Capitolo 38 || Photography Shop

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Circa due anni dopo...

Avvito l'ultima vite che tiene la nuova targhetta attaccata fuori la porta del mio negozio. Adesso è completo, proprio come lo avevo immaginato.
Mi allontano di qualche passo per poter osservare soddisfatta la scritta
"Watson photography". Un nome poco originale sì, ma che contiene anche il mio caro papà. Apro la porta e osservo il mio sogno diventare finalmente realtà, frutto di duro lavoro. Gli scaffali vuoti attendono solo di ospitare i prodotti da vendere e la vetrina di mostrare ciò che più piace. La foto di mio padre appesa dietro il bancone mi fa ricordare che nonostante sia volato via, sia soddisfatto di me almeno quanto lo sono io. Jake si guarda intorno, confuso da quel nuovo ambiente. La sua piccola statura da cucciolo è ormai solo un ricordo, in quanto diventato un bel cagnolone dolce e protettivo. Mi abbasso sulle ginocchia, raggiungendo l'altezza dei suoi occhioni neri.
«Ti piace?» Gli accarezzo la testa bianca mentre scodinzola in apprezzamento. Prendo la mia vecchia polaroid appoggiata sul vetro del bancone, adornato dalle foto che ho scattato ad ogni minimo cambiamento del negozio e mi posiziono sull'uscio della porta d'ingresso. Sto attenta che tutta l'enorme stanza sia inquadrata dall'obiettivo e scatto la foto. Una volta che essa sia uscita dalla macchina fotografica, la inserisco nel mio album fotografico che ho deciso di riempire di ogni ricordo. Contiene ancora solo due foto: quella scattatami da Lorenzo nell'ultimo anno di scuola e quella del negozio ancora spoglio di qualche anno fa. Lo richiudo attentamente e lo ripongo nel cassetto del bancone.
«Andiamo Jake!» Richiamo il cane intento a esplorare il nuovo ambiente.
Spengo tutte le luci e chiudo la porta. Aggancio il guinzaglio blu alla pettorina dello stesso colore della palla di pelo bianco e usciamo insieme.
Guardo l'orologio e scopro di essere in tremendo ritardo per i tempi prestabiliti. Spero con tutta me stessa che Lorenzo abbia perso tempo ad editare il video del giorno mentre inizio a correre verso l'appartamento che condividiamo. Apro il portone e salgo le scale velocemente, inciampando più volte a causa degli strattoni di Jake.
Apro il portone di casa e libero il cane, che corre verso la sua ciotola d'acqua personalizzata.
«Sei tornata...» Il moro spunta dal corridoio mentre si stropiccia gli occhi stanchi con i palmi delle mani.
«Già. Dovresti stare meno attaccato a quel computer, ti stai rovinando la vista...» Mi preoccupo per lui lasciandogli un leggero bacio a stampo sulle labbra morbide.
«Sì mamma!» Scherza portando una mano alla fronte.
«Ho una sorpresa per lo Youtuber più famoso d'Italia.» Annuncio con uno scherzoso tono formale.
«Che genere di sorpresa?» Mi guarda con malizia e un sorriso furbo sulle labbra carnose avvicinandosi.
«Cretino!» Lo ammonisco con un misero schiaffo sulla spalla.
«D'accordo d'accordo, qui qualcuno ha le sue cose!» Esclama ritirandosi.
«No, ho qualcosa di molto più figo.» Sorrido allegra.
«Cosa guardi? Va' a vestirti!» Rido osservando la sua faccia da ebete.
«Stavo ammirando la tua raggiante bel-»
«Sì Lorenzo, muoviti.» Lo spingo verso la camera da letto alzando gli occhi cielo. Mentre aspetto che si cambi afferro silenziosamente la sua Canon e mi apposto sulla porta d'ingresso.
Quando sento la porta del bagno aprirsi avvio la registrazione.
«Favij, è pronto per la sorpresa?» Ridacchio dietro la videocamera, mentre lui si avvicina con la mano nei capelli ribelli.
«Mi sa di déjà vu...» Mi sorride riferendosi a quando fece la stessa cosa con me.
«Cosa si aspetta da questa sorpresa?» Chiedo imitando una giornalista.
«Non so cosa aspettarmi.» Assottiglia lo sguardo, cercando di ricavare qualcosa dalla mia espressione.
Mimo le mie labbra cucite e lo osservo furba sbuffare sonoramente.
«Andiamo allora!» Lo incoraggio facendogli cenno di uscire.
Chiudo la porta dietro di me e afferro la sua mano grande e ossuta, cullandomi nella sensazione piacevole della sua stretta.
«Il tragitto non sarà lungo, giusto qualche metro.» Lo informo per ingannare i pochi minuti che serviranno per arrivare alla meta.
«Davvero? Non sei stata crudele allora.» Mi sorride e io inquadro al meglio la mia curva preferita del suo viso.
«Solo perché la amo, signor Favij.» Mantengo il tono scherzoso.
«Abigail, non posso sopportare che mi chiami "Favij".» Mi ripete per la centesima volta nei due anni della nostra piccola relazione.
«D'accordo, Favij.» Marco il nomignolo che si è auto-affibbiato per la fama.
«Stronza.» Mormora scuotendo la testa.
«Eccoci!» Sorrido indicando il portone del mio negozio.
«Watson photography...» Legge la targhetta in un sussurro. Mi allontano di qualche passo per inquadrarlo al meglio.
«No...!» Esclama sorpreso girandosi verso di me.
«Avevi detto che non avresti più voluto saperne!» Afferma insospettito inarcando un sopracciglio.
«Era un periodo difficile...» Alzo le spalle ricordando la morte di mio padre e il litigio con Lorenzo, deluso dalla mia momentanea resa.
Gli passo la chiave, incoraggiandolo ad aprire la porta. Rimane fermo sull'uscio, intento ad osservare il negozio, totalmente incantato.
«Come hai fatto a nascondermi tutto ciò?» Si gira verso di me e l'obbiettivo, basito.
«Tutto calcolato, mio caro.» Gli faccio un occhiolino, provocando il suo radioso sorriso.
«Sono così fiero di te, Abigail!» Corre verso di me per stringermi nella sua stretta, forse un po' più forte del solito, ma comunque apprezzata.
«Lo sono anch'io.» Sorrido, lasciando che una lacrima di realizzazione solchi la mia guancia.

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Una lacrima calda e cristallina solca la mia guancia coperta da un leggero strato di trucco al rivivere quelle forti emozioni.
Non posso fermare il sorriso allegro che schiude le mie labbra alla vista del mio negozio appena completato.

Lunghezza capitolo: 924 parole.

Spazio autrice:
Rega', non siate tutti in vacanza e cagate i miei capitoli, grazie.
Lo dico perché il numero dei voti ha subito un calo che Madonna santa, come i commenti d'altronde.
Ma va bene, è okay così.
Manca davvero poco ormai alla fine, stay tuned!
Grazie a chi è rimasto, anche a chi è andato via, e a chi è arrivato da poco.

Dangerous Woman || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora