Capitolo 9

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La loro relazione, perché così poteva definirsi finalmente, andava benissimo. Erano passati pochi giorni ma Colin restava sempre più stupito dell'atteggiamento di Harry e del modo in cui si prendeva cura di lui. Era rimasto felicemente colpito il giorno dopo la sfuriata, quando dopo gli allenamenti era preoccupato di fare la doccia con gli altri per paura che vedessero qualche segno e potessero fare delle domande, ma arrivati nello spogliatoio, mentre lui temporeggiava per trovare una scusa per andare a lavarsi altrove, o aspettare che fossero andati via tutti, sentì i suoi compagni imprecare perché l'acqua non usciva. Pensando ad un colpo di fortuna, subito uscì per recarsi in camera e lavarsi lì senza sguardi indiscreti, quando trovò Harry e il suo amico Luke che sghignazzavano. Inutile dire che i componenti della squadra di calcio, una volta capito che la mancanza d'acqua era dovuta a quei due, iniziarono una guerra verbale, che fortunatamente non finì a pugni ma solo con minacce di vendetta. Quando Harry superò Colin per allontanarsi gli fece l'occhiolino, e il biondino capì che tutto era stato fatto per lui, per evitargli l'imbarazzo. Quella sera Colin lo ringraziò preparando la cena e con un'intensa seduta di sesso.
In quei giorni capitava spesso che Colin cucinasse per Harry e restasse per la notte, per poi sgattaiolare via la mattina per andare a lezione, e mettere su la farsa giornaliera. Tutto quello, però, non gli pesava. All'università era lo stesso il famoso e ricercato capitano della squadra di calcio con la fidanzata più bella che gli permetteva di tenere intatta la sua posizione, mentre di sera diventava l'amante del ragazzo di ghiaccio e si lasciava coccolare sotto le coperte fino ad addormentarsi. Amava svegliarsi la mattina in quel letto così grande, anche se loro ne occupavano solo una metà per poter stare più vicini, e sentire il suo profumo, che puntualmente gli restava addosso anche dopo la doccia, e sentirlo sulla sua pelle tutto il giorno, così da sentirlo sempre accanto. L'unico problema era Jason. Era il suo migliore amico e condividevano la stanza, quindi era impossibile non notare la sua assenza, ma soprattutto la sua felicità degli ultimi giorni. Gli aveva fatto già troppe domande, e mentirgli diventava difficile. Sapeva che anche Cher avesse notato il cambiamento, ma lei non chiedeva, a lei stava bene così. A Jason no.

Quella mattina Harry era in classe e fissava la porta aspettando di vedere Colin accompagnare Cher a lezione, e come immaginava eccoli arrivare mano nella mano. Non era mai stato geloso di Cher o di qualsiasi ragazza il biondino si fosse portato a letto, ma in quel momento, vedendo lo sguardo d'invidia che molte ragazze lanciavano a Cher, pensò a come sarebbe stata la sua vita se ad intrecciare la mano di Colin fosse stata la sua, e per un attimo si ritrovò geloso del grissino biondo che poteva baciare Colin senza paura di essere giudicata, che poteva pavoneggiarsi come fidanzata del capitano della squadra di calcio e amarlo senza nessuna paura, e pensò che forse quel ruolo spettava a lui. Solo l'idea di poter sorridere verso Colin senza doversi preoccupare degli sguardi altrui lo fece davvero sorridere come un ebete, beccandosi un'occhiata obliqua di Luke, che ignorò completamente, troppo immerso nei suoi pensieri. Immaginò di poterlo abbracciare e baciare nei corridoi, poter andare alle partite e mettersi in prima fila, essere orgoglioso del proprio fidanzato e dimostrarlo senza doversi nascondere. Ma tutto quello non era possibile, e di certo non per suo volere. Era un tipo abbastanza riservato, anche se non gli era mai importato ciò che la gente pensasse non significava che gli piaceva sbandierare i fatti suoi, ma gli sarebbe piaciuto poter amare Colin oltre le quattro mura di casa. Il problema era che non sapeva come potevano reagire gli altri, ma non si preoccupava per lui, a lui non fregava molto, se la gente era ignorante cazzi loro, ma non gli andava di mettere in pericolo la posizione di Colin che ci teneva a tutto questo, e lui di certo non gliel'avrebbe negato. Lo prendeva spesso in giro, ma il suo tono sarcastico non sfiorava neanche di striscio Colin, che lo guardava sorridente, come se non l'avesse appena preso in giro. Sapeva che il biondino non era superficiale come l'aveva accusato in passato, ma di certo non riusciva ancora a capire perché ci tenesse tanto alla popolarità. Aveva solo notato che Colin non se la prendeva più di tanto, non reagendo più come la prima volta, anzi gli sorrideva e cambiava discorso come nulla fosse.
"Ehi, tutto bene?"
Harry non rispose nemmeno. Che poteva dire? No Luke, sto uno schifo, perché l'unica persona che ho mai desiderato non saprà mai che lo desidero così tanto da poter buttare all'aria tutto? Forse anche la tua amicizia, visto che non so come potresti reagire al fatto che probabilmente sono un frocio. Un frocio innamorato. Un frocio innamorato della persona più sbagliata.
Invece di rispondere, prese le sue cose e uscì dall'aula, non aveva per nulla voglia di iniziare una lezione. Mandò un messaggio a Colin per dirgli di raggiungerlo nella stanza delle scope del terzo piano. Aveva solo voglia di vederlo e scoparlo, perché no.

Colin entrò nella stanza delle scope sapendo che Harry ancora non era arrivato visto che doveva salire due piani, mentre lui era già al terzo piano per la sua lezione. L'aveva visto pochi minuti prima, e aveva notato i suoi occhi un po' spenti, abbastanza spenti da far saltare ad entrambi una lezione per un po' di sesso. Era da parecchio che non lo facevano all'università, ed era già un po' eccitato all'idea di rivivere i vecchi tempi, anche se tanto vecchi non erano. La porta si aprì e due occhi di ghiaccio puntarono i suoi piccoli smeraldini. In quel momento vide un piccolo sorriso comparire sulle labbra di Harry, prima di chiudere la porta e baciarlo come se non si fossero svegliati nello stesso letto quella mattina. Mentre si baciavano Colin poté notare come Harry si stava rilassando, ed era felice di fargli quest'effetto. Non chiese nulla, lo attirò solo a sé per poterlo abbracciare e approfondire il bacio. Il moro si lasciò cadere in ginocchio e portò le sue mani ai fianchi di Colin, facendo scendere pantaloni e boxer giù, fino alle caviglie. Osservò, leccandosi le labbra, l'erezione del biondino. Si scambiarono un sorrisetto, poi Harry inglobò tutto il sesso di Colin, leccandolo abbastanza selvaggiamente, voleva farlo urlare di piacere, e convincersi che solo lui aveva quel potere.
La porta si aprì improvvisamente. Entrambi sussultarono. Harry allontanò il viso da Colin e si girò di scatto. Era solo Luke, per fortuna.
Cazzo, era Luke.
Gli occhi di Luke passavano velocemente da Harry a Colin. Mentre gli altri due lo fissavano spaventati.
Harry aprì la bocca per dire qualcosa.
"Non osare dire 'non è come sembra'. Non mi va proprio di essere preso per il culo. Non c'è molto da fraintendere visto che sei sulle tue ginocchia con un cazzo in bocca. Porca puttana, Harry alzati, e Evans metti dentro quell'arnese."
Colin guardò Harry alzarsi mentre si sistemava, voleva quasi piangere, ma l'espressione di Harry lo rincuorò. Come faceva a sembrare così calmo quando il suo migliore amico li aveva appena scoperti, non lo sapeva.
"Luke, ascolta io..."
Non finì di parlare perché Luke si girò e andò via, lasciandoli lì, di nuovo soli.
"Dovresti seguirlo..."
Harry guardò Colin. Era sconvolto, con i capelli biondi disordinati e il viso arrossato per l'imbarazzo e anche per il pompino, lo trovò semplicemente adorabile.
"Dovrei seguirlo, si, vado"
Colin lo fermò prendendolo per un polso, e gli diede un piccolo bacio di incoraggiamento.
Harry sapeva bene dove cercare Luke, era l'unico posto dove li faceva sentire a casa.
