Capitolo 20

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Harry arrivò agli allenamenti sconvolto per quello strano incontro.
Mentre si allenava con il resto della squadra vide Cher sedersi sugli spalti vuoti, e con suo orrore la vide sbracciarsi e mandargli un bacio.
"Che cazzo sta succedendo? Perché Cher è ai nostri allenamenti e soprattutto perché ti sta adulando? "
Luke aveva palesato così il suo disappunto.
"Vorrei saperlo pur io."
"Harry sei bravissimo, dai dedicami un canestro."
Questo era troppo.
Chiamò il time out e si avvicinò con delle saette al posto delle iridi.
La afferrò per un braccio, stringendo un po' quando riconobbe il profumo di Colin su di lei.
"Che cazzo stai facendo?"
Lei sorrise in maniera maliziosa.
"Ti avevo detto che ti avrei offerto un caffè dopo gli allenamenti, e ti sto aspettando."
Lui la mollò e si passò una mano tra i capelli sudati.
Se quella mattina avesse saputo che sarebbe finita in quel modo sarebbe rimasto volentieri a letto.
"Senti, tu non mi offrirai proprio nulla, e poi potevi aspettarmi in silenzio."
"Ma io insisto, ti sono caduta addosso e..."
"Ma che me ne frega?! Senti, non ci siamo mai calcolati, quindi dimmi a che gioco stai giocando! Anzi, non lo voglio sapere, sappi solo che io non ci sto!"
Detto questo, tornò ai suoi allenamenti.
Luke gli fece un cenno.
"Che ha detto?"
"E' pazza." Davvero era l'unica cosa che pensava in quel momento.
Luke scosse la testa lanciando un'ultima occhiata a Cher, ancora seduta sugli spalti.

Si era fatto una doccia rilassante e non vedeva l'ora di tornare a casa nel suo letto.
"Finalmente!"
No. Non era possibile. Ma non si arrendeva mai?
Guardò Cher e se gli sguardi avessero potuto uccidere lei si sarebbe ritrovata immediatamente senza testa.
Pensò di ignorarla passandole accanto fingendosi indifferente, ma lei si appese al suo braccio.
"Pensavo di andare al pub fuori dal campus, ormai è tardi per un caffè, meglio una birra fredda."
Ogni tentativo di scrollarsela di dosso fallì miseramente e quando vide Luke uscire dagli spogliatoi gli rivolse uno sguardo implorante.
Cher seguì il suo sguardo e sbuffò alla vista del suo amico d'infanzia.
"Non posso venire davvero, avevo promesso a Luke di accompagnarlo a casa, vero Luke?"
Luke alzò gli occhi al cielo e annuì.
"Casa sua non è lontana, può tornare a piedi"
"Cosa? No, sono più di venti minuti a piedi e ormai è buio..."
"Oh, che dolce ti preoccupi del tuo amichetto?"
Cher lo stava palesemente prendendo in giro, mentre Harry fece un sorriso tiratissimo.
"Cher, Harry aveva un impegno con me, quindi vi vedrete un'altra volta."
Lei gli riservò uno sguardo pieno d'odio, e poi sorrise quasi realmente a Harry.
"Va bene, ma domani sarai tutto mio."
E dicendo questo gli scoccò un bacio sulle labbra.
Harry sbarrò gli occhi e Luke lo tirò via.
Cher senza perdere il fintissimo sorriso salutò i due, ma mentre si allontanava si girò per un'ultima occhiata e vide Luke che la fissava.
Si girò e camminando all'indietro gli mostrò il dito medio, sempre sorridendo si godette la faccia sbalordita dell'amico.

Guardava la schiena del grissino biondo allontanarsi e non riusciva a capacitarsi del fatto che l'avesse bellamente mandato a quel paese.
"Hai visto...?"
Harry scoppiò a ridere.
"Oh, sai, penso che sia davvero pazza, ma dopo questa potrei iniziare ad apprezzarla."
E continuò a ridere della faccia sconvolta di Luke, ma il pugno che gli arrivò sul braccio gli fece capire che non era il momento per del buon sarcasmo.

