Harry era agitato. Era la prima volta che conosceva i genitori di qualcuno che frequentava, e anche se Colin aveva detto in famiglia che era solo un amico, era agitato lo stesso. Mascherava il tutto guardando fuori dal finestrino e canticchiando le canzoni che passavano per radio, non osando aprire bocca per paura che le parole gli uscissero tremanti. Il problema era che doveva fare assolutamente colpo sulle sorelle e la madre, e volendo anche sul nuovo fidanzato della madre, perché sapeva che Colin ci tenesse, anche se non aveva detto nulla.
Dopo circa tre ore, Colin girò in un viale immenso con villette a schiera tutte uguali, era quasi inquietante. Tutte avevano il tetto rossiccio e le pareti bianche, circondate da un prato e un piccolo porticato. Harry aveva fatto bene a far guidare Colin, a parte per il fatto che lui conosceva la strada, e poi perché altrimenti non avrebbe potuto notare la signora che annaffiava il prato e che si fermava a guardare nell'auto curiosa, oppure alle donne che facevano jogging, o addirittura ad una bambina dai capelli neri che giocava col triciclo nel suo spazio di prato sorvegliata dal padre. Quel viale era carino, le case non erano molto grandi, ma sembrava tutto così perfetto e etereo che quasi quasi lo rilassava.
"Benvenuto a 'qui non cambia mai un cazzo hai fatto benissimo a scappare a Londra'."
Colin aveva fermato l'auto fuori una di quelle villette, e gli venne spontaneo chiedergli una cosa.
"Come fai ad essere sicuro che proprio questa è casa tua se le case sono tutte uguali?"
Colin scoppiò a ridere, ma Harry era serio, davvero se lo stava chiedendo.
"Quando ero piccolo avevo contato le case, la mia è l'ottava sulla sinistra. Poi ho notato che non sono tutte uguali. Tipo guarda quella" indicò una casa più in là. "Quella è della famiglia Mars, hanno un unico figlio di ormai trent'anni, e hanno ancora l'altalena per bambini fuori casa. Si giustificano dicendo che è lì per i futuri nipotini. Poi c'è la casa della signora Pam che vive sola da quando è morto il marito, e ha le imposte azzurre, lo so, sono orribili. Quella dei signori Wilson ha la staccionata bianca..."
Harry osservava tutte quelle piccole differenze che gli indicava Colin, e dovette ammettere che era vero, guardandole bene, le case erano diverse.
"E poi c'è casa mia. Sai cos'ha di diverso?" Non aspettò una risposta rispondendosi da solo: "Assolutamente nulla. Non abbiamo altalene o imposte colorate, e non parcheggiamo mai l'auto fuori ma sempre nel garage. Ma è diversa, appunto perché è sempre rimasta uguale."
Harry pensò che il ragionamento non faceva una piega.
"Sei pronto a conoscere la famiglia Evans?"
No.
"Si, sono sempre pronto!"
Colin sorrise notando l'agitazione mal celata di Harry.
Scesero dall'auto prendendo le due piccole valigie e si avviarono alla porta. Non arrivarono neanche al porticato che la porta si spalancò mostrando tre testoline tutt'altro che bionde.
Colin diede un urlo facendo cadere la sua valigia sul prato, mentre Harry si spaventò a morte per quell'urlo sovrumano terrorizzato.
Le tre ragazzine scoppiarono a ridere e saltarono, letteralmente, in braccio al fratello.
Harry, guardando bene le ragazzine, notò che una aveva i capelli rossi, che si presentò come Carol, mentre lo trascinava in casa, una i capelli verdi, tale Stephanie, e infine Daphne, con i capelli bianchi. Guardando la foto all'ingresso che ritraeva le tre gemelline e Evans, forse un annetto prima, ringraziò il cielo che avessero i capelli colorati, altrimenti sarebbe stato impossibile distinguerle visto che avevano lo stesso viso e gli stessi occhi meravigliosamente verdi come quelli del fratello.
In salotto trovarono una bellissima signora bionda, ma i suoi occhi erano di un colore molto più scuro, e Harry pensò che il verde fosse stato ereditato dal padre, e per la prima volta si chiese che fine avesse fatto il padre, visto che Colin parlava sempre della sua famiglia, ma mai di lui. La donna si avvicinò al figlio abbracciandolo quasi a stritolarlo. Poi si presentò a Harry come Hannah Evans. Harry subito pensò il perché portasse ancora il cognome dell'ex marito, quando Colin interruppe i suoi pensieri ponendo una domanda alla madre.
"Mi spieghi che cavolo hanno combinato quelle tre ai capelli?"
La madre lo guardò rassegnata alzando le spalle, e proprio in quel momento le gemelline piombarono accanto al divano. Erano una di fianco all'altra e Harry scoppiò a ridere, beccandosi un'occhiataccia da Colin. Ok doveva spiegare la sua ilarità.
