Capitolo 24

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Mi siedo sul letto e mi sfilo la giacca, poi mi sdraio. Avrei il trolley da disfare, ma per ora non ne ho nessuna voglia. Mi sento profondamente stanca. Prendo il cellulare dalla borsa e l'accendo, era ancora spento. Quando lo schermo s'illumina trovo una miriade di chiamate ricevute senza risposta. Merda. Ho dimenticato completamente di avvisare sia i miei che Aurora del mio arrivo. Mando subito un messaggio alla mamma, che mi risponde all'istante ricordandomi di fare attenzione.

Dovrei scrivere ad Aurora, ma un messaggio non basterebbe. Sento uno strano dolore al petto, come se il cuore si stritolasse ogni volta che ripenso a lui. Come può avermi fatto questo? Come può avermi nascosto una verità così grande ed importante? Perché è importante vero Selene? E' importante sapere che per un dannato sorpasso lui abbia causato quell'incidente mortale? Sento le lacrime stuzzicarmi gli occhi. Cerco in fretta le cuffie nelle tasche della giacca e le collego al telefono. Voglio ascoltare al massimo volume una canzone che mi aiuti a stare lontana da quei ricordi. Ne scelgo una a caso e schiaccio play. Mi sdraio e chiudo gli occhi.

"Aiutami, mi sono persa di nuovo e non posso essere trovata. Penso che potrei spezzarmi e non mi sento al sicuro. Stringimi, avvolgimi, sono piccola e ho bisogno di aiuto. Scaldami e respirami."

Breathe Me, Sia

Apro gli occhi quando sento bussare alla porta. Guardo l'orologio, devo aver dormito molto perché ormai il sole è calato.

Mi alzo dal letto e apro la porta. Mi ritrovo Lily davanti.

«Ti sei riposata?» mi chiede dopo aver perlustrato la stanza alle mie spalle.

«Si, sono crollata!» le sorrido.

«Questo è un Bad&B ma questa sera sei invitata a cena da me!»

Esatto. Non avevo neanche riflettuto sul fatto che dovessi almeno cenare, visto che il pranzo l'avevo saltato senza sforzo. Lily è così premurosa, è come se anticipasse le mie mosse sbagliate.

«Ti aspettiamo al piano terra tra dieci minuti»

Mi sistemo un po' e scendo di sotto. Segue il profumo di pesce che si propaga in corridoio e arrivo dritta ad una saletta con una decina di tavoli disposti ordinatamente. Ad uno di essi è già seduto Ryan, che si è cambiato ed indossa un paio di pantaloni grigi e una maglietta larga a maniche lunghe nera. Ha la barba più corta, deve averla tagliata ma quello che mi colpisce sono i suoi capelli rossi, che cadono liberi sulle sue spalle. Sembrano fiamme che ardono sul suo corpo e sta quasi meglio che con i capelli legati. Incorniciano alla perfezione il suo viso, dai lineamenti dolci e duri allo stesso tempo. Mi fissa con i suoi occhi nocciola e mi sento quasi infastidita da quel modo che ha di guardarmi e scavare nel profondo.

Entra nella stanza Lily con una pentola in mano ed io mi siedo di fronte a Ryan, mentre lei dopo averci riempito i piatti si siede a capotavola. Iniziamo a mangiare e nessuno parla. Non amo il pesce, ma questo non è niente male. E' insaporito con delle spezie che lo rendono gustoso.

«Ti piace Selene?» mi chiede Lily.

«E' molto buono, sei un ottima cuoca!» le rispondo entusiasta.

Ryan scoppia a ridere e Lily si incupisce. Cosa avrò detto di sbagliato?

«Oh, questo lo ha cucinato Ryan, io non sono molto brava ai fornelli...» sussurra lei.

«Siamo in due...» sussurro sorridendole.

«Cosa fai stasera?» chiede Lily a Ryan.

«Credo che andrò a trovare Gale!» risponde lui istintivamente.

«Gale? Io credevo che fossi tornato per» aggiunge Lily, che viene interrotta prima che finisca.

«Mamma basta! Te l'ho già detto che non voglio più parlarne!» urla lui e si alza dal tavolo, uscendo di fretta dalla stanza.

Lily resta ferma immobile con le posate ancora in mano, come se le si fosse raggelato il sangue. Poi si gira a guardarmi e mi sorride forzatamente.

«Sparecchio»

«Oh, ti aiuto!»

«No, non preoccuparti! Devi uscire, va pure!» esclama lei.

