Risveglio vendicativo

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-MEGAAAAAAN!- sento urlare dal piano di sotto, e apro gli occhi di scatto: è Fleur, che mi incita ad alzarmi, ma io non ne voglio proprio sapere. -MEEEEG!- urla di nuovo. Decido di alzarmi, a malavoglia. Infilo le ciabatte invernali verdi con un bel fioccone e mi guardo allo specchio: sono il ritratto della disperazione. Ho le occhiaie violacee fino all'altezza della punta del naso, ho il viso con diverse sfumature di nero a causa del mascara mal tolto (o meglio, non tolto proprio), le labbra screpolate: è Settembre, ma qui a Nord fa freddo. Sono in Scozia d'altronde, nelle Highlands, ci sarebbe da aspettarselo.

Vado alla finestra e leggo la scala dei Fahrenheit: 0 °F, oggi nevica! Guardo fuori dalla finestra e ne ho la conferma: sta nevicando. I fiocchi di neve, sono meravigliosi, egregi. Ripenso a ieri sera, e vorrei non avere mai sofferto così tanto, non me lo merito. Ma purtroppo il dolore prende il cuore di ogni essere umano, nessuno scappa da esso. Presto o tardi, non importa. Prima o poi raggiunge, e quando giunge sono sofferenze amare. Il dolore rapisce il cuore. Lo tiene con se per il tempo necessario, tale tempo dipende dal tipo di cuore. Se il cuore è molto fragile, impiegherà più tempo ad essere allevato dal dolore, se è già forte impiegherà molto meno tempo. Il dolore alleva i cuori, e quando ha finito con uno di essi, lo lascia andare; ma questo non vuol dire che lo abbandona per sempre. Lo controlla comunque, in ogni momento. Il dolore è troppo difficile da abbattere, forse quasi impossibile. No, nulla è impossibile, si può abbattere il dolore. Si deve essere solo più forti di esso.

Fleur arriva e mi cinge in un abbraccio:- Buongiorno.- sorride. Ha un bellissimo sorriso, dovrebbe solo sorridere più spesso. Poi guarda come sono vestita e sgrana gli occhi. La anticipo:-Sì, lo so. Pigiama arrangiato.- le sorrido maliziosamente; lei tira la testa indietro e ride fragorosamente. Scendiamo per la colazione; arrivate alla fine delle scale vedo che già ci sono Roxanne ed Ashlee sveglie. Rox ha un viso colmo di sofferenza, rabbuiato: decido di andare da lei per parlarle:- Ei Roxy, buongiorno.- vedendo che non mi risponde abbasso la voce e le sussurro:- Senti, se è per ieri sera non ti preoccupare, non è colpa tua, non credo sia stato tuo fratello, per quanto idiota possa sembrare.- le parole che sto dicendo mi provocano una voragine nel petto, lì dove la ferita grave è ancora aperta. Ma devo consolarla. Non c'è niente di peggio che il senso di colpa mal fondato. Lei mi guarda e mi dice:-E invece sì. E' stato Theo.- Cosa? Ma che dici Rox.. - è impazzita, cerco di rasserenarla:- Non lo sappiamo.- Sì invece. Theo mi raccontò tutto e la ragazza si chiamava Brenda Clarke.- non ho la forza di sentire altro: gli occhi mi si riempiono d'odio, di rancore, di vendetta. Faccio un bel respiro, mi alzo, mi preparo ed esco. Ho letteratura inglese alle 8:00. So solo una cosa: Theodore Parker deve pagare. Non sono una persona cattiva, ma ho una passione sconfinata per la vendetta: io non dimentico, archivio, poi mi vendico. Il ragazzo che ora mi sta a un centinaio di metri è la causa del suicidio di mia sorella. Mi sta fermando:-Alle 9:50 qui. Dobbiamo parlare.- Decido di accostare il tono più freddo e bastardo possibile:- Non sono a tua schiava. Non verrò.- faccio per andarmene, ma lui mi urla:- OH, VERRAI! Sennò peggio per te, stupida sei.-

Sento la rabbia ribollirmi nelle vene, sento arrivare la forza per spaccargli i naso. Sento il calore nelle  mie arterie propagarsi. Deve pagare, e pagherà.


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