"Scusate, è che messe così sembrate la bandiera dell'Italia. Verde, bianca, e rossa."
Vide la rossa, cioè Carol, saltare di gioia.
"Mamma hai visto, qualcuno l'ha capito. Stephanie mi devi venti sterline."
Colin aveva spalancato la bocca, e Harry continuò a ridere, perché davvero la situazione era assurda, e si chiese perché tre sedicenni avessero fatto una cosa simile. La signora Evans rise insieme a Harry e poi pregò le gemelle di spiegare tutto al fratello mentre lei andava a lavoro.
Scoprirono così che tutto era stato fatto per un progetto scolastico, rimproverando Colin perché, a detta loro, gliene avevano parlato. Il progetto consisteva nel rappresentare una nazione Europea, e alla loro classe era toccata l'Italia.
"Si ok, ho capito. Ma era proprio necessario colorarvi i capelli?"
Stephanie e Carol guardarono Daphne, come a incentivarla a parlare.
"Il colore va via con qualche shampoo, e poi ci sembrava una cosa carina e diversa da fare. Prenderemo sicuramente un bel voto, abbiamo ricreato anche la Torre di Pisa e il Colosseo. La torre l'ho disegnata proprio io."
Harry capì che avevano lasciato parlare lei perché Colin praticamente pendeva dalle sue labbra, e poi aveva quella vocina che avrebbe fatto rilassare anche un leone. Harry notò che continuava a giocare con una matita, e si ricordò che era lei la sorella con gli attacchi di panico salvata dall'arte. Alzò lo sguardo per guardare alle pareti, ricordandosi che Colin gli aveva accennato al primo disegno fatto dalla non più bambina appeso in salotto. Quando lo vide quasi scoppiò a ridere di nuovo. Era orribile. Beh, per essere fatto da una bambina di sette anni era accettabile. Daphne intercettò il suo sguardò e si fece tutta rossa.
"No, ti prego, non guardarlo. So che è osceno, ma avevo sette anni. Ora sono migliorata."
Harry la guardò dolcemente dicendole che aveva visto dei suoi disegni e che era d'accordo sul fatto che fosse diventata davvero brava.
"Colin, comunque sabato, cioè domani, la scuola resterà aperta a tutti per questo progetto, quindi tu e Harry verrete senza fare storie. Verrà anche mamma con Rob."
Tutte e tre annuirono felici alle parole di Stephanie, mentre Colin non lo sembrava molto, ma rispose lo stesso affermativamente.
"Credo sia meglio andare a riposarci un po', stasera abbiamo la cena con mia madre e il fidanzato."
Daphne si precipitò ad assicurare Harry, dicendo che la brandina messa accanto al letto di Colin era comodissima, l'avevano provata appunto per non farlo dormire male. Harry sorrise, ringraziandola. Effettivamente lui non ci avrebbe dormito sopra, quindi il problema non esisteva.
Appena entrati in camera di Colin, si buttò sul letto, pensando che alla fine era andato tutto bene.
"Il tuo posto è sulla brandina."
Harry guardò Colin come se avesse appena bestemmiato.
"Davvero vuoi che dorma lì? Il tuo letto è abbastanza grande per entrambi a quanto vedo."
Colin si morse il labbro inferiore al pensiero di condividere il suo letto, quello dove a undici anni si fece la prima sega, con Harry.
"Sicuramente qui sopra ti sarai fatto le migliori seghe, e anche parecchie scopate, ma posso passarci su, non preoccuparti, ti perdono." Lo prese in giro.
Colin sorrise, pensando che in realtà lì non ci aveva mai scopato.
Si stava avvicinando a Harry per dargli un bacio quando la porta venne aperta e spuntò Stephanie dicendo che sarebbero andate a scuola a sistemare le ultime cose per il giorno dopo, e che si sarebbero visti direttamente per cena, e velocemente come era arrivata se ne andò.
"La prossima volta conviene chiudere a chiave" e Harry fu pienamente d'accordo.
Colin chiuse la porta e finalmente baciò Harry.
Erano entrambi sdraiati sulle lenzuola blu a quadrettini esplorando i corpi con le mani. Si sentivano di nuovo sedicenni.
"Sono le tre, non abbiamo pranzato, vuoi che ti preparo qualcosa?"
Harry scosse il capo e tornò a baciarlo, facendogli capire benissimo di cosa aveva voglia in quel momento.
Colin si allontanò un po' dal corpo di Harry con il disappunto di quest'ultimo. Si alzò in piedi e iniziò a spogliarsi, lentamente, mentre Harry non si perdeva neanche un piccolo movimento. Lasciò cadere tutti i suoi vestiti, e si liberò anche dei boxer. Restando lì, prese ad accarezzarsi il membro, gemendo rumorosamente, sapendo che nessuno poteva sentirli. Harry non aveva la forza di muoversi, aveva Colin nudo mentre si masturbava avanti ai suoi occhi, e quando lo vide inginocchiarsi sul letto capì che Colin voleva mostrargli cosa faceva proprio su quel letto quando era un adolescente. Gli fece posto, e Colin si sdraiò continuando a toccarsi con gli occhi chiusi. Harry ne approfittò per spogliarsi, e si inginocchiò tra le gambe aperte del biondino.