Aprì le porte della palestra e lo vide su uno degli spalti. Si avvicinò con cautela, non avendo la minima idea di cosa dire o fare. Si sedette accanto a lui, e aspettò. Non era sicuro di cosa stava aspettando, ma stare in silenzio sembrava la cosa giusta in quel momento.
"Sono il tuo migliore amico?"
Harry di certo non si aspettava quella domanda.
"Si, certo. Lo sai bene."
"Sai, Harry, è stata colpa mia, ti ho seguito. Avevi una faccia prima e quando sei letteralmente scappato dall'aula voleva, non lo so nemmeno io cosa volevo fare. Sono il tuo migliore amico e volevo starti vicino, anche se tu non me l'hai mai permesso. Ma vedendo questo, mi sto chiedendo se davvero conosco il vero Harry. Sinceramente non credo nemmeno di essere il tuo migliore amico. Ho sempre saputo che avessi dei segreti, ma Evans? Davvero? Tanti cazzi, dico io, ma proprio il suo? Se fossi davvero stato il tuo migliore amico, a quest'ora non staremmo facendo questo discorso, perché io l'avrei saputo!"
Harry era confuso, non era sicuro del perché Luke fosse arrabbiato. Anche se non sembrava arrabbiato, ma solo triste.
"Avrei dovuto dirtelo ma avevo paura della tua reazione"
Luke sembrò quasi sconvolto.
"Da quando ti importa di quello che pensa la gente di te? E poi sono io, quello innamorato perso di una che non mi fila, che tra l'altro è anche la fidanzata di quello che ti scopi. Almeno tu te lo scopi, quindi quello messo peggio sono io."
Luke si passò una mano sul viso prima di continuare.
"Harry, davvero pensi che questo possa cambiare qualcosa? Senti, avrei voluto saperlo in un altro modo, e avrei preferito non fosse il coglione di Evans, ma va bene. Solo... non innamorartene"
Harry poggiò la testa sulle ginocchia e Luke capì che ormai era troppo tardi.
"Dimmi un po', avevi paura della mia reazione per lui vero?"
"Voglio solo proteggerlo."
"Stai messo male, eh"
"Stiamo messi male!"
E poi scoppiarono a ridere. Harry si sentì uno stupido ad aver pensato male, anche solo un minuto, del suo amico, ma dopo anni di amicizia era la prima volta che lo sentiva davvero il suo migliore amico.

Quella sera Colin stava preparando i sofficini, mentre Harry lo distraeva con baci e carezze abbastanza intime. Amava quell'Harry rilassato e amorevole, anche se alcuni aspetti della sua vita erano ancora sconosciuti, sapeva che col tempo Harry si sarebbe fidato di lui tanto da raccontargli tutto. Anche lui non aveva raccontato molte cose del suo passato, c'erano cose che gli facevano ancora un po' male, per questo non aveva mai parlato con nessuno, ma era sicuro che sarebbe stato in grado di confidarsi con lui. Se inizialmente era spaventato da quello che poteva provare per il moro, ora voleva solo viversi quel momento. Era così bello stare con lui che aveva paura che gli altri potessero scoprirlo e rovinare la loro perfetta felicità, ma sapeva che per essere felice davvero doveva raccontare tutto al suo migliore amico, che sicuramente l'avrebbe appoggiato e aiutato. Non gli andava che Jason fosse all'oscuro o peggio, che potesse scoprirlo come Luke quella mattina, non se lo sarebbe mai perdonato. E poi doveva parlare con qualcuno di quanto favoloso fosse Harry. Si vergognò subito dopo averlo pensato, ricordandosi di non essere una dodicenne. Il problema era dire ad Harry che voleva confidarsi con Jason, e sinceramente non sapeva che reazione aspettarsi. Decise di parlarne proprio durante la cena, in modo che se qualcosa fosse andato male, avrebbero avuto tutto il tempo per del sesso riparatore.
Erano seduti intorno al tavolo, uno di fronte all'altro, e Colin girava e rigirava la forchetta nel piatto senza mettere nulla sotto i denti.
"Dimmi quello che devi dirmi e mangia!"
In quei momenti odiava essere un libro aperto per Harry. L'unica soluzione era dire tutto e subito, e sperare che per lui non ci fossero problemi.
