Capitolo 30

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«Stai pensando a lui?» Mi chiede Ryan rompendo il silenzio.

Ho appena finito la mia fetta di pane e Nutella, gli zuccheri dovrebbero aiutarmi ad affrontare quest'argomento.

«Non riesco a non farlo. Vorrei, davvero ma lui è sempre qui davanti ai miei occhi, impresso nel mio cuore. Il verde dei suoi occhi, quei tatuaggi e il suo silenzio che nasconde pensieri.»

Sospiro riflettendo sui silenzi. Ora so il perché di tutte quelle parole rimaste a metà.

Ryan mi osserva attento e mi lascia parlare liberamente.

«So quello che ha fatto e non capisco se riuscirò mai a perdonarlo, ma non riesco a vederlo in un altro modo... continuo a sentirlo mio e a sentirmi sua.»

«Sono un disastro, ti avevo promesso che stasera non avresti pensato a lui...» Ryan si rianima e apre l'antina di una dispensa, tira fuori una bottiglia di vetro.

«E' grappa, facciamo un brindisi: ai nostri amori dolorosi!» Sorride disperato e beve a canna, poi mi porge la bottiglia.

«Ai nostri amori dolorosi!» ripeto. Avvicino la bocca alla bottiglia e bevo. Sento l'alcool farsi strada nella gola e poi nel petto.

«Brucia!» Urlo e tossisco.

Ryan scoppia a ridere e io lo guardo accigliata.

«E' artigianale e credo ci sia più alcool che altro...»

Gli porgo la bottiglia e lui sorseggia.

«A Selene, che possa dimenticare il suo amore!» Mi fa l'occhiolino e io mi sporgo per rubargli la bottiglia di mano, ma mi allungo troppo e scivolo giù dal bancone sul quale ero seduta.

Mi ritrovi tra le braccia di Ryan, a pochi centimetri dal suo viso. Credo mi abbia preso al volo. Ho le braccia appoggiate sulle sue spalle e le gambe abbandonate lungo i suoi fianchi.

Lo sento respirare lentamente e l'odore acre dell'alcool mi investe, quando mi soffia sul viso.

«Che fai?» gli chiedo restando comunque ferma.

Mi sento al sicuro tra le sue braccia e questa sensazione che mi investe è strana.

«Non lo so...» risponde lui confuso.

Lo sento spingermi contro il bancone e mi esce un gemito per quel movimento improvviso. Mi sfiora le gamba dietro il ginocchio e mi fa sedere, senza fatica proprio dove ero poco prima. Sento uno strano brivido salirmi lungo la schiena, era molto tempo che non provavo quella sensazione. Sarà colpa dell'alcool che ho in corpo.

Ryan sposta i capelli che mi coprono il collo e si avvicini a me. Sento la sua guancia calda sfiorare la mia. E' pericolosamente vicino. Sto trattenendo il respiro. Una parte di me vorrebbe lasciarsi andare al volere del mio corpo, ma l'altra brucia ancora di dolore.

«Respira Selene...» sussurra Ryan al mio orecchio e poi si allontana, uscendo dalla cucina.

Torno a respirare solo quando sento i suoi passi sulle scale. Ho i battiti accelerati. Che cosa è successo? Ma soprattutto che cosa stavo per fare?

Lascio il tempo a Ryan di entrare in camera sua e mi precipito nella mia. Prendo il telefono dalla borsa e controllo l'ora. Sono le tre del mattino e calcolando il fuso orario di un ora, in Italia è comunque notte. Non importa, devo sentirlo. Devo sentire la sua voce, perché mi sento mancare l'aria dai polmoni e ho bisogno di lui.

Compongo il numero che non ho più segnato in rubrica, ma poco importa perché lo conosco a memoria. Il telefono squilla. Uno, due, tre, sei, dieci volte. Chiudo la chiamata. Selene ma che stai facendo? Merda.

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