«Selene!» urla nuovamente.
«Basta così... si deve allontanare!» sentenzia l'uomo in divisa accanto a lui.
«Che diavolo ci fai qui?» gli domando.
Credevo di ricordare il suo viso, ma in realtà il mio cervello non ricordava con precisione tutti i particolari. Eppure ai miei occhi, dopo tutto quello che mi aveva fatto passare, compariva ancora tremendamente perfetto.
«Tu... che cazzo stai facendo?» mi chiede urlando.
Gli si spezza la voce a metà frase, sembra agitato e arrabbiato.
«Non sono affari tuoi!» rispondo incrociando le braccia al petto.
«Non fare così... sono venuto per»
«Non mi interessa!» lo interrompo.
Sgrana gli occhi incredulo.
«Sai cosa penso? Ripenso ogni singolo istante a quella notte e non me ne pento... la cosa peggiore è che credo ancora di aver fatto la scelta giusta, perché io ti amavo!» gli urlo contro e sento le lacrime farsi strada.
La guardia in divisa resta immobile a fissarmi, come la metà delle persone in fila.
«Mi amavi?» sussurra Diego guardandomi.
«Mi hai abbandonata, come se fossi un giocattolo usato di cui ti eri stancato... ed ora che ho ripreso in mano la mia vita cosa vuoi da me?» gli chiedo stringendo i denti.
Ero sicura di aver finito la rabbia, ma non era così. Riaffiora quando meno te l'aspetti.
Mi guarda disperato. Dov'è finita la tua sicurezza Diego?
«Sei arrabbiata ed è giusto così. In fondo l'ho voluto io, me lo merito. Riuscirai mai a perdonarmi?»
Stringo gli occhi per trattenere le lacrime, ma non basta. Le sento scendere fredde sul viso. Sento il calore del suo corpo che si avvicina al mio ed istintivamente tiro le braccia avanti, per spingerlo via. Ma quando il suo corpo circonda il mio in quell'abbraccio disperato, non trovo la forza di respingerlo. Sento le labbra fremere.
«Ho bisogno di baciarti... un ultima volta!» sussurra con la voce tremante.
«Non posso» rispondo, ma le sue labbra sono già sulle mie. Mi lascio andare a quel bacio d'addio disperato, che sa di lacrime, desiderio e rabbia. Diego mi accarezza il viso ed io mi slego dal suo abbraccio.
«Non è un addio!» urla quando scavalco la transenna per tornare in coda ai controlli.
«Addio Diego!» sussurro, ma lui non mi sente, ormai siamo troppo lontani.
«Tutto ok?» mi chiede Cristina che mi ha aspettata.
«No!»
Dopo i controlli saluto Cristina e il suo bambino, augurandogli buon viaggio. Prenderà un volo per l'Inghilterra dove raggiungerà suo marito.
«Buon viaggio Selene, è stato un piacere conoscerti.»
«Grazie a te... per avermi aspettata!» accenno chiaramente a poco prima.
«L'amore non è mai semplice!» aggiunge e si allontana, tenendo in braccio il piccolo Samuel che si è addormentato.
Mi metto in fila per l'imbarco e continuo a ripensare a Diego. Non riesco a credere che sia venuto. Come faceva a sapere della mia partenza? Lo sapevano solo i miei e qualche parente stresso e poi Aurora. Merda. E' stata lei. Deve aver cercato il numero di Diego sulla mia rubrica mentre facevo la doccia. Maledetta.
Le persone davanti a me iniziano ad avanzare. Guardo una coppia che si bacia calorosamente, mentre aspetta seduta poco distante da me. Lei ha i capelli viola ed è piena di piercing e tatuaggi, deve avere la mia età. Lui invece ha i capelli ricci e gli occhiali, la classica faccia da secchione. Gli opposti si attraggono. Sembrano così felici.
Ripenso alle sue labbra sulle mie, alle sue braccia strette al mio corpo, al suo petto che ad ogni respiro si muoveva contro il mio. Mi manca l'aria, apro la bocca e cerco di respirare.
«Ti senti male?» mi domanda una voce maschile.
Continuo a respirare, con gli occhi chiusi.
«E' meglio se ti siedi!»
Sento una mano posarsi sulla schiena e accompagnarmi a sedermi.
Quando sono seduta apro gli occhi e lo vedo.
Capelli ramati raccolti in una cipolla, barba lunga incolta dello stesso colore e occhi nocciola chiarissimi. Un pò rozzo, mi ricorda un vichingo.
«Ti senti meglio?» mi chiede seriamente preoccupato.
Ma chi sei? Chi è che si preoccupa in questo modo di un estraneo?
«Si, grazie» mi sento di ringraziarlo.
«Ti prendo l'acqua, non muoverti!» mi ordina e si alza.
L'osservo arrivare al distributore. Indossa dei pantaloni neri di pelle e sopra una camicia bianca con le maniche risvoltate. Il male e il bene. L'oscurità e la luce. Gli opposti che si attraggono.
Porta a tracolla un grosso borsone in stoffa verde militare. I suoi movimenti sono sicuri, mi trasmette sicurezza
«Ecco» mi porge l'acqua e ne bevo un sorso.
«Grazie ancora!» aggiungo.
«Smettila di ringraziarmi, potrei convincermi di essere una brava persona!» mi fa l'occhiolino.
Sorrido istintivamente e l'osservo prendere dal sedile accanto al mio una custodia nera rigida per la chitarra.
«Sei un musicista?»
«Qualcosa del genere...» risponde serio.
Poi si rimette in fila ed io resto ancora un pò seduta.
Sfioro le labbra con l'indice e chiudo gli occhi. E' come se mi avesse marchiata. Sento tatuate le labbra del suo respiro. Sarò sempre sua, ma riuscirò mai ad essere di qualcun altro?
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Respirami
RomanceQuesta che state per leggere non è una storia come tante. Non è la solita poesia d'amore e opposti che si attraggono. La domanda che mi accompagna per l'intera storia è se si può amare qualcuno senza starci insieme. Esiste davvero quell'amore forte...