Sono il caprio espiatorio degli infelici

35 3 0
                                    

-Fleur-

-Okay. Miss Evans. Può andare.- Mi brillano gli occhi appena lo vedo. Lì, immobile e perfetto. Sembra costruito di pietra calcarea, bianchissima, levigatissima, e ancora perfetta. I suoi occhi sono dentro i miei, e per un attimo svanisce tutto. Riesco solamente ad immergermi in lui quanto basta per comprendere che ha mentito alla mia professoressa. Ed è così maledettamente bello. Dio, quanto è bello.

-Grazie, professoressa White.- Cammino lentamente per tentare di alleviare la tensione, e appena ho la possibilità di chiudere la porta alle mie spalle corro e salto a dosso a Mark. -Non mi cerca nessuna professoressa Grace, non è vero?- A quanto pare no.- sussurra tra i miei lunghi capelli; sento il suo fiato sul mio collo, ed è una delle sensazioni più belle del mondo. -Mark.- lo chiamo, perché devo dirgli quello che provo e che ho sempre provato una volta per tutte. -Sì, Fleury?- Tu lo sai cosa provo io per te, vero?- Lui, invece di rispondere, si mette a ridere, mostrandomi quei denti bianchi splendenti che tanto amo, e mi bacia. E siamo noi. Solo noi, il resto sparisce. Chiudo gli occhi, e posso solo immaginare quanto cavolo è bello adesso. Quanto lo sono i suoi capelli tra le mie dita, i suoi occhi chiusi nei miei, la sua bocca sulla mia. Per un attimo arrivo a dimenticare ogni passato maledetto, ogni insulto amaro, ogni ferita sul mio cuore forte e fragile. Arrivo a scordare ogni fottuto momento in cui ho creduto che il mondo ce l'avesse con me, per la mia semplice presenza. Arrivo a dimenticare tutti i momenti bui in cui ho creduto di non poter essere niente; di non poter fare niente. Ma adesso... Adesso, in questo momento io mi sento capace di compiere qualsiasi impresa, di superare ogni ipocrisia, e ogni fottuto ricordo che mi ferisce ogni fottuta notte. Tutto perché ora c'è lui.

-Megan-

Il sonno mi sta divorando gli occhi. Ho la vista annebbiata, non so che cosa sta succedendo. Sono le undici di sera, e io mi ritrovo fuori dall'ospedale, seduta sul bordo del marciapiede. Sono andata a trovare David. Era un po' che non lo vedevo, gli ho detto come sta andando a scuola, gli ho detto di Parker. E' rimasto malissimo, e mi ha confessato i suoi sentimenti. Gli ho detto della mia intenzione, e lui ha approvato, dicendomi di seguire sempre i miei sentimenti. Poco dopo però si è sentito malissimo, ho dovuto chiamare l'infermiera. Ha cominciato a tossire, forte, e aveva gli occhi fuori dalle orbite. Erano velati. Quei bellissimi occhi azzurri, iniettati di tutto quell'orrore. Gli ho preso la mano, gli ho detto che andrà tutto bene. Quando è arrivata l'infermiera, mi ha fatta uscire. Ho sentito solo poche parole: cancro al cervello. Non si riesce a risalire all'origine, ma sembra che ce lo avesse impiantato da molto tempo nel cranio, e che con l'occasione sia uscito fuori. Ora sono sul marciapiede, annebbiata dal sonno, dal dolore, dalle lacrime. Aspettando il mio migliore amico con la sua nuova moto. Eccolo.

Si ferma davanti a me:- Meg, cazzo! Che è successo?!- David. Andiamo a casa, ti prego.- Vuoi dormire da me, stanotte?- Sì, ti prego.- Okay, dai. Metti il casco e reggiti forte.-

Salgo sulla motocicletta e Fred parte. Osservo gli alberi che scorrono davanti le mie iridi e penso.

Perché non me ne va una bene?



EssenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora