Capitolo 26

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Qualche minuto più tardi usciamo dal B&B. E' una bellissima giornata ed il sole splende nel cielo. Seguo Ryan e intanto mi guardo intorno. Le porte colorate e le piccole palazzine in mattoni regalano a questa città un qualcosa di magico, strano e fantastico allo stesso modo. Due ore di aereo e ti ritrovi in un luogo completamente diverso da quello in cui sei vissuta. Ed è incredibile come mi senta già appartenere a questo posto.

«Sta attenta!» mi blocca Ryan facendomi scudo con un braccio. Mi stava per investire una macchina, dannato senso di marcia opposto.

«C'è scritto pure a terra da che parte devi guardare prima di attraversare!» mi raccomanda lui un pò esasperato. Osservo la segnaletica "look right" e sbuffo, mi tratta come una bambina.

«Dove stiamo andando?» gli chiedo.

«Sorpresa!» mi risponde fingendo un sorriso.

«Divertente... dammi almeno un indizio!» cerco di supplicarlo.

Ma lui non mi risponde. E' incredibile come passi dall'essere gentile e premuroso, evitando di farmi morire investita da una macchina, all'essere totalmente scontroso e anche un pò antipatico.

«Si può sapere che ti ho fatto?» gli chiedo d'un tratto.

Si gira a guardarmi e resta quasi interdetto.

«Cosa mi hai fatto?» ripete.

«Perché mi tratti così? Ti sto antipatica? Ti ho fatto qualcosa, si a parte ieri non mi sembra di averti trattato mai male ecco...» aggiungo svelta.

Scoppia a ridere e mi fa cenno di salire sul pullman che si è appena fermato davanti a noi, non mi ero neanche accorta che ci fossimo fermati ad aspettare il bus.

Ammiro il bus a due piani rosso, tipicamente inglese e salgo su. Osservo Ryan che timbra due biglietti, poi torna a guardarmi.

«Devi smetterla di credere che tutto giri intorno a te, non mi hai fatto nulla! Questo sono io, sono fatto così.»

Resto sbalordita. E' fatto così?

«Sei un po' contorto e strano... » aggiungerei che non so come comportarmi con lui.

«Non sei la prima a dirmelo» risponde.

Sembra sempre così distaccato, come se il momento prima fosse qui con me e l'istante dopo si perdesse nei suoi pensieri. Nasconde qualcosa e questo mi ricorda qualcuno. Gli occhi di Ryan però mi sembrano solo molto tristi. Cosa celano?

Circa credo mezz'ora dopo ci fermiamo davanti ad una grande fabbrica in mattoni con un immensa scritta "Guinnes Storehouse".

«Ricorda in Irlanda berrai sicuramente due cose: l'Irish Coffe e una pinta di Guinnes!» esclama guardando con fierezza il logo.

Alla fine della visita del museo danno modo di conseguire un diploma dopo aver spillato la Guinnes. Mi faccio fotografare da Ryan sorridente, che mi trascina poi all'ultimo piano dove troviamo un bar con una vista panoramica a 360° della città.

«E' bellissimo qua su!» esclamo guardando oltre il vetro. Sento uno scatto. Mi volto e trovo Ryan a fissarmi con la mia fotocamera in mano.

«Eri perfetta...» si giustifica.

Sento qualcosa sbriciolarsi dentro di me.

«Voglio andare in un posto!» mi sento di dirgli.

Quando scelsi come meta Dublino, pensai che il primo luogo che avrei visitato sarebbe stato quello. Glielo dovevo, visto che non c'ero mai stata prima. Non mi ero mai sentita pronta, il dolore era ancora troppo forte, ma ora sentivo il bisogno di andare a trovarlo.

«Ricordi quando ho detto che mio fratello è morto?» chiedo a Ryan mentre usciamo dall'edificio, solo dopo aver acquistato vari gadjet.

«Certo» risponde lui serio.

«Amava questa città così i miei genitori hanno deciso di portarlo qui, portami al Glasnevin Cemetery!»

Ryan mi guarda confuso, poi finalmente si rianima.

«Sei sicura?» mi domanda.

Accenno un si con la testa.

Prendiamo al volo due toast da un piccolissimo take away e saliamo sul bus che ci porterà alla nostra destinazione.

«Tu guidi?» chiedo a Ryan che è in piedi di fronte a me. Incredibile come non si regga al bus in nessun modo, eppure sbandi meno di me che mi tengo aggrappata con entrambe le mani.

«Non ho mai preso la patente! Dublino è servita bene e Milano anche.»

«Peccato sai, mi manca guidare la mia macchina.»

«Se vuoi puoi prendere il maggiolino di mia madre, neanche se volessi lo tratteresti peggio di quello che le fa lei!» scoppia a ridere ed io le seguo.

«Lily è meravigliosa!»

«Si, ha sempre appoggiato le mie scelte anche se sapeva in principio quanto fossero sbagliate.»

«Quanti anni hai Ryan?»

«Venticinque» mi risponde subito.

Venticinque. Quel numero mi rimbomba nella testa. Come lui, ha la sua stessa età. Rivedo i suoi occhi verdi, sento l'aria mancarmi dai polmoni, di nuovo. Quando meno te l'aspetti ecco riaffiorare quella sensazione di annegamento.

«Selene respira...» sussurra Ryan, che nel frattempo mi ha fatto accomodare su un sedile.

«Sto bene, ho avuto solo un calo di pressione!»

«Non ti meriti questa sofferenza, lui lo sa che sei in queste condizioni?» mi chiede.

Lo guardo negli occhi e lo supplico di stare in silenzio, di non aggiungere altro.

Qualche minuto dopo arriviamo davanti al cimitero. E' circondato da spesse mura in pietra grigia, molto antica. Entriamo dentro e sento subito una strana sensazione, mista a pace e tristezza.

All'ingresso incombe un enorme statua raffigurante un angelo. E' meravigliosa e agghiacciante. La maggioranza delle tombe sono distinte da enormi croci di pietra in stile celtico.

«Vado a chiedere al custode in che punto è la tomba di tuo fratello, aspettami qua!» sussurra Ryan a bassa voce, rispettando le anime dei morti.

«Aspetta, mio fratello non è seppellito! I miei genitori non potevano permettersi di seppellirlo, così hanno disperso qua le sue ceneri, nel vento.» sussurro.

«In che punto?» mi chiede.

«Dietro al monumento di O'Connel vi è la statua di un Angelo, che sorregge una spada.» lo guardo in cerca di un indizio sul suo viso.

«forse ho capito, vieni!»

Ryan mi porge la sua mano ed io la prendo. E' fredda.

Ed eccolo l'angelo che sorregge una spada. Esattamente dove i miei genitori l'avevano indicato. Sento una strana pesantezza al cuore. Nathan, mi dispiace tanto. Mi inginocchio sui sassolini ai piedi di quel piccolo monumento.

«Mi dispiace tanto! Io non avrei mai immaginato che lui avesse fatto questo!» sussurro singhiozzando. «Perdonami, ti prego!» aggiungo.

Sento le braccia di Ryan stringermi.

«Io non lo sapevo o non mi sarei mai innamorata di lui...» sussurro.

«Lo so» sento Ryan sussurrarmi all'orecchio. Mi giro verso di lui per guardarlo e per capire se ho sentito bene.

«So tutto...» aggiunge e mi si gela il sangue.

M83 - Wait


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