Capitolo 16

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Usciamo di casa e Diego insiste per andare a prendere la sua macchina, che ha lasciato sotto casa dei suoi.

«Potevamo andare anche con la mia» gli ripeto per l'ennesima volta.

«Non preoccuparti mio fratello sarà a lavoro a quest'ora...» risponde Diego, che come sempre capisce al volo i miei pensieri. In effetti temevo proprio di poter incontrare Matteo. Sarebbe imbarazzante.

«Ti da fastidio?»

«Cosa? Il fatto che mio fratello ti abbia baciato prima di me? Ma figurati...» risponde lui sarcastico.

Mi tiene per mano da quando siamo usciti di casa e quel contatto mi fa sentire amata e al sicuro.

«Ho sbagliato in pieno è vero, ma tu eri con lei e lui...»

«Lui?» chiede curioso.

«Lo sai... siete identici!» aggiungo accelerando, per tenere il suo passo.

«Quindi non potendo avere l'originale...»

«Hey scendi dal piedistallo!» scherzo tirandogli un pizzicotto sul braccio.

«Ho avuto paura...»

«Paura?»

«Quando vi ho visti insieme ho temuto che saresti potuta andare oltre...»

Oltre il bacio? E' questo che intende?

«Se fossi stata con lui, con me avevi chiuso!» esclama serio.

Lo strattono e lo obbligo a fermarsi.

«Mi stai dicendo che se avessi fatto sesso con tuo fratello, avresti chiuso con me? Ma che cazzo dici?»

«Ho poche regole, tra le quali non scopare con la donna di mio fratello! Quindi si sarei stato alla larga!» urla.

Mi sta guardando dritto negli occhi ed il suo viso è vicinissimo al mio. Anche in questo momento che gli vorrei tirare uno schiaffo per quello che ha appena detto, in realtà vorrei solo baciarlo. Avrebbe rinunciato a me, a noi se io fossi stata con suo fratello. Certo che l'avrebbe fatto, lo avrei fatto anche io. Ma che cosa mi è saltato in mente? Perché ho baciato Matteo, merda. Lo vedo dai suoi occhi che gli fa ancora male.

Lo bacio sulla guancia.

«Che cosa era?» mi domanda e mi bacia sulla bocca, con la stessa voglia con cui lo ha fatto a letto, sotto la doccia e sento che lo farà sempre.

«Muoviamoci o finisce che non mangiamo ed io dopo che faccio ginnastica ho una fame da leoni!» urla ed inizia a correre, trascinandomi con lui in quella folle corsa.

Dieci minuti dopo siamo da Mc Donald in fila alla cassa ad aspettare il nostro turno. Diego ha una mano infilata nella tasca dei jeans e con l'altra mi tiene per mano.

«Cosa prendi?» gli chiedo.

«Menù grande» risponde lui iniziando ad elencare una serie di stuzzichini e salse che avrebbe aggiunto al menù. Mentre lo ascolto sento qualcuno chiamare il mio nome. Mi giro d'istinto.

«Guarda chi c'è la bella Selene!» mi compare davanti uno dei responsabili dove lavoro e un paio di colleghi, probabilmente in pausa pranzo.

Lui è uno di quegli uomini che passata la quarantina segna un matrimonio fallito alle spalle, tanti chili di troppo ed un ego incontrollabile. In sintesi non ha nulla di bello e si crede chissà quale adone. Ma soprattutto crede di poter fare ciò che vuole.

«Ciao...»

«Mangi con noi?» chiede lui, ignorando completamente Diego che mi stringe più forte la mano. Lo sento irrigidirsi accanto a me.

«No, mangia con me co» interviene Diego.

Gli tiro una gomitata prima che finisca di apostrofare il responsabile come un coglione.

«Non mi ero accorta che fossi in compagnia» aggiunge l'uomo grassoccio e pelato davanti a me.

«Prego!» urla la ragazza in cassa davanti a noi, tirandomi fuori da quell'insensata conversazione.

Diego si affretta ad ordinare ed io anche. Saluto i miei colleghi, che mi sorridono compiaciuti.

«Ti guardava come se dovesse sbatterti su questo tavolo da un momento all'altro, gli avrei messo le mani addosso se continuava!» sbraita Diego.

Per fortuna mi ha seguita ad un tavolo che ho scelto abbastanza imboscato e nessuno lo ha sentito, spero.

«Hey calmati!» gli accarezzo il viso.

Mi fissa qualche istante e poi scatta in piedi. Oddio non vorrà mica cercare i miei colleghi?

«Vieni con me!» mi tira per un braccio e mi porta in bagno. L'ingresso è lo stesso sia per l'uomo che per la donna.

«Entra...» bisbiglia sorridendo e indicandomi la porta del bagno aperta.

«Non devo fare la pipì...»

«Neanche io!» mi afferra per i fianchi e mi spinge dentro.

Si appoggia di schiena alla porta e con un movimento svelto la chiude a chiave. Ha lo stesso sguardo che aveva stamattina quando mi ha presa sotto la doccia.

Mi si avvicina ed inizia a slacciarmi i jeans lentamente, mentre mi bacia sul collo.

«Non ti chiedo di fare nulla, hai già fatto fin troppo per oggi... calcolando che eri vergine» mi sussurra all'orecchio.

L'aria che esce dalla sua bocca mi solletica il viso e i suoi baci dolci mischiati alle sue parole schiette mi mandano su di giri. Cosa avrà intenzione di fare?

«Diego...» con uno strattone mi tira giù i jeans e resto senza fiato per il modo in cui lo fa.

«Sai che ucciderei se ti facessero del male...» mi sussurra ancora.

Quella frase mi rimanda all'istante al viso di Massimo il giorno prima. I lividi, le ferite. La macchina sotto casa mia. Mi ha appena confermato quello che sospettato, quello che ora sono certa di sapere.

«Hai picchiato Massimo?» mi sforzo di chiedergli.

«Selene...» si sta trattenendo.

«Dopo che mi sono addormentata sei uscito e sei andato da lui...» aggiungo.

«E' importante?» mi chiede abbassandosi e sfilandomi l'intimo.

«Non avresti dovuto!» urlo quando la sua bocca si posa sulle mie parti intime.

«Per me è stato un piacere... anche se preferisco di gran lunga questo!» ride e le mie gambe tremano, arrendendomi al suo volere.


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