"Guardami." Ordinò, e Colin ubbidì.
"Dimmi quello che stai pensando." Dicendolo gli spostò la mano, prendendo il suo sesso tra la sua grande ed esperta.
"Pensavo che è la prima volta che mi masturbo su questo letto pensando ad un uomo."
Harry sorrise, amava essere tante prime volte per lui. Rallentò il movimento, invitandolo a continuare.
"Immaginavo te che mi baci, e che mi tocchi proprio come stai facendo ora."
E Harry accontentò le sue fantasie baciandolo e aumentando la stretta.
"Immaginavo che mi baciassi il collo, poi le scapole, fino ad arrivare ai capezzoli"
E Harry lo assecondava.
Arrivò ai capezzoli, li leccò e stuzzicò, godendo dei gemiti del biondino, aspettando le sue istruzioni.
"Immaginavo anche che scendessi più giù, e mi baciassi..." non riuscì a finire la frase perché Harry iniziò a leccargli il sesso, e le parole ormai si riducevano a forti gemiti.
Harry si fermò un momento a guardare Colin, a venerare quel corpo pallido e tonico, che lui stesso stava sporcando di peccato.
"Voglio che mi guardi."
Colin aprì gli occhi facendo scontrare i loro sguardi. Harry non resistette alla voglia di baciarlo, e di leccare le sue labbra così rosse, prima di tornare con le sue labbra sul suo sesso. Colin lo guardava, come gli era stato ordinato, e portò una mano ad accarezzare i capelli scuri del compagno, li tirò un po', poi li accarezzò. Amava come Harry si prendesse cura di lui, ma doveva fermarlo. Gli strattonò non molto delicatamente i capelli.
"Non voglio venire così."
E Harry si fermò a quelle parole, portò le sue dita alla bocca e iniziò a lubrificarle con la saliva.
"Muoviti, ti prego."
Harry sorrise per l'impazienza di Colin, e lo accontentò.
Lo preparò velocemente, per poi affondare dentro di lui con un'unica e poderosa spinta.
Colin avvolse le sue gambe al bacino del moro, per spingerselo ancora più a fondo, graffiò la sua schiena e affondò i denti nella sua spalle per non gridare. Harry si muoveva dentro di lui con forza e desiderio.
Colin era quasi al limite quando gli fece una confessione.
"Sai, è la prima volta che scopo su questo letto."
E Harry non poteva sentire parole più belle, e si spinse con maggior forza facendo venire Colin tra i loro stomaci e venendo lui stesso nel corpo del biondino.
Si godettero l'orgasmo guardandosi intensamente negli occhi.
Si sdraiarono uno accanto all'altro, e poi Colin spezzò la magia.
"Ho fame."
Harry scoppiò a ridere e pulì Colin con una maglietta, gettandola poi a terra.
"Prima ci facciamo una doccia, poi mangiamo."
Si trascinarono in bagno e si lavarono senza staccare le loro labbra.
"E' vero quello che hai detto prima?"
Colin lo guardò confuso, mentre scopava poteva dire di tutto, e alcune cose non se le ricordava nemmeno. Tutta colpa di quegli occhi quasi trasparenti che gli facevano fondere il cervello.
"Il fatto del letto."
"Ahh, si. L'abbiamo inaugurato insieme, oggi."
"Dove cazzo scopavi quando eri al liceo?"
Gli fece la domanda mentre lo insaponava, e notò che si stava muovendo a disagio.
"A casa c'erano le mie sorelle, e poi non avevo molto tempo per quello."
Harry si fermò un attimo a fissarlo.
"Non avevi tempo per scopare? Che cazzo facevi?" poi pensandoci continuò: "non mi dire che vivevi solo per il calcio!"
Colin sorrise rispondendo:" Più o meno."
Poi si sciacquò velocemente e uscì dalla doccia con l'intenzione di finire lì il discorso. Indossò un pantaloncino e una canotta e scese giù in cucina a preparare due panini.
Quando Harry arrivò si sedette a tavola e divorò il suo panino, aveva indossato una tuta e la maglietta a mezze maniche, che ricordarono a Colin del patto sui tatuaggi.
"Mi dici perché hai tutte quelle piccole rondini tatuate?"
Harry si guardò il braccio, prendendo del tempo prima di rispondere.
"Le rondini, da sempre, sono simbolo di libertà."
"E da cosa vorresti essere libero? Tu sei forse la persona più libera che conosco."
Harry non lo guardò nemmeno.
"Non avere la pressione dei miei genitori e poter fare quello che mi pare non significa essere libero."
Detto questo si alzò, posò nel lavandino il piatto e disse che avrebbe dormito un po', tornandosene in camera di Colin.
Il biondo invece, era lì immobile, e si sentiva semplicemente uno stupido. Aveva capito che ogni tatuaggio significava qualcosa di molto profondo, ed era triste che Harry se lo fosse inciso sulla pelle pur di non parlarne con qualcuno. Spesso si era chiesto quale fosse il segreto che tanto lo distruggeva, ma non poteva chiederglielo, si era ripromesso di aspettare, e così avrebbe fatto. Si guardò intorno e sorrise alla sua casa. Gli era mancata così tanto, e gli sembrava strano sentire quella pace, senza le sorelle che scorrazzavano in giro. Portò il suo piatto al lavandino e lavò i pochi piatti sporchi, poi salì da Harry, chiuse la porta a chiave e si sdraiò al suo fianco, abbracciandolo. Sentì Harry stringersi ancora più vicino a lui, e si addormentarono così, con i cuori attaccati, e con i muri più deboli.
Erano le sei quando Harry si svegliò trovandosi solo nel letto. Si stiracchiò e si perse ad analizzare la camera di Colin. Appena entrato aveva avuto occhi solo per Colin e il letto e non aveva notato le foto appese sulla parete proprio sopra la scrivania, e neanche la finestra che affacciava sul viale, e notò che la sua auto non c'era, ma non credeva che lì qualcuno era stato capace di rubarla, forse Colin l'aveva parcheggiata in garage. Si avvicinò alle foto che per la maggior parte ritraevano Colin con le sorelle e qualcuna con la madre. In una era rappresentata la squadra di calcio del liceo, Colin aveva i capelli più lunghi ma era lo stesso molto carino con la fascia del capitano. In un'altra c'era la squadra attuale, e poté notare che in quest'ultima aveva un braccio sulle spalle di Jason e un altro su quelle di Mark. Poi vide una foto che ritraeva solo lui e Jason, erano in un giardino del campus, e si stavano abbracciando sorridendo alla macchina fotografica. Trovò strano che non c'erano altre foto, o almeno altre persone. Colin era amico di tutti all'università, era una persona solare e non capiva perché non ci fosse un amico del liceo in quelle foto, forse era amico solo di quelli della squadra e quindi erano presenti tutti in una sola foto. La cosa gli sembrava comunque strana per una persona espansiva come il biondino. Pensò che si era fatto gli affari suoi già abbastanza, e decise di cercarlo per casa. Passò davanti una porta aperta che scoprì essere l'immensa stanza delle gemelle. Da fuori vide tre letti attaccati, e si ricordò che Colin gli aveva detto che li tenevano attaccati per Daphne. Certo che gli aveva raccontato un sacco di cose su quelle gemelle.
"Hanno sedici anni e non hanno ancora intenzione di staccare i letti."
Harry saltò per lo spavento. E Colin rise sotto i baffi entrando nella stanza. Harry lo seguì e vide che su una parete c'erano tantissimi disegni, e che Colin li stava osservando. Dovette ammettere che la ragazza dai capelli bianchi fosse dannatamente brava. C'erano disegni di ogni tipo, dai paesaggi ai ritratti. Rimase incantato guardando i numerosi disegni che ritraevano Colin, soprattutto uno in cui Colin era vestito da supereroe. Lo indicò per far capire a Colin cosa stava guardando.
"L'ha fatto due anni fa. Diceva che ero il suo eroe."
Lo disse con un tono derisorio, ma ad Harry non sfuggì l'espressione compiaciuta.
"E' meglio uscire prima che tornano, sono pur sempre adolescenti rompipalle."
Harry pensò che avesse ragione, e lasciarono la stanza.
Mentre scendevano le scale sentirono la porta aprirsi, e andarono incontro ad Hannah sommersa dalle buste della spesa. Harry e Colin subito l'aiutarono a sistemare i prodotti, chiedendole come era andata in ospedale, visto che era un'infermiera, e si offrirono di aiutarla in cucina. Lei accettò l'aiuto, e mentre si faceva una doccia, i ragazzi iniziarono a preparare la pasta. Mentre erano intenti a scegliere il tipo di pasta, perché c'è differenza tra la pasta rigata e liscia, arrivarono le sorelle che iniziarono a fare un baccano assurdo. Harry non era abituato a tutto quello, ma gli piacque, soprattutto quando anche loro si misero a discutere per la pasta. Alla fine vinse il team Harry-Carol-Stephanie con la pasta rigata per maggioranza numerica, visto che la madre si era dichiarata Svizzera. Harry si offrì di apparecchiare, visto che in cucina poteva solo fare qualche danno, e Carol lo aiutò, mentre proprio Colin iniziava ad intonare "For the first time" dei The Script, seguito poi da tutte le donne della casa. Harry si ricordò che proprio quella canzone aveva cantato una delle prime volte che aveva cucinato per lui, capendo che amava quel gruppo, tanto da cantare solo loro canzoni e sorrise, perché si rese conto di conoscere il biondo meglio di quanto credesse. Notò che le sorelle non stonavano quanto il biondino, e si ritrovò a canticchiare con loro.
"Colin ci ha trasmesso l'amore per i The Script, mia madre è stata costretta ad imparare le canzoni a memoria."
Harry sorrise alle parole di Carol, mentre Daphne iniziava "Superheroes".
Il moro subito la seguì cantando ad alta voce, era una delle sue canzoni preferite. Cantando si avvicinò a Colin per prendere i bicchieri e senza farsi notare gli mandò un piccolo bacio. Colin avvampò, e Harry pensò che era tenerissimo quando arrossiva.
Alle sette e mezza suonò il campanello, e la padrona di casa andò ad aprire. Si erano tutti cambiati, ora Colin indossava una camicia azzurrina e dei jeans, mentre Harry aveva optato per una camicia nera e pantaloni stretti neri, beccandosi anche dei complimenti dalle gemelle, affermando che l'abbigliamento total black non a tutti donava, mentre a lui stava un incanto. Anche Colin apprezzò palpandogli il culo. Trovò strano che Colin non fosse agitato per il primo incontro con il fidanzato della madre, dando per scontato che le altre lo conoscessero già. Quando Rob entrò capì perché non era agitato, vedendo Colin abbracciare il fidanzato della madre come se fosse un familiare che non vede da tanto. Dopo essersi presentato ed aver stretto la mano a Rob, Harry trattenne il biondino in salotto mentre tutti si mettevano a tavola.
"Mi avevi detto che sarebbe stata la prima volta che cenavi con il fidanzato di tua madre. Da come l'hai salutato, però, sembra che lo conosci da una vita."
"Infatti lo conosco da una vita, è il mio dirimpettaio."
Harry lo guardò torvo. Perché aveva dovuto mentirgli? Il sorrisino di Colin lo istigò soltanto.
"Ti ho detto la verità. E' la prima volta che ceno con il fidanzato di mia mamma, ma non è la prima volta che ceno con Rob. Non credevo fosse importante dirti che effettivamente lo conosco già, e anche bene."
Effettivamente non gli cambiava nulla, quindi lo mollò lì e si andò a sedere a tavola, vicino a Carol, che gli era particolarmente simpatica.
La cena proseguiva bene, aveva scoperto che Rob faceva il commercialista, e che aveva intenzione di aprire un nuovo studio a Londra, dove Colin avrebbe lavorato appena finiti gli studi.
"Oggi al supermercato ho incontrato Rachel, è diventata ancora più bella."
A Colin andò l'acqua di traverso alle parole della madre, mentre le gemelline ridacchiavano.
"Il padre mi disse che stava studiando a Manchester, sarà qui per una visita come Colin" intervenne Rob.
"Si, infatti, mi ha detto che riparte tra qualche giorno. Colin non la trovi una strana coincidenza? Entrambi qui, e non è nemmeno Natale!"
"Colin, questo è destino!" Carol lo prese per il culo, provocando le risatine di Daphne e Stephanie, mentre Colin, dopo l'imbarazzo iniziale, non sembrava per nulla interessato alla conversazione.
"Chi è Rachel?" chiese Harry, giusto per capire qualcosa.
"La ragazza con la quale Colin ha perso la verginità."
Eh si, ad Harry piaceva troppo quell'impertinente di Carol.
Colin sbiancò. La madre la rimproverò e Rob con le gemelle scoppiarono a ridere. Rob si beccò un'occhiataccia da Hannah, e subito mandò uno sguardo fintamente severo a Carol, che alzando le spalle disse solo: "E' la verità."
Harry guardò le guance tinte di rosso di Colin e pensò bene di fare un po' lo stronzo.
"Colin le tue guance fanno invidia ai capelli di Carol."
Tutti iniziarono a ridere, e Colin lo guardò male, molto male.
"Rachel era la nostra babysitter tre volte la settimana, quando Colin era agli allenamenti." Daphne pensava di salvare un po' il fratello dall'imbarazzo, che la guardò grato.
Harry capì che Daphne amava in maniera spropositata il fratello ed era ricambiata pienamente.
Carol sbuffò, bisbigliando qualcosa come "non è questa la parte interessante".
Tutti la sentirono.
"Possiamo cambiare discorso?" supplicò Colin, ma nessuno lo calcolò più di tanto.
"Le ho detto che sei qui e sembrava molto contenta." Hannah non mollava.
"Mamma, ho una fidanzata, smettila di volermi accasare con Rachel."
"Ma ci ero quasi riuscita, perché vi siete allontanati?"
"Forse Colin ce l'ha piccolo." Carol aveva la capacità di dire certe cose con la massima nonchalance.
Harry dovette soffocare una risata, e mordersi la lingua per non dire che no, assolutamente non era quello il problema, visto che Colin aveva un cazzo invidiabile.
La madre rimproverò Carol, ma Colin le disse di lasciar perdere. Per poi fulminare la sorella e dirle che gliel'avrebbe pagata, con un ghigno che non aveva nulla di maligno.
"Mamma, comunque, io e Rachel ci siamo allontanati perché lei studia a Manchester e io a Londra, era impossibile mantenere una relazione."
"Hai ragione. Con la tua fidanzata come va?"
"Bene." Rispose lapidario.
Harry continuava a mangiare divertendosi un mondo, non pensava che le cene di famiglia potessero essere così.
"Harry tu hai la fidanzata?"
"No, sono molto impegnato con gli allenamenti e lo studio, quindi non mi va di avere una relazione se poi non posso dare il meglio alla persona che ho accanto."
Con questa risposta si era assicurato la simpatia della madre, che gli sorrise dicendo che era perfettamente d'accordo.
Colin lo guardava, ce l'aveva di fronte, così poteva osservarlo senza dare nell'occhio. Pensò che Harry fosse un bravissimo bugiardo, perché nonostante gli allenamenti, lo studio e i suoi segreti, dava il massimo per la loro relazione. Con questa consapevolezza si sentì quasi importante agli occhi del moro.
"Stephanie come va con Tyler?" chiese Rob.
"Chi è Tyler?" Colin guardò Stephanie parlando con tono non molto dolce.
"Il fidanzato di Stephanie" ovviamente fu Carol a rispondere.
"Ma io vi lascio per qualche mese, torno e vi trovo con i capelli colorati e con un fidanzato! Non è possibile!"
Colin geloso delle sorelle era qualcosa di bellissimo, tanto da filmarlo e rivederlo all'infinito.
"Colin guarda che Tyler è un bravissimo ragazzo, mamma lo conosce. Mamma dì qualcosa."
La madre alzò le mani, dichiarandosi ancora Svizzera, mentre Rob si godeva la scenetta.
"Ecco che torna Colin al comando."
Harry guardò Carol, non avendo capito il suo ultimo commento.
La madre portò del gelato a tavola, che diventò l'attrazione del momento, rimandando la discussione a più tardi.
Harry e Colin si offrirono di sparecchiare e lavare i piatti, così la madre e Rob andarono a guardare un film, e per non disturbare, andarono da Rob, che viveva nella villetta di fronte.
"Si vabbè, per non disturbare, come se non lo sapessimo che vanno a scopare."
"Carol, che dici, la smetti di parlare della vita sessuale della gente? Solo perché tu non ne hai una, non significa che devi comportarti così. Dopo i trent'anni arriverà il tuo momento, tranquilla."
Ecco il Colin che Harry conosceva.
Carol lo guardò con aria canzonatoria.
"Chi ti dice che non abbia già un'attiva vita sessuale?"
Colin si rabbuiò. Harry pensò al peggio, ma poi Carol scoppiò a ridere, abbracciando il fratello.
"Mi era mancato il fratellone geloso."
Colin si rilassò e ricambiò l'abbraccio.
"Io non lo troverò mai un fidanzato, perché nessuno è alla mia altezza."
Tutti risero, poi Stephanie, portando i piatti sporchi nel lavandino si avvicinò a Colin.
"Scusa se non te ne ho parlato prima, ma avevo paura che saresti tornato solo per dirmi di stare attenta, perché so che attraverso skype non ti sarebbe bastato."
Colin sorrise, perché la sorella aveva ragione.
"Tyler è davvero un bravo ragazzo, fa parte della squadra di calcio, ha ottimi voti e domani te lo presento, la sua classe rappresenta la Francia."
"Quanti anni ha?"
"Diciassette."
"Già ha avuto altre ragazze?"
"Steph, Colin vuole sapere se è vergine, e anche se lo sei tu!"
Daphne sghignazzava, mentre Stephanie si sentì a disagio. Nel frattempo Harry osservava Carol come se fosse una dea. Aveva capito che Colin gli aveva saputo tenere testa in quegli anni di università perché praticamente aveva un Harry al femminile in casa.
"Carol ha ragione, è proprio quello che voglio sapere. Allora?"
Harry trovò sexy il tono autoritario usato da Colin.
Stephanie stava per sprofondare.
"Siamo entrambi vergini."
Colin sospirò rilassato.
"Pensi di amarlo?"
"Oddio mo fa il discorso sul sesso, questa non me la voglio perdere" Carol ridendo si sedette con le orecchie ben aperte.
Colin si sedette anche lui, poi invitò anche le altre a sedersi. Harry era curioso di sapere come se la sarebbe cavata, quindi si appoggiò al muro con i piedi e braccia incrociate, attendendo il fatidico discorso, che a lui mai nessuno aveva fatto.