Colin era stanchissimo, aveva dormito pochissimo e malissimo, e avrebbe preferito restare nella sua stanza, ma Cher e Jason l'avevano praticamente buttato giù dal letto. Non sa con quale forza era arrivato alla porta dell'aula della ragazza e si stavano baciando. Con la coda dell'occhio vide gli occhi feriti di Luke e subito si staccò da Cher, non gli andava di girare il coltello nella piaga.
Una spallata lo fece finire contro la porta e sfortunatamente sapeva di chi era la colpa.
Strinse gli occhi in due fessure e con gelida calma parlò.
"Buongiorno, beh, dovresti goderti questi ultimi giorni..."
"Gli ultimi giorni di cosa?"
Harry e Colin guardarono Cher che sbuffò capendo al volo dove andavano a parare quegli sguardi.
"Ancora? Quanto odio questa guerra senza senso."
Colin smise di ascoltarla, aveva sentito fin troppe volte quel discorso e quella mattina non aveva proprio la forza di risponderle.
"Dovresti tenere al guinzaglio la tua cagnolina" disse Harry indicando la ragazza con un cenno del capo.
"Montgomery le tue cagnoline sono tutte fuggite? Io inizierei a farmi qualche domanda..."
Harry era pronto a rispondere a tono quando Luke si alzò di scatto strusciando la sedia a terra e lo trascinò al suo posto. Da lontano aveva notato che le cose si stavano mettendo male, e non aveva la minima intenzione di essere testimone di qualche altra rissa.

Erano giorni che Colin vedeva Cher fare la gattamorta con Harry.
E no, non era incazzato perché la sua fidanzata ci provava con l'amore della sua vita. No, anche perché Montgomery non era più l'amore della sua vita. Sapeva bene che Harry non avrebbe mai ceduto alla avance di Cher per rispetto di Luke ma sperava un pochino anche per quello che avevano condiviso loro due.
Quindi non aveva motivi per essere incazzato. Eppure lo era.

Anche per Luke tutto quello non era facile.
Era ancora un po' confuso sui suoi sentimenti per Cher, ma se la gelosia e la rabbia che gli salivano ogni qual volta la vedeva vicino ad Harry, sapendo bene che era tutto un piano per fargliela pagare, erano un indizio, beh era ancora fottutamente innamorato di lei.
Odiava vederla fare la puttana. Lei stava riuscendo nel suo intento, brava, doveva farle un applauso.
Eppure quando la vedeva non aveva il coraggio di dirle che lo stava facendo soffrire, parlandole avrebbe fatto il suo gioco, e avrebbero perso inevitabilmente entrambi.
Qualche giorno dopo, stanco del comportamento infantile di Cher, aveva deciso di parlarle una buona volta.
Armato di coraggio e pazienza era andato al pub sapendo di trovarla lì con Harry.
Arrivato si sedette al tavolo con loro e si ordinò una birra, ignorando gli sguardi infastiditi di Cher ma anche quelli grati dell'amico.
Luke la guardava soltanto ed era curioso di vedere fin dove si sarebbe spinta, quando una mano si appoggiò sulla sua spalla e una voce senza entusiasmo gli fece distogliere lo sguardo.
"Amore, mi spieghi che ci fai qui con loro?"
Colin sputò fuori quelle parole, altamente infastidito.
Cher sorrise amabilmente al suo fidanzato, e Harry sbuffò roteando gli occhi, beccandosi un'occhiataccia dal bel fidanzatino.
Luke iniziava a non sopportare quelle scenette stupide, e si chiese come cavolo facesse Harry a sopportare tutto quello ogni giorno.
"Amore prendo una birra con degli amici, ti unisci a noi?"
Tre paia di occhi fulminarono la ragazza che scoppiò a ridere per la faccia contrariata dei tre.
"Oh ma dai, è solo un birra!"
"Io non bevo con loro! Cher vieni subito con me, dobbiamo parlare!"
Harry si alzò, non intenzionato a passare altri tre secondi con quei due.
"Vado via io, tranquilli. Evans te l'avevo detto di tenerla d'occhio."
"Montgomery ti conviene stare zitto se non vuoi ritrovarti con il naso rotto."
Luke subito si alzò in piedi salutando velocemente e portando via Harry, sfumando così la sua opportunità di parlare con l'amica. Oramai era abituato ad impedire a quei due di azzuffarsi, e non capiva come la gente estranea non notasse la tensione sessuale che si creava in quei momenti tra i due, o come stesso loro riuscissero a non ritrovarsi uno nelle braccia dell'altro quando da entrambe le parti si notava la sofferenza e il desiderio. Bah.

"Mi dici che cazzo ci facevi con Montgomery?"
Cher lo guardò malissimo.
"Che cosa non hai afferrato del discorso dell'altro giorno?"
Colin strinse i pugni.
"Tu non ci proverai più con lui."
Cher lo guardò sconvolta.
Colin non gli aveva mai proibito nulla, soprattutto perché non erano una vera coppia.
"Stai scherzando spero"
Ma dallo sguardo del biondino capì che era fin troppo serio.
"Ma sei scemo? E' la chiave di tutto il mio piano e io non butto tutto all'aria per colpa tua, chiaro?"
Prese un lungo sorso della sua birra ormai non più tanto fredda, prima di continuare.
"E poi perché non dovrei? Lo so che voi vi odiate e tutte quelle stronzate lì, ma non te ne è mai fregato nulla, quindi, amore, mi dici che succede?"
Colin sorrise alla palese presa in giro di Cher nel pronunciare la parola 'amore'.
"Perché come hai detto tu ci odiamo, e sai che del resto della squadra me ne frega ben poco, ma Montgomery no, anche perché dobbiamo vendicarci..." -E perché lo amo ancora da morire-
"Ma che palle!" l'aveva interrotto. Non aveva la minima intenzione di ascoltare di litigi, vendette e scherzi.
"Senti, me lo voglio solo portare a letto, una scopata, che poi, parlandoci chiaro, secondo me ce l'ha gigante, e mi voglio togliere lo sfizio oltre al fatto di far incazzare chi dico io."
Colin improvvisamente arrossì.
Non gli era mai successo con Cher, ma non gli era neanche mai successo che lei iniziasse a parlare di un pene più che conosciuto.
Tossì per schiarirsi la gola.
"Non ci è mai stato con te, chiediti il perché."
Ok, era stato brusco, ma l'idea di Cher e Harry insieme gli provocava il vomito.
"Forse Luke gli ha detto qualcosa..."
Colin le rubò la birra finendogliela tutta.
"Non lo so, so solo che devi stargli alla larga."
Lei sorrise gustandosi una piccola vittoria. E Colin sapeva bene di aver perso.

Cher era felicissima, il suo piano andava a gonfie vele e, nonostante il disappunto del proprio fidanzato, continuava a provarci spudoratamente con Harry, provocando la rabbia cieca di Luke.
Tutto procedeva favolosamente.
Finalmente Luke avrebbe potuto chiamarla davvero "Puttana" con tutte le ragioni del mondo, ma far cedere il cestista si stava rivelando davvero troppo difficile.
Capiva il rispetto tra amici e tutte quelle cose lì, ma cavolo, ci mancava solo presentarsi nuda alla sua porta, poi davvero le aveva provate tutte, e Harry non aveva battuto ciglio.
Avrebbe addirittura pensato che fosse gay se non avesse avuto sue care amiche a testimoniare il contrario. Questo la infastidiva ancora di più, non avrebbe rinunciato ad una scopata epica per Luke. No.

Harry non sapeva come togliersi di dosso Cher, era diventata la sua ombra e non la sopportava. Tutto quello faceva soffrire il suo migliore amico e la cosa non gli andava per niente giù.
Si guardò intorno e finalmente era riuscita a seminarla. Stava per entrare nello spogliatoio e cambiarsi per la partita che sarebbe iniziata qualche ora dopo, quando Luke si palesò al suo fianco.
"Non ci crederai ma Cher è sugli spalti."
Harry si schiaffò una mano in fronte. Era impossibile quella ragazza, se continuava così o se la scopava o ammetteva di essere gay. E nessuna delle due ipotesi lo faceva impazzire.
"Senti, perché non te la scopi così tutto questo finisce?"
Harry si spogliò e si infilò il pantaloncino.
"Luke non ti farei mai una cosa del genere, e poi non l'ho mai scopata quando non sapevo nulla di voi figurati ora!"
Luke sorrise furbo.
"Quindi non c'entra nulla il fatto che sei gay e che muori dalla voglia di scoparti il suo fidanzato?!"
La verità non era mai stata così scomoda.
"Sono gay ma potrei ancora farmelo rizzare per una ragazza, o almeno credo, sai potrei pensare a te mentre sto con lei, potrebbe funzionare."
E scoppiarono a ridere consapevoli dell'assurdità della cosa, e poi Harry non avrebbe mai e poi mai fatto sesso con Cher, i motivi non importavano molto.

Quando entrarono in palestra Cher era davvero lì con due amiche, e subito lo salutarono tutte entusiaste mostrando un cartellone con una sua foto e un'incitazione.
Voleva morire.

Mancavano pochi minuti all'inizio della partita quando la squadra di calcio entrò in palestra.
I cestisti di scambiarono uno sguardo tra il preoccupato e l'infastidito.
Non era mai successo che si presenziasse alla partita dell'altra squadra, a parte le volte in cui Harry si camuffava per vedere il suo bel biondino correre dietro ad un pallone, ma di questo ancora nessuno ne era a conoscenza.
Tutto quello lo spaventò e capì che la vendetta era arrivata.
Corse da Luke ma l'amico scosse le spalle facendogli capire che non aveva idea di quello che stava per succedere.
Stranamente non successe nulla.
I calciatori si erano semplicemente seduti sugli spalti e assistevano alla partita senza neanche tifare o dare spettacolo.
Questo lo spaventò ancora di più.
Aveva sempre desiderato avere Colin su quegli spalti a fare il tifo per lui, peccato che il suo desiderio si fosse avverato troppo tardi e per scopi ben diversi.

Guardare il numero 8 palleggiare e correre era una vera sofferenza.
Sapeva che quello scherzo l'avrebbe messo a dura prova, ma era stata l'idea migliore che avevano avuto. Non era granché ma era abbastanza meschina.
Il numero 8 segnò e vide Cher sbracciarsi e soppresse la voglia di farle testa e gradino.
Era la sua 'fidanzata', poteva scendere i pochi spalti che li dividevano, starle accanto e impedirle di mandare baci al bel moretto, ma dal suo posto poteva osservare senza remore quel corpo scolpito e sbavarci sopra, gli altri sicuramente avrebbero pensato che stesse studiando il nemico. Beata ignoranza!

La partita era finita in parità, la tensione per la presenza dei calciatore li aveva rallentati, ma per essere un'amichevole andava bene così.
Si avvicinarono agli spogliatoi, e Harry con la coda dell'occhio vide Colin scendere gli spalti e per un secondo i loro sguardi si incrociarono. Montgomery ed Evans, non erano più Harry e Colin, e bastò questo per spezzare ancora un po' i loro cuori.

Erano tutti sotto le docce e lui stava ancora pensando a grandi occhi verdi, quando sentì un paio di ragazzi lamentarsi perché non trovavano i loro vestiti nei borsoni.
Inutile dire che tutti sapevano quello che stava succedendo.
Appena iniziò a sentire del baccano uscì subito fuori dalla cabina doccia e stava per prendere l'asciugamano quando gli fu sottratto da quegli occhi verdi che stava immaginando.

