Capitolo 2

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Quando arrivo all'ingresso dei servizi noto il grande orologio di ferro appeso alla parete. E' da poco passata la mezzanotte. Se solo fossi venuta con la mia macchina, me ne sarei già andata. Questa serata iniziava a prendere una strana piega.

«Vuoi una mano per pulirti?»

Non ci credo. Mi volto e lo trovo appoggiato alla porta d'ingresso del bagno.

«Mi stai seguendo?» chiedo perplessa.

«Ti piacerebbe!» aggiunge lui allusivo.

Scoppio in una fragorosa risata.

«Cos'hai da ridere?» mi domanda.

«Non sei il mio tipo!» osservo le macchie nere sul suo braccio. Ora con la luce al neon del bagno riesco quasi a distinguere i vari soggetti. Un gufo, un orologio, uno schizzo?

Segue il mio sguardo sul suo braccio «Troppi tatuaggi?» mi domanda infastidito.

«Quelli sono belli... è la testa che non funziona!» esclamo forse troppo decisa, ticchettando sulla tempia con l'indice.

Resta impassibile, con le mani infilate nelle tasche dei jeans.

Perché sono così stupida? Perché allontano le persone da me in questo modo?

«La tua invece funziona fin troppo bene...» sussurra allontanandosi.

Poi mi sorprende e torna indietro.

«Quel bacio era a dir poco imbarazzante! Sembrava un bacio tra due poppanti...» ride divertito.

Si stava prendendo gioco di me? Mi aveva visto mentre baciavo Massimo, merda.

«Non sono affari tuoi... e poi a me piacciono i baci dolci» aggiungo, quasi mi sentissi in dovere di giustificarmi.

Assurdo. Ma cosa mi stava facendo?

«I baci dolci? Un bacio deve essere intenso, devi sentire la voglia che ha di te l'altra persona. Il cuore che batte all'impazzata, le lingue che si scontrano e danzano insieme...» mi guarda intensamente negli occhi mentre anima le parole che escono fluide dalla sua bocca, poi sposta lo sguardo sulle mie labbra.

Mi sento avvampare al solo pensiero delle sue labbra sulle mie. E' bello ma non troppo. Una di quelle bellezze particolari, carismatiche.

«Peccato...» sussurra.

«Cosa?» domando svelta.

«Dovresti stare con qualcuno che sappia cosa fare con quelle labbra...» aggiunge.

Si avvicina lentamente e mi sposta una ciocca di capelli dal viso. Quel tocco delicato mi manda piccole scosse lungo la schiena. Sento il respiro irregolare e quando mi accarezza il labbro inferiore con il pollice sussulto.

Com'è possibile che mi faccia quest'effetto?

Si avvicina ancora di più e avvicina il suo viso al mio. Sfiora con il naso il lobo del mio orecchio, poi la guancia. Nello stesso istante mi sfiora il fianco con la mano, lasciandola scivolare dietro la schiena.

Sento il cuore accelerare sempre più forte, sono terrorizzata dal solo pensiero che possa sentirlo.

Quando è quasi arrivato alle mie labbra giro di scatto la testa dal lato opposto al suo viso e chiudo gli occhi.

Dopo qualche istante d'imbarazzo sento le sue mani abbandonare il mio corpo.

«Touchè!» esclama confuso.

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