Colin prese tutto il coraggio che aveva in corpo e iniziò.
"Quando due persone si vogliono tanto bene..."
Harry scoppiò a ridere, e con lui tutti i presenti.
"Sentite, avete sedici anni, e so che sapete come funzionano queste cose, di certo non devo dirvelo io. Non voglio neanche dirvi di non farlo, anzi. Io credo che fare l'amore sia una delle cose più belle, ti rende parte di un qualcosa di più grande. Vi dico solo di fare attenzione, di fare sempre l'amore e mai sesso. Il sesso vi porta via una parte di voi che non tornerà più, fare l'amore invece vi dà qualcosa, e quel qualcosa resterà vostro per sempre. Sono imbarazzatissimo a fare questo discorso, ma voglio solo che mi promettiate che starete attente, e che userete ogni protezione possibile, e che, soprattutto, lo farete con la persona che amate."
Più sottovoce aggiunse:" almeno la prima volta."
Ci fu un attimo di silenzio.
Colin se l'era cavata bene, e quando Harry posò gli occhi su di lui, vide che lo stava guardando e gli sorrise per rassicurarlo.
Daphne corse ad abbracciarlo, dicendogli che era il fratello migliore del mondo.
"Rimarrò vergine a vita, me lo sento." Carol faceva la drammatica.
Stephanie invece era silenziosa e guardava a terra.
Colin la guardò e capì tutto. Aveva cresciuto quelle tre bambine, le conosceva meglio di quanto conoscesse se stesso, e voleva essere partecipe della decisione della sorella.
Si alzò e andò ad abbracciarla, per sussurrarle nell'orecchio: "Se lo ami, e se sei sicura che lui ti ama, non aver paura di dare tutta te stessa."
Lei sorrise come una bambina, e ricambiò la stretta. Colin riuscì solo a pensare che ormai le sue bambine stavano diventando grandi.
Harry si sentì di troppo, quindi iniziò a lavare i piatti, lasciandoli ai loro discorsi. Poco dopo Colin lo raggiunse dicendo che aveva lasciato "la serata libera" alle sorelle, che erano andate in camera a guardare qualche telefilm.
Harry lavava e Colin asciugava, visto che sapeva dove riporre gli oggetti.
"Te la sei cavata bene prima, bravo, io non avrei saputo neanche da dove iniziare."
"Non ho detto nulla che già non sapessero. E sinceramente sto appena realizzando di aver dato la mia benedizione a mia sorella per scopare col fidanzato. Mi sento male."
Harry sorrise, e gli diede una pacca sulla spalla.
"Carol mi è simpatica"
"Ti è simpatica perché ha il tuo stesso carattere di merda."
Harry lo guardò fintamente offeso.
"Guarda che si vede da un miglio che l'adori, anche se, se fossi una delle tue sorelle sarei gelosa di Daphne, per lei ci stravedi."
Colin sorride, effettivamente è la verità.
"Tutti in famiglia stravediamo per lei. E poi gli voglio bene nello stesso modo, solo che a Daphne posso dimostrarlo anche a parole, alle altre no. Se mi avvicino a Carol potrebbe mordere. Hai notato che parte sempre da lei l'abbraccio? Io ho cresciuto tre ragazze, e ho capito che non le capirò mai."
Cresciute. Harry si chiedeva perché fosse Colin a prendersi cura delle sorelle quando avevano una madre amorevole.
"Posso chiederti una cosa?"
"Se ti dico no me la chiedi lo stesso, quindi perché domandi?"
"Perché è da persone gentili."
Colin si guardò intorno prima di stampargli un bacio. Solo uno sfioramento di labbra, ma Harry sorrise, se non avesse avuto le mani immerse nell'acqua l'avrebbe stretto a sé.
"Chiedimi quello che vuoi, e poi decido se rispondere."
Meglio di niente.
"Perché dici che sei stato tu a crescere le tue sorelle?"
Colin ci pensò su, beh prima o poi ne avrebbero dovuto parlare, meglio ora che se ne presentava l'occasione.
"Dopo che mio padre se ne è andato, mia madre ha dovuto fare doppi turni a lavoro, anche se i nonni volevano aiutarci, ma siamo quattro figli e non era facile lo stesso, soprattutto con le spese del divorzio, quindi non c'era mai, lavorava tutto il giorno, spesso passava anche la notte all'ospedale. Io avrei voluto trovarmi un lavoro pur di non farla lavorare così tanto, ma avevo dodici anni, l'unica cosa che potevo fare per aiutarla era prendermi cura delle mie sorelle."
"Scusa, ma tuo padre non vi passa gli alimenti?"
Colin, che stava asciugando lo stesso piatto da ben dieci minuti, si fermò e alzò gli occhi su di lui.
"Io non ho più un padre."
Poi continuò a fare quello che stava facendo.
Harry non poteva ribattere, il tono di Colin gli aveva fatto capire che non aveva intenzione di continuare quel discorso, e lui rispettava il suo volere.
Dopo vari minuti di silenzio, Harry che odiava vedere Colin perso in brutti pensieri, decise di parlare.
"Allora il piccolo Colin se la spassava con la bella Rachel, eh?"
Colin sorrise, grato ad Harry per aver introdotto un discorso poco impegnativo.
"Le davo ripetizioni di matematica in cambio lei badava alle gemelle durante gli allenamenti."
"Ah, l'alunna e il professore. Una delle fantasie migliori."
Colin rise dicendogli che era un maiale.
"Raccontami un po', dai"
"Vuoi che ti racconto la mia prima volta? Perché?"
Harry ci pensa su, in realtà voleva saperlo e basta, ma pensa che una spiegazione deve pur dargliela.
"Hai detto che non l'hai mai fatto sul tuo letto da adolescente, sono curioso di sapere dove l'hai fatto."
"Ti costa tanto ammettere che sei curioso e basta?"
"Ammetto di si."
Scoppiarono a ridere, e Harry schizzò un po' d'acqua sporca di detersivo a Colin, che si vendicò con un pizzico sul fianco.
"Ok, te lo racconto, ma dopo voglio sapere la tua, perché sono curioso. Vedi sono più maturo di te, io so ammettere queste cose."
Si beccò altra acqua e Harry un altro pizzico.
Avevano finito di sistemare e lavare, quindi si spostarono sul divano, accendendo la tv con il volume al minino.
"Allora, avevo sedici anni, era una mattina, le gemelle erano a scuola, mamma a lavoro, io ero a casa di Rachel perché dovevano fare la disinfettazione della scuola, e ne avevamo approfittato per delle ripetizioni. Beh eravamo in camera sua e sapevo che aveva una cotta per me, era bella e simpatica, e l'ho baciata. Lei praticamente mi ha messo una mano nelle mutande e siamo finiti a rotolarci sotto le coperte. Non è stato nulla di romantico, anzi. A volte avrei voluto che la mia prima volta fosse stata diversa, almeno per lei."
"Beh, la mia è stata simile. Solo nel mio letto con l'amica di mio fratello Chris. Avevo quasi quindici anni, ed ero il primo tra i miei amici. Mi sentivo un dio."
Colin lo guardò scioccato.
"Eri un bambino, e lei ha approfittato di te."
Harry scoppiò a ridere.
"No, sapevo benissimo cosa volevo, e a lei piaceva farlo con i vergini, aveva una certa fama per queste cose. Poi a me andava bene, la mia verginità era solo un peso, dopo me ne sono visto davvero bene."
Coli scosse la testa pensando che non poteva aspettarsi diversamente dal ragazzo di ghiaccio.
"Dopo avete continuato a vedervi tu e Rachel?"
"Per scopare no, cioè solo poche volte. Io non provavo nulla e non volevo illuderla, quindi pochissimo dopo decidemmo di restare amici. Sapevo che lei voleva qualcosa di più, ma si era resa conto che vivevo solo per la mia famiglia e il calcio, quindi se ne fece presto una ragione."
"Ah, il piccolo Colin non illudeva le giovani donzelle. Ma ora non ti fai più questi scrupoli, vero?"
"Me li faccio ancora invece. Vado a letto solo con persone che sanno a cosa vanno incontro. E se ti riferivi a Cher, sai bene che con lei è diverso, lei vuole esattamente quello che voglio io, quindi non illudo proprio nessuno."
Non aveva incluso Harry, ma infondo la loro relazione aveva delle regole, più o meno, quindi era sottinteso che non si stavano illudendo a vicenda.
Harry pensò che praticamente Colin nella sua vita aveva sempre e solo fatto sesso.
"Hai detto alle tue sorelle di fare sempre l'amore e mai sesso, ma praticamente tu hai fatto sempre e solo quest'ultimo."
Colin ci pensò su.
"Ho fatto sempre e solo sesso prima di conoscere te."
Era vero. Colin provavo qualcosa per Harry e ogni volta che lo sfiorava sapeva che quello non era semplice sesso.
Harry spalancò gli occhi, non si aspettava una dichiarazione del genere. Lo baciò dimenticandosi che al piano di sopra ci fossero le sorelle, e che magari qualcuno potesse vederli. Lo baciò perché era la cosa più giusta da fare. Lo baciò perché nonostante le difficoltà loro erano insieme, e Harry avrebbe aspettato che Colin si sentisse pronto per urlarlo al mondo quanto si desideravano, lui avrebbe solo aspettato, lì al suo fianco.
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How many secrets can you keep?
FanficErano anni che,in quell'università, la squadra di calcio e quella di basket erano in guerra,il loro odio veniva tramandato di generazione in generazione. Ci sono dei segreti,però, che devono restare tali, e altri,invece, che continueranno a distrugg...