Capitolo 17

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Arriviamo in anticipo nel parcheggio del lavoro. Diego spegne la macchina e lascia la radio accesa. La radio trasmette una canzone che conosco bene. Sad Eyes di Bruce Springsteen. Dolce e malinconica.

Diego si allunga verso le mie gambe, mi sorride quando mi sfiora per sbaglio un ginocchio ed io tiro un sospiro. Apre lo sportello del cruscotto e ne tira fuori una scatolina che mi porge.

«Tieni...»

L'apro e contiene un telefono nuovo. Lo guardo a bocca aperta.

«Non dovevi!» riesco a dirgli.

«A casa di quello stronzo ho trovato il tuo, ma era rotto. Sono riuscito a recuperare la tua sim ed era funzionante! Ora posso tornare a scriverti o chiamarti finalmente...»

Forse era per questo che insisteva per tornare a prendere la sua macchina, voleva darmi il cellulare.

Accendo il telefono e vado subito sulla fotocamera, la punto verso Diego e gli faccio una foto a tradimento.

«Ma che fai?» mi domanda lui corrucciando la fronte.

«Ho bisogno di una tua foto da registrare con il tuo numero!» sorrido mentre passo alla rubrica.

«Te l'ho già inserito il mio numero!»

Lo guardo allibita. Controllo nella rubrica e alla voce D non compare nulla.

«Ma cosa dici, non è vero!»

«Sotto la A...» suggerisce.

Ma cosa centra la A? Torno all'inizio della rubrica e mi si illuminano gli occhi quando trovo la parola "A" e una foto di Diego che impacciato cerca di sorridere.

«Perché A?» gli chiedo.

«Volevo fosse il primo numero a comparirti in rubrica...»

Gli salto letteralmente al collo e lo abbraccio forte.

«E' molto dolce da parte tua...» sussurro.

Mi stringe a se, ricambiando l'abbraccio.

«Devi andarci per forza a lavoro? Potremo andare da me...»

«Stai cercando di corrompermi?» chiedo baciandogli il collo.

Lo sento irrigidirsi, possibile che gli basti così poco? Salgo con piccoli baci fino alla sua bocca e quando le nostre labbra si sfiorano sento vibrare qualcosa vicino alla mia mano che ho appoggiata sulle sua gamba.

E' il telefono di Diego, che suona per l'ennesima volta da quella mattina, ma lui non risponde. So che è lei e il fatto che lui non voglia risponderle finché è con me, non mi piace per niente. Mi scosto dal suo abbraccio e mi riposiziono sul mio sedile.

«Cosa le dirai?» chiedo guardando fuori dal finestrino.

«Non lo so...» risponde.

Mi giro a guardarlo, ha gli occhi fissi nel vuoto. Lo sguardo lontano. Non è con me, in questo momento.

«Perché non le rispondi?»

«Non è così semplice... le spezzerò il cuore!» mi guarda disperato, come se io non capissi. Come se il mio fosse un capriccio.

Forse è meglio allontanarmi prima che possa iniziare a discutere con lui, non ne ho nessuna voglia, soprattutto non a causa di Vanessa. Apro la portiera.

«Selene...» lo sento accennare sbuffando.

Chiudo la portiera e mi avvio verso il portoncino d'ingresso del lavoro. Mi aspetto di sentire la sua presenza dietro di me, le sue mani che mi afferrano e la sua voce che sussurra il mio nome. Ma non succede. Quando apro il portoncino, mi giro verso il parcheggio e vedo la macchina bianca di Diego muoversi verso l'uscita.

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