per il supporto che mi continuate a dare in ogni capitolo, ve ne sono riconoscente.

Dangerous Woman || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora