Era passata una settimana dal compleanno di Harry e mancavano meno di due mesi agli esami finali. Colin stava studiando per mantenere una media abbastanza alta, e si allenava per vincere tutte le partite per tenersi stretto la borsa di studio che aveva ottenuto grazie al calcio, ma tutto questo non gli era mai sembrato più difficile come in quelle settimane. Aveva in mente solo il ragazzo alto dagli occhi di ghiaccio che gli sorrideva con aria maliziosa. Da quando aveva scoperto quel lato di Harry, più dolce e carino, non poteva più farne a meno, era diventato il suo punto focale. Sapeva, però, che era tutto così sbagliato, erano due maschi, a detta di tutti si odiavano, e di certo l'altro non provava le stesse cose. Aveva provato a stargli alla larga per un po' con la scusa degli allenamenti e dello studio, ma dopo pochi giorni si sentì soffocare come senza ossigeno, gli mancava la sua voce roca, le sue mani su di lui, gli sguardi che gli mozzavano il fiato, gli mancava addirittura il modo duro in cui pronunciava il suo cognome. Aveva provato a sostituirlo in qualche modo andando a letto con più donne, ma non aveva risolto nulla, anzi, anche mentre era con le altre sentiva un nodo in gola, quindi aveva messo da parte tutte le buone ragioni che l'avevano spinto ad allontanarsi ed era andato da lui, tornando, così, a respirare di nuovo.
Harry studiava con Luke perché da solo non riusciva a mantenere la concentrazione per più di dieci minuti, perdendosi nel ricordo della bellissima scopata fatta la sera prima con il biondino. Sottolineava con l'evidenziatore giallo e inevitabilmente pensava ai suoi capelli di quel biondo cenere più chiaro sul ciuffo; ripeteva ad alta voce e pensava che i gemiti di Colin erano sicuramente la melodia migliore che avesse mai sentito. Insomma, era impossibile concentrarsi sullo studio, riusciva a farlo solo quando si trovava in palestra con la sua amata palla. E pensandoci, aveva proprio una partita il giorno dopo e avrebbe tanto voluto che Colin assistesse alla sua sicura vittoria.
Si guardò intorno spaesato e spaventato. Aveva preso tre autobus per arrivare lì e di certo non poteva farsela sotto. Aveva deciso tutto all'improvviso, quando aveva assistito a soli tre minuti della partita di basket, entrando in palestra con la scusa di dover restituire il cellulare a Cher, che gli aveva rubato apposta prima di farla uscire dalla sua stanza. In quei tre minuti aveva solo visto Harry, con quel completino che lo rendeva fottutamente stuprabile, bloccare la palla passata dal suo amico, girarsi verso il canestro, allungarsi, saltare e lanciare, e fare canestro. Cose normalissime per una partita di basket, ma non per lui che si era ritrovato con una mezza erezione nei pantaloni e uno sguardo di puro orgoglio verso l'artefice del punto. Nel momento stesso in cui aveva avuto l'ennesima dimostrazione che non si trattava più di semplice attrazione fisica, aveva visto Montgomery sorridere a tutte le ragazze nel pubblico, un sorriso che aveva donato a lui rarissime volte. Uscito dalla palestra aveva preso la decisione. Ora si trovava fuori il locale gay di Londra più consigliato sui siti internet con l'intenzione di trovare un uomo e scoparselo. Ingenuamente pensava che si stava legando ad Harry perché in un certo senso era stata la sua prima volta, quindi doveva provare con un altro, provare gli stessi brividi e dimenticare quei sentimenti.
C'erano persone che ballavano, moltissime altre che bevevano, e alcuni che si strusciavano. Non che si aspettava gente che copulava sul bancone, ma fu sollevato da non trovare nulla di diverso dalle solite feste alle quali era invitato. Beh, l'unica cosa diversa era che lì erano tutti maschi, ma dettagli. Si sedette al bancone e ordinò una birra, non voleva ubriacarsi, di certo non voleva finire nelle mani di qualche psicopatico, ma per sciogliersi un po' aveva bisogno di un minimo di alcol. Due birre e tre uomini che non gli interessavano dopo vide entrare un bel tipetto: alto quanto lui, capelli castani coperti da un cappellino, e abbigliamento quasi da hipster. Gli piaceva, non poteva essere più diverso da Harry. Gli si avvicinò con una sfacciataggine non indifferente e iniziò a ballargli intorno. Stava usando le stesse tattiche che avevano usato su di lui lì dentro, lo trovava un po' stupido ma forse funzionava così. Vide il ragazzo sorridere e seguirlo nei movimenti. Era imbarazzato, non sapeva come corteggiare un uomo, quindi continuava a ballare aspettando una reazione dall'altro.
"Vuoi ballare tutta la sera o mi offri da bere?"
Grazie a Dio, si stava sentendo un idiota.
Sorrise e gli fece largo tra la folla per accompagnarlo al bancone.
Ordinarono due birre prima di iniziare una conversazione.
"Derek" si presentò.
"Colin" disse titubante, per un attimo aveva pensato di dire un nome falso, ma poi aveva pensato che non l'avrebbe più rivisto dopo quella sera, l'avrebbe solo usato, come minimo gli doveva la sincerità sul proprio nome.
Si sentì scrutare per bene per poi sentirsi dire:" Non ti offendere, ma non sembri tipo che frequenta questi locali, non è che hai sbagliato posto?"
Colin scosse la testa.
"E' la prima volta che vengo in un posto simile, ma è esattamente dove voglio essere."
Derek sorrise e prendendolo per mano lo trascinò di nuovo in pista.
Ballarono e si strusciarono per bene. Colin a stento riusciva a sentire la voce dei suoi pensieri a causa del volume troppo alto della musica, e stava sudando come mai prima non perché stava ballando, ma per la fatica che faceva a scansare la gente, quindi invitò Derek ad uscire per prendere un po' d'aria.
Si accesero una sigaretta, Colin perché era evidentemente nervoso, l'altro perché gli andava così.
"Dimmi un po', sei venuto qui per capire se sei gay?"
Non si aspettava di certo una domanda così diretta, ma ci pensò, in realtà aveva capito di essere bisessuale, e inizialmente si era fatto dei problemi, ma poi si era arreso e accettato.
"Sono bisessuale"
"Quindi sei qui per...?"
Perché doveva spiegarsi? In quei posti non si scopava e basta?!
Derek sembrò leggergli nella mente.
"Scusa, ma anch'io non vengo spesso, anzi è la prima volta anche per me in questo locale. In realtà sono qui per vedere degli amici, ma li ho intravisti completamenti andati e occupati, se mi capisci..."
Colin lo fissò, cioè proprio a lui doveva capitare questo qui. Si, era carino e forse anche simpatico, ma lui voleva solo inzuppare il biscotto, volgarmente parlando.
Il silenzio stava diventando pesante quando Derek parlò.
"Bene, sto condividendo una sigaretta con un perfetto sconosciuto che dice di chiamarsi Colin, e che vuole evidentemente scopare e basta, quindi presunto Colin vogliamo continuare a fumare o vieni da me?"
Messa così sembrava una cosa squallida, in effetti lo era, e Colin pensò che forse non era stata una buona idea andare lì.
Derek vedendo l'incertezza di Colin iniziò a rassicurarlo parlando un po' di sé. Mentre si avviavano all'appartamento poco distante gli disse che aveva venticinque anni, aveva scoperto di essere gay a diciassette dopo aver visto per sbaglio il suo migliore amico nudo sotto la doccia, faceva il fotografo ed era single per scelta, perché dopo una fregatura preferiva intrattenersi senza impegni.
Colin lo ascoltò interessato, alla fine era una persona curiosa, e sapere qualcosa di quel tipo non poteva che fargli bene.
Ricambiò dicendo che aveva quasi ventuno anni, che frequentava economia e aveva scoperto di essere bisessuale perché andava con le donne ma con un solo ragazzo, evitò di dire che era fidanzato o che era lì per dimenticarsi per un po' dell'unico ragazzo con cui era mai stato.
"Quindi sei qui perché vuoi più esperienza in campo maschile, diciamo"
"Diciamo" Colin restò vago.
Entrarono in casa, e Colin fu felicemente sorpreso. Era un monolocale, con il letto su un ripiano che si raggiungeva salendo tre scalini, il piano cottura era piccolo e al centro c'era un tavolo, nel lato opposto c'era un divano con una televisione troppo grande per il minuscolo mobile su cui era appoggiata, e una porta, che sicuramente nascondeva il bagno. I fotografi sono artisti, e come tutti gli artisti sono disordinati, e lo si notava, anche tanto. Tutto quello, disordine incluso, fece sorridere Colin, facendolo sentire stranamente a suo agio.
"Scusa il disordine, non pensavo di avere ospiti."
"Tranquillo, la mia stanza al campus è anche peggio."
Questo tizio gli sta sempre più simpatico, quasi gli dispiace scoparlo e basta.
"Ti va un'altra birra?"
"Si certo." Un'altra non può guastare.
Bevono e chiacchierano, e poi Colin lo bacia. Perché mentre ridono e sente quella risata così nuova non può far altro che appoggiare le sue labbra su quelle sottili dell'altro. Niente a che vedere con quelle rosse e carnose di Harry, ma non sono male. Dopo questo pensiero, spegne la mente e si obbliga a non fare confronti. Derek è dolcissimo, ma Colin fa l'attivo, ancora non è pronto a farsi violare da qualcuno che non sia il ragazzo di ghiaccio.
Il mattino dopo si risveglia solo, ma con la colazione sul tavolo e un post-it attaccato sopra la macchinetta del caffè: "Spero non lo trovi freddo" seguito da un numero di telefono. Colin trova tutto un po' strano e dolce, quindi mette in tasca il foglietto, beve il caffè ormai freddo, mangia del pane tostato che era nel piatto sul tavolo e torna al campus. Per strada capisce che andare a letto con un altro non è servito a molto, ha solo trovato una persona simpatica. Gli manda un messaggio per ringraziarlo per la colazione, e trova un messaggio non letto di Harry, e come immaginava il suo cuore perde un battito.
"Porca Eva, è solo un messaggio!" sbraita da solo nel pullman beccandosi occhiatacce dagli altri passeggeri.
Harry non capisce che fine ha fatto il biondo, dopo la partita gli ha scritto di aver vinto e che se voleva poteva passare da lui, ma non aveva ricevuto risposta. Non era preoccupato, ma aveva davvero voglia di festeggiare la vittoria con una sana scopata, poteva benissimo cercare altrove, ma negli ultimi tempi si era stancato delle solite ochette, nel suo letto preferiva il biondino. Pensava di vederlo accompagnare Cher a lezione, come ormai era solito fare, e aveva capito che lo faceva solo per vederlo, e a lui andava bene, gli piaceva dargli il buongiorno con qualche battuta acida, ma quella mattina vide il grissino biondo arrivare da solo. Non era un buon segno, forse era ammalato, ma no, altrimenti avrebbe risposto al messaggio, invece zero, nulla. La cosa che più lo infastidiva era che non erano manco passate diciotto ore e lui già dava di matto. Non capiva cosa gli stava succedendo.
"Ehi, tutto bene? Hai la faccia di uno che è stato investito ripetutamente"
Harry nascose il viso tra le mani. Luke aveva ragione, aveva dormito pochissimo aspettando un messaggio del biondino che non era arrivato.
"Come hai capito di essere innamorato di Cher?" lo disse così sottovoce che Luke dovette togliergli di forze le mani dal viso per fargli ripetere cosa aveva detto.
Harry era imbarazzato per la prima volta in vita sua, stava per fare una domanda che non credeva di dover mai fare, a Luke tra l'altro, ma era il suo migliore amico, e gli aveva dimostrato di avere un cuore, quindi era l'unico a cui poteva chiedere.
"Come hai capito di essere innamorato di Cher?"
Luke quasi cascò dalla sedia.
"Perché?" Si ricompose un poco "Perché vuoi saperlo?"
Harry alzò le spalle, farfugliando che lui non aveva mai amato nessuno e voleva sapere com'era, tutto qui. Luke non ci credette nemmeno per un secondo, ma conoscendo l'amico decise di assecondarlo senza fare troppe domande.
"Avevo sedici anni, non so nemmeno se era proprio amore quello che provavo, ma avevo un'incessante voglia di vederla, e quando la guardavo dovevo violentare me stesso per non saltarle addosso, ma quelli erano gli ormoni, sicuro!" si fermò un attimo e vide Harry fin troppo concentrato ad ascoltarlo. Aveva notato che era diventato strano e distratto negli ultimi tempi, e poi spariva, vabbè lui spariva sempre, da quando l'aveva incontrato la prima volta aveva capito che quel ragazzo era particolare, non gli aveva mai chiesto dove andassi quando non si faceva vedere o sentire per giorni, aveva imparato a conoscerlo negli anni e aveva capito che Harry si sarebbe portato sempre dei segreti dietro, ma ultimamente era doppiamente strano e spariva sempre di più, e fu sollevato dal pensare che si trattasse di un interesse amoroso.
"Ma ho capito di essere innamorato di lei quando tutto me la ricordava, quando era lei e basta, tutto il resto era nulla per me, anche quando non era nei paraggi, lei riempiva il mio spazio."
Non si era nemmeno reso conto di averla fissata tutto il tempo, trovando meraviglioso il modo in cui parlava e rideva con le amiche.
Harry fissò lui e poi seguì il suo sguardo, e sorrise.
"Inutile chiederti come hai fatto a disinnamorarti di lei, visto che ancora non è successo."
Luke sospirò per poi saltare sulla sedia.
"Cosa? Ma che dici? Ormai siamo amici, io non provo nulla, proprio un bel niente per lei!"
Harry scoppiò a ridere, Luke rosso in viso che sbraitava era una cosa esilarante.
"Smettila di ridere! Non c'è proprio niente da ridere!" poi pensò bene di deviare il discorso sull'amico.
"Allora, quando avevi intenzione di dirmi che il tuo cuoricino ora batte per qualcuna?"
Harry riprese la sua espressione indifferente.
"Il mio cuore non batte proprio per nessuno"
"Si proprio come io non amo ancora Cher, uguale!" mentre lo diceva si dava dello stupido, aveva appena ammesso di amarla ancora, e guardandola pensò che era impossibile non cedere al suo fascino.
Harry rise e fece cadere il discorso, non era pronto ad ammettere che si stava innamorando di Evans.
Quel pomeriggio Evans si fece vivo senza dare alcuna spiegazione della sua scomparsa, non che Harry volesse alcuna spiegazione, ma sarebbe stato carino averne una. Pensandoci lui era l'ultimo a poter parlare, visto che non aveva mai detto a nessuno che andava da Gwen quando spariva, ma voleva saperlo lo stesso! Quando Colin gli si presentò completamente nudo avanti ai suoi occhi dimenticò all'istante tutte quelle paranoie da ragazzina tredicenne incoerente e innamorata.
Tra loro andava sempre meglio, erano impegnati tra partite e studio, ma trovavano sempre tempo l'uno per l'altro. Harry si era arreso all'idea di provare qualcosa per il biondino, ma per il momento trovava semplice nasconderlo.
Colin stava parlando, davanti una tazza di caffè, con Derek. Si erano visti qualche volta e avevano deciso di restare in contatto, nessuno dei due voleva scopare ancora con l'altro, ma si erano troppo simpatici per non parlarsi più. Derek proprio quel giorno gli stava dicendo che sarebbe partito per Barcellona per andare a trovare degli amici che lavoravano lì, e prima di salutarsi gli diede una foto che ritraeva Colin sdraiato sul suo letto, completamente nudo, con solo un misero lenzuolo a coprire poco e male i suoi glutei. I raggi del sole gli illuminavano gran parte del viso e bisognava ammettere che Derek era bravo in quello che faceva. Gli spiegò che l'aveva fatta la mattina dopo essere stati insieme, e voleva che la tenesse lui, non per qualcosa di sentimentale, ma solo perché Colin doveva ricordarsi di essere sempre se stesso anche nei letti degli altri, per non perdere mai se stesso. Colin capì di aver trovato una persona meravigliosa e lo abbracciò forte, ricordandogli di chiamarlo appena tornato in città.
Mise la foto nella tasca dei jeans e andò da Harry.
Montgomery, come sempre, non gli diede nemmeno il tempo di entrare che già gli stava divorando la faccia sbattendolo su ogni superficie piana disponibile. Colin amava quella passione spesso selvaggia con cui Harry lo faceva suo.