"Jason sta facendo troppe domande, e non mi va che lo scopre da solo come Luke, poi odio mentirgli. Stavo pensando di parlargli di noi, se per te va bene ovviamente..."
Harry fermò la forchetta con un pezzo di sofficino a metà tra la bocca e il piatto e lo fissava. Colin pensò al peggio, ma Harry come sempre lo stupì.
"Colin, lo so che è il tuo migliore amico, ma sei sicuro che capirebbe la nostra situazione? Sai la gente tende a non accettare le relazione tra persone dello stesso sesso, io non voglio che litighi con lui per questo. Devi pensarci bene."
Harry si trovò all'improvviso Colin addosso che lo riempiva di baci.
"Colin, fermati, sto dicendo sul serio, non è una cosa semplice."
"Harry siamo nel ventunesimo secolo, lo so che esiste ancora questa gente, ma non è il caso di Jason, lui non lo dirà a nessuno" parlò mentre tornava al suo posto, iniziando a mangiare finalmente.
"Come fai ad esserne così sicuro? In ogni caso a me non importa se lo dice a qualcuno, non m'interessa l'opinione della gente, tantomeno di un calciatore, ma lo dico per te, a te interessa tutto quello che la gente pensa, e non dire che non è vero."
Colin sorrise, gli piaceva che Harry si preoccupasse per la sua amicizia, e poi era vero che a lui interessava della gente, inutile ormai discuterne, forse un giorno Harry avrebbe capito il motivo.
"Ne sono sicuro perché il padre di Jason è gay, per questo i genitori hanno divorziato e lui non ne ha mai fatto mistero, anzi lo adora. E' vero, qualcuno della squadra fa una brutta faccia quando lui ne parla, ma a Jason non importa, pensa di avere il padre migliore del mondo, e io che lo conosco, posso dargli pienamente ragione."
Colin non poté non pensare che avrebbe fatto carte false per avere un padre almeno la metà di com'era quello di Jason, beh, si sarebbe anche accontentato di averne uno che non fosse il proprio e basta.
Harry rimase stupito, non sapeva di quella storia, ma meglio così. Quella mattina, parlandone con Luke, aveva capito che era importante avere qualcuno con cui confidarsi, e Colin aveva scelto di chi fidarsi.

Colin decise di parlarne con Jason il giorno dopo. Trovò l'occasione subito dopo pranzo, erano entrambi stesi sui propri letti a studiare prima degli allenamenti.
"Jason, devo parlarti"
Jason chiuse di scatto il libro che aveva tra le mani e si posizionò a gambe incrociate, attendendo finalmente una spiegazione allo strano comportamento di Colin.
Ottenendo tutta l'attenzione dell'amico continuò:" Come avrai notato, e come mi hai fatto notare di aver notato, ultimamente sono più..."
"Felice, assente in stanza, soprattutto di notte, e canti fin troppo spesso "I'm yours" dei the script, che pur essendo lenta la canti come se ti desse una strana carica"
Colin lo guardò a bocca aperta per l'interruzione, poi si riprese.
"Si, proprio così. Tutto questo perché mi sto vedendo con una persona. Non mi interrompere" disse appena vide Jason aprire bocca.
"Comunque, mi vedo con un altro ragazzo, e no, non sono gay, ho scoperto di essere bisessuale, e sto facendo nuove esperienze, solo che poi mi sono affezionato, quindi abbiamo iniziato questa specie di relazione."
Jason sorrise, come si aspettava Colin.
"Ora puoi parlare."
"Chi è? Viene all'università? Lo conosco?"
Ora arrivava la parte difficile.
"Si, lo conosci" facendo un lungo respiro disse:"mi vedo con Harry."
Jason lo guardò sorridendo ancora come un ebete. Colin non si aspettava questa reazione, cioè l'amico non era tipo da alzare la voce, anzi, ma stava sorridendo troppo.
"Chi Harry?"
Ah, ecco.
"Harry...Montgomery."
Il sorriso di Jason sfiorò, e poi scoppiò a ridere.
"Cavolo, ci ero quasi cascato, dai chi è sto tizio?"
Vedendo l'espressione fin troppo seria di Colin sbiancò.
"Cazzo, non stai scherzando! Ma come cazzo... ma stiamo parlando del ragazzo di ghiaccio vero? Con te? Cazzo, cazzo, cazzo!"
Si stava agitando andando avanti e indietro per la stanza, mentre Colin era seduto ancora sul suo letto aspettando che l'amico si calmasse.
Poco dopo, Jason gli si avvicinò e con uno strano sorriso gli si sedette accanto.
"Bene, quindi tu e Montgomery avete questa relazione"
"Mm-mm" Colin sapeva che presto avrebbe subito il terzo grado.
"Allora, come cazzo hai fatto ad entrare nelle sue mutande? Scommetto che sei passivo, cioè pur io se me lo scopassi farei il passivo. Si è sciolto con te o è sempre stronzo? Vabbè se avete una relazione sicuramente..."
"Fermo, fermo. Una cosa alla volta." E iniziò a raccontare. Aveva sempre pensato che Jason fosse strano, con quei ciuffi colorati, con la sua mania per i fumetti che nascondeva sotto il letto, per l'immensa adorazione per il padre, e quella sua improvvisa versione da tredicenne impazzita, e in quel momento amò l'ultima stranezza perché gli stava dando modo di parlare finalmente di Harry, senza prenderlo per pazzo se usava parole come meraviglioso, unico e fantastico.

Erano tutti e quattro intorno ad una tavola imbandita, ovviamente Colin aveva cucinato per tutti pollo e patate al forno. Harry ancora non si capacitava di come si fosse fatto convincere a fare quella cena, e ancora di più come Luke avesse accettato senza protestare.
Osservava Jason, era la prima volta che ci parlava senza urlargli contro, e gli sembrò un tipo simpatico, strano ma simpatico. Luke guardava i due calciatori con aria circospetta, e spesso lanciava occhiate di fuoco a Jason, come se potesse incenerirlo con lo sguardo. In effetti, Jason sembrava una fan-girl, li guardava adorante e Harry ebbe paura che da un momento all'altro potesse iniziare a saltellare per casa elogiandoli, o peggio, fare domande fin troppo imbarazzanti, come stava appunto facendo. Si stupì di Colin, che non era per nulla in imbarazzo, anzi, parlava con Luke del più e del meno, ed evitava le domande di Jason. Dal canto suo, Harry si comportava normalmente, pensando solo che quella situazione era quasi assurda, e che se qualcuno mesi prima gli avesse detto che si sarebbe trovato a cena a casa sua con Luke, Evans e Smith, per conoscere meglio l'amico del suo amante, capitano della squadra di calcio, beh qualcuno sarebbe andato in ospedale. Invece, oltre ogni aspettativa, la cena proseguiva bene, superando perfino la simpatica invadenza di Jason e le divertenti occhiate che Luke lanciava a Smith per il suo comportamento inopportuno.
"Harry, vuoi altre patate? Ci sono quelle più bruciacchiate che ti piacciono."
Già aveva preso il piatto per riempirlo nuovamente. Mentre glielo restituiva, Harry si sporse per dargli un piccolo bacio all'angolo della bocca.
"Da quando siete sposati?"
"Uh-uh che dolci! Rifatelo, vi prego, faccio una foto!"
Luke fulminò Jason, e Jason disse che era un antipatico.
Colin e Harry scoppiarono a ridere. Quei due erano esilaranti insieme.
Mentre Smith e Taylor continuavano a punzecchiarsi, Colin prese la torta gelato che aveva preparato quella mattina.
"Evans, cucini bene! Harry ti sei trovato una perfetta mogliettina."
Colin rise, seguito dagli altri. Per poi pregare Luke di chiamarlo Colin.
Jason, dopo aver finito la sua fetta di torta, iniziò a curiosare in giro per caso, trovando ciò che cercava.
"Non ci credo, quello allergico al calcio gioca a Fifa!"
Luke, afferrando la frecciatina, rispose al posto di Harry.
"Smith vuoi vedere come ti straccio anche a quel gioco stupido?"
Jason lo sfidò con lo sguardo, e subito dopo si ritrovarono a giocare e a urlarsi contro come due bambini.
Harry e Colin li lasciarono fare, approfittandone per stare un po' da soli.
"Mi aiuti a sparecchiare?"
Harry non rispose, iniziò solo a fare quello che Colin gli aveva chiesto con un sorriso.
Luke bloccò il gioco girandosi verso di loro fissandoli e scuotendo la testa.
"Colin, ma che gli hai fatto?"
Si alzò e andò a scuotere le spalle dell'amico.
"Dove sei ragazzo di ghiaccio? Sei ancora lì dentro? Se mi senti batti un colpo!"
Un colpo alla testa lo fece girare furioso, trovando Jason tutto sorridente che continuava a colpirlo col joystick.
"Lascia in pace la mia coppietta preferita."
Harry continuò ad aiutare Colin con i piatti sporchi, mentre Luke si lanciava su Jason iniziando a fare la lotta.
"Non credi che dovremmo fermarli?" Colin chiese un po' preoccupato.
Harry scoppiò a ridere. Poi, con tono fintamente severo, si rivolse ai due sul divano che improvvisavano un incontro di wrestling.
"Bambini, se sporcate di sangue qualsiasi cosa, giuro che vi faccio pulire con la lingua."
I due si fermarono di colpo, come appena ripresi dal papà. Si guardarono in cagnesco, e ripresero a giocare a Fifa, continuando ad insultarsi.
"Mi piace" esultò Colin mentre sistemava i piatti nella lavastoviglie.
"Cosa?"
"Questa situazione" sentì il viso andare in fiamme mentre continuava. "Sai, io e te, Jason e Luke che si comportano in quel modo, tu che fai la voce grossa per farli calmare. Mi piace anche che mi stai aiutando in cucina, probabilmente è la prima volta che lo fai in vita tua. Mi piace tutto questo."
Harry lo prese tra le braccia e lo baciò con passione.
Tutto quello piaceva dannatamente anche a lui, fin troppo.
"No, ma anche qui! C'è la camera da letto da quella parte. Assurdo, manco un bicchiere d'acqua posso venire a prendere che vi trovo attaccati" Luke sbraitava mentre apriva il frigo e beveva direttamente dalla bottiglia.
"Dillo che ti dispiace che questa volta non hai potuto godere della vista del mio meraviglioso pene"
Luke guardò quasi disgustato Colin, mentre Harry rise, perché davvero non si aspettava che il biondino rispondesse a tono.
"Taylor, st'acqua da dove deve arrivare? Ammettilo che è una scusa perché non ce la fai a stare al mio passo"
"Ditemi che posso ucciderlo, vi prego!" parlava mentre già si stava avviando verso il divano da Jason, quindi non volendo una vera risposta.
"Domani è sabato, se vuoi possiamo fare qualcosa insieme, Cher torna dai genitori, quindi sono libero."
Colin sapeva che quella domanda era pericolosa, ma doveva sapere se quella Gwen era fuori dai giochi.
"No, mi dispiace, domani ho un impegno."
Vedendo il viso deluso di Colin subito si affrettò ad aggiungere:" Se vuoi possiamo vederci la sera, posso liberarmi per le dieci."
Colin si finse impegnato ancora con la lavastoviglie, mentre dentro di sé lottava per non chiedergli che cazzo doveva fare tutto il giorno, si calmò e pensò che una domanda del genere era accettabile visto i loro progressi.
"Si va bene, che devi fare?"
Mentre parlava faceva tutt'altro per non far vedere quanto era ansioso della risposta.
Harry ci pensò fin troppo su prima di dire:" Mi vedo con i miei"
Colin alzò lo sguardo su di lui e capì che stava mentendo.
Non voleva litigare, se Harry voleva tenersi quel segreto bene.
"Ci vediamo domani sera allora."
Non nascose una punta di fastidio, e raggiunge i due sul divano dicendo che voleva giocare anche lui.
Harry si sentì in colpa per quella bugia, e ancora di più per essersi fatto scoprire, ma non si sentiva pronto a condividere quel piccolo segreto. Mentre si avvicinava al divano aveva paura che Colin se la fosse presa, ma quando lo vide lanciargli il joystick e sfidarlo capì che il biondino gli stava concedendo tutto il tempo che gli serviva, e forse in quel momento se ne innamorò ancora di più.

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