L'umanità è coinvolta

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Meraviglioso. È una parola bellissima, se ci si pensa. Meraviglioso, come i fiocchi di neve che cadono nel palmo della mano la mattina di Natale. Meraviglioso, come quando ci si tuffa in un groviglio di foglie all'inizio dell'autunno. Meraviglioso, come l'acqua piovana che scorre lungo la schiena e si sentono miliardi di goccioline giungere alla fine e poi cadere giù, in picchiata, fino a frantumarsi in altrettanti miliardi di molecole H2O che si sparpagliano nell'ambiente intorno al quale si è. Sono le cinque del mattino, è il 15 settembre e io tra un'ora devo alzarmi. È il mio primo giorno di liceo e non voglio far tardi, così ho messo la sveglia presto, ma non ho ugualmente battuto ciglio per tutta la notte. Mi giro tra le coperte e guardo fuori dalla finestra. L'alba sta sorgendo. Piove, fa freddo. Osservo le gocce d'acqua piovana scorrere sulla finestra. Vorrei aiutarle, soccorrerle, ma ci penso è già sono arrivate sul fondo. Le conto: una, due, tre, quattro. Mi ricordano la razza umana: tutte le vite perse, le guerre combattute. Da Sargon I, fino a Hitler. E giungo quindi a pensare ad una divergenza tra le gocce d'acqua e gli esseri umani: se un uomo muore, alla razza umana non riguarda più di tanto. Se una goccia si perde, crolla tutta la nuvola.
Riesco a scorgere le foglie autunnali che si piegano alla violenza dell'acqua. Riesco a sentire le gocce che cadono sulle strade, sulle automobili, sui palazzi. Odo le macchine che sfrecciano veloci sulla strada asfaltata ma non curata, piena di pozzanghere, auto che schizzano ovunque l'acqua sporca e fetida di quel verdognolo amaro che neanche gli anfibi sanno cosa sia. Posso scorgere le scritte illuminate dei locali di una piccola città, più antica di mia nonna. Le scritte lampeggiano. Blu, rosso, verde, giallo. Ora di nuovo blu, e così via. Riesco a udire i lamenti di quelle povere anime prave degli ubriachi. Posso immaginare il dolore negli occhi di chi attraversa la strada, di chi è consapevole di perdere qualcuno. Una madre, un amico, il fidanzato. Posso percepire la felicità di chi si è appena sposato, di chi ha appena trovato un amico o superato un intervento. La vita, quale emblema. Un mistero irrisolvibile. Penso che nessuno riesca a decifrare il codice delle emozioni umane, delle sensazioni di ognuno. Siamo sette miliardi di persone e ognuna prova sette miliardi di sensazioni diverse al secondo. In questo mondo ogni essere vivente tende a terminare le proprie funzioni vitali. Dai più piccoli esseri ai più grandi. Dalle piante, agli animali, all'uomo. Ogni umano ha solo cent'anni, in media, per poter mettere il azione le proprie funzioni.
Sono le 6:00, sta suonando la sveglia. Non sono pronta ad incontrare nuova gente, ma mi sono ripromessa di rendere ogni giorno migliore del precedente.
Uno. Due. Tre.
Alzati, e vinci anche questa battaglia.


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