Era lì, vestito solo della sua pelle, e dovette far violenza su se stesso per non abbassare lo sguardo verso il suo membro fiero.
Vide Harry appoggiarsi le mani sul petto come per proteggersi, ma perché non coprire parti più intime?
"Dammelo"
Portò l'indice vicino al suo viso e lo mosse in segno negativo.
Harry si girò intorno, come appena essersi ricordato di non essere soli, anche se nella sua mente ormai vedeva tutto verde.
Vide tutti gli altri della squadra nudi fuori dalle docce, e i calciatori con gli asciugamani in mano.
Probabilmente durante la partita qualcuno era entrato a svuotare i borsoni e chissà dove li avevano messi.
"I vostri vestiti sono nel nostro campo"
Colin gli aveva letto nella mente.
"Inutile girarvi intorno non c'è nulla per coprirvi, abbiamo portato via tutto, tranne qualche asciugamano per non farvi insospettire subito, ma ora ce li abbiamo noi!"
Quanto odiava Mike! E odiò soprattutto la risata che uscì dalla bocca del biondino accanto a lui.
Notò come tutti si stessero coprendo i pacchi, compreso Luke, mentre lui si stava coprendo il petto, precisamente il lato sinistro, in prossimità del cuore.
Non gli importava se gli avessero visto il cazzo, non aveva nulla di cui vergognarsi, ma Evans non doveva vedere il suo nuovo piccolo tatuaggio, quello sarebbe stato davvero imbarazzante.
"Per vestirvi dovrete andare nel nostro campo, oltrepassando l'intero campus e noi saremo felici di accompagnarvi."
Il sorriso di Colin era freddo. Gli stava per rubare la fama da ragazzo di ghiaccio.
Sentì qualcuno lamentarsi, e i calciatori riderne.
Era lo scherzo più vecchio e infantile di tutti i tempi, ma proprio per questo inatteso ed efficace. Nessuno voleva farsi vedere nudo da mezza università, grazie tante, ma Evans non aveva considerato la poca vergogna del capitano di quei ragazzi nudi.
Prese coraggio e portò le mani lungo i fianchi, il tatuaggio non si sarebbe notato con un minimo di distanza, o almeno così sperava.
"Io non ho nessun problema a farmi vedere nudo" e guardò dritto negli occhi di Colin, vedendo la forza che il compagno ci stesse mettendo per non saltargli addosso, non era sicuro se per ucciderlo o baciarlo.
Si mosse lentamente, sculettando un po'. Colin avrebbe maledetto quel giorno.
E, infatti, Colin davvero stava pensando di voler uscire subito da quella stanza, non poteva stare altri due minuti con Harry nudo davanti agli occhi. Era troppo anche per lui.
"Ragazzi, restate qui. Vado a recuperare i vestiti, non è necessario andare tutti."
"Vengo con te" disse Luke.
Gli altri capirono che per non farsi mettere i piedi in testa dovevano accettare quella sfida, anche un po' meritata.
"Vengo anch'io"
"Anch'io."
Piano tutti si avvicinarono alle porte.
Jason guardò Colin che gli fece cenno di farli passare tutti.
Come una vera squadra i cestisti si avviarono verso il campo di calcio, mostrando le loro intimità a tutta l'università, con menti alti e schiene dritte. Non avrebbero mai dato tale soddisfazione ai loro nemici.

Colin era stranamente fiero di come Montgomery avesse affrontato la situazione, anche se si era ritrovato con un'erezione nei pantaloni, e lo scherzo non era poi risultato così cattivo.
Era intenzionato a seguirli, come stavano facendo gli altri, ma appena vide Cher schiaffeggiare amichevolmente il culo di Harry decise che era più opportuno portare lei il più lontano possibile dal corpo nudo del moro.

Era sdraiato sul suo letto ascoltando i The script. Erano mesi che non li ascoltava perché ogni canzone gli ricordava il biondino. Tutte quelle parole gli gridavano un unico nome: Colin Evans.
Colin non era più suo, e dopo quello stupidissimo scherzo ne era ancora più sicuro, era solo arrivata l'ora di accettarlo sul serio.
Gli scivolò una lacrima sulle note di "I'm yours" ricordando il viaggio in auto di ritorno da casa Evans, rivivendo quelle parole pronunciate dal suo biondino, distruggendosi ancora per quei giorni che non sarebbero mai più tornati.
Era doloroso, ma ormai era così abituato a convivere con quella sensazione di soffocamento tanto da rassegnarsi al vuoto nel suo petto, proprio all'altezza del suo cuore e del suo tatuaggio.
Lo sfiorò con le dita ad occhi chiusi.
Si era inciso sulla pelle qualcosa che avrebbe voluto ricordare per sempre.
Un 26 piccolo e bianco.
Un tatuaggio bianco tra tutte quelle macchie d'inchiostro nero, perché il capitano della squadra di calcio era stato, ed era ancora, la sua parte più pura. La persona che gli aveva fatto credere nell'amore e che poi l'aveva distrutto, ma quella distruzione era la prova dei suoi sentimenti, del suo vivere al massimo come sempre, anche se poi era precipitato nel burrone delle sue stesse emozioni.
Aveva vissuto. Aveva vissuto la parte migliore della sua vita con la persona migliore che potesse incontrare.
Voleva farlo sul lato destro, quello intoccato, lo yang della sua vita. Ma poi si era reso conto che Colin era lo yang della sua parte nascosta, del suo yin, quindi l'aveva tatuato nella parte macchiata del suo corpo, ma sul cuore, proprio dove tutto quell'amore l'aveva toccato.
E proprio lì, tra amore e dolore, c'era quel 26.
L'amore che avevano condiviso.


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