Devo uscire? Non conosco questa città e non ho nessuna voglia di perdermi di notte da qualche parte. Torno in camera mia e quando sto per aprire la mia porta sento quella accanto spalancarsi. Mi ritrovo davanti Ryan. Quindi la sua stanza è quella accanto alla mia, perfetto. Prima che chiuda la porta intravedo una chitarra sul bordo del letto. Senza che mi degni di uno sguardo, quasi come se fossi trasparente mi supera e se ne va.

Benvenuta a Dublino, Selene.

Apro la porta di camera mia e prendo il telefono fisso che è posizionato sul comodino. Lily mi ha ricordato poco fa di usarlo e chiamare la mia famiglia, ma c'è una sola persona che in questo momento avrei voglia di sentire. Eppure mi sforzo di non farlo. Compongo invece un altro numero. Squilla e dopo un po' Aurora risponde.

«Pronto?» risponde diffidente Aurora.

«Perché gliel'hai detto?» chiedo subito, senza saluti o stupide interferenze. Voglio solo capire.

«Selene!» urla e le si spezza la voce. Sa benissimo a cosa mi riferisco e forse si aspettava che non la chiamassi. Avevo espressamente detto di non volerlo vedere mai più, anche se non ne ero convinta e la mia migliore amica l'aveva capito. Ma tutto questo era stato prima, prima che lui mi confessasse la verità.

«Selene...» la sento sospirare, come se si preparasse a dire qualcosa. «Pensavo che sarebbe stata la cosa migliore dire a Diego che saresti partita.»

Sento una fitta al cuore quando pronuncia il suo nome e sento gli occhi pungermi.

«Lui aveva il diritto di vederti un ultima volta e dirti addio, anche se io speravo che ti avrebbe convinta a restare. Egoisticamente volevo che il vostro amore ti trattenesse qui, con me!»

Le si spezza la voce.

Sono qui, in una stanza sconosciuta, di una città straniera eppure sento di essere li con lei. Continuo a sentire ogni suo respiro e percepisco i suoi sentimenti. Non è stata lei l'egoista, sono stata io a mollare tutto e tutti solo per una persona. Ed ora mi sembra di aver commesso lo sbaglio più grande. Inizio a piangere.

«Hey non piangere, ti prego!» sussurra Aurora.

Le lacrime scendono da sole, solcando il mio viso. Sono calde e sottili. Non riesco a fermarmi.

Vorrei raccontare tutto ad Aurora. Vorrei dirle della lettera di Diego e di come mi sia sentita morire quando ho scoperto il segreto che mi ha sempre nascosto. Vorrei dirle che anche se in parte per colpa sua mio fratello è morto, io sento di amarlo ancora. Ed è tremendamente sbagliato, perché dovrei odiarlo e io vorrei odiarlo, ma non riesco. Come si può odiare una persona che hai amato sin dal primo istante. Come puoi odiare qualcuno che è connesso a te in un modo totale, che supera lo spazio e il tempo. Non posso.

Mi asciugo le lacrime.

«Non sono rimasta perché ho capito che non ero innamorata di lui!» mento.

«Selene non devi giustificare nulla... verrò a trovarti il prima possibile!»

Le parlo del viaggio, di Ryan e Lily. Alla fine della telefonata credo di aver passato almeno mezz'ora al telefono con lei. La saluto e disfo finalmente le valigie.

E' mezzanotte quando decido finalmente di farmi una doccia. E' vero, il bagno è davvero piccolo. Ci sta giusta una doccia incassata nel muro sulla sinistra, il piccolo lavandino che misura quanto la mia mano aperta e il gabinetto a destra. E' completamente bianco e un pò asettico. L'acqua scende bollente e il getto forte mi massaggia la schiena. Chiudo gli occhi e mi lascio cullare dal fruscio dell'acqua. Mi attorciglio il piccolo asciugamano di cortesia addosso e asciugo i capelli con il phon. Quando lo spengo e rientro in camera, sento uno strano rumore. E' una melodia.

Mi avvicino al muro che dovrebbe confinare con la stanza di Ryan. E' una dolce melodia, malinconica e triste. Prendo il cellulare e apro Shazam. Nulla, non riesce a percepire bene le note.

Apro cercando di fare meno rumore possibile la porta della stanza e mi avvicino a quella di Ryan. Faccio partire Shazam che nel giro di pochi secondi trilla per avvisarmi di aver riconosciuto la canzone. Sorrido vittoriosa, finché la porta davanti a me non si apre.


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