Non si sa come erano arrivati in cucina con Colin, ovviamente, spiaccicato sull'isola. Harry era intento ad abbassargli i pantaloni quando vide la foto. Inizialmente gli diede un'occhiata veloce giusto per toglierla dalla tasca, ma quando vide cosa, anzi chi, era rappresentato, si gelò. Colin aveva i pantaloni alle ginocchia e non capiva per quale fottuto motivo Harry si fosse fermato. Quando si mise seduto, vide il moro fissare la foto con il fumo uscire dalle orecchie e dal naso.
"Che cos'è?" chiese gelidamente.
Colin non capiva perché Harry si fosse rabbuiato in quel modo.
"E' una foto"
"Si vedo che è una foto, ma vedo anche che sei nudo, chi te l'ha fatta?" stava per perdere la pazienza. Lui non era mai stato un tipo geloso, ma non era mai nemmeno andato a letto con un uomo, o pensato di essere quasi innamorato, quindi tutto era possibile in quel momento.
"Un amico" Colin rispose senza pensarci molto.
Un amico. Un amico? Harry se avesse potuto avrebbe fatto a pezzi quella foto, ma Colin, forse intuendo la sua idea, gliel'aveva strappata di mano.
"Fammi capire, tu dormi nudo dai tuoi amici?"
"Ma che hai? Certo che non dormo nudo dai miei amici, noi avevamo, dai non farmelo dire..."
La sua vista si appannò, Colin con quella facilità gli stava dicendo che era andato a letto con un altro, e lui si, era fottutamente geloso e incazzato.
"Sei stato a letto con un altro?"
Colin ancora non capiva, si stava solo spaventando, Harry stava usando un tono troppo glaciale e lo guardava con il fuoco negli occhi, e per uno che ha gli occhi colore del ghiaccio, è tutto dire.
"Harry, si sono stato con un altro, qual è il problema?" era calmo, non poteva perdere le staffe anche lui, anche se davvero non ci stava capendo nulla.
"Qual è il problema? Davvero mi stai chiedendo qual è il problema? Hai scopato con un altro, con un altro fottuto uomo! Questo è il problema!"
"Cosa? Harry se non l'avessi notato noi scopiamo con chi ci pare, io ho addirittura una fidanzata, quella che ti ostini a chiamare grissino biondo, non so cosa pensi che io ci faccia con lei, ma notizia dell'ultima ora: me la scopo! E anche tu ti scopi il mondo, quindi scusami se non capisco qual è il problema!"
Aveva alzato la voce, forse troppo, ma davvero trovava quella situazione fin troppo assurda.
Harry lo fissava diventando sempre più di ghiaccio, e Colin tremò sul serio.
"Colin, so che cosa ci fai con quella e con le altre, e so benissimo cosa faccio anch'io, ma se non l'avessi notato sono tutte portatrici sane di vagina, figa, patata, farfalla, o come cazzo la vuoi chiamare, ma nessuna ha un cazzo di pene!" Aveva iniziato con tono fintamente calmo e aveva finito sbraitando.
Colin riuscì solo a pensare che l'aveva chiamato per nome. Aveva immaginato che la prima volta che l'avesse fatto sarebbe stato in modo dolce, magari dopo aver fatto l'amore, per fargli capire che un altro pezzettino di muro era stato abbattuto, invece era successo così.
"Solo l'idea che qualcun altro è entrato dentro di te..."
Non finì la frase, successe tutto velocemente, Colin ebbe solo il tempo di girare il viso per non trovarsi con il naso spiaccicato sull'isola. Harry gli aveva bloccato i polsi con una mano dietro la schiena e lo teneva giù. Aveva ancora i pantaloni calati e con uno strattone Harry gli abbassò anche le mutande. Era praticamente piegato a novanta, con la guancia che strusciava sull'isola, i polsi che gli dolevano per la forte stretta e il sedere completamente esposto alla vista di Montgomery. Non sa perché, ma la situazione lo eccitava, e non poco.
Il primo schiaffo arrivò sulla natica destra forte e deciso. Colin aveva gridato più per la sorpresa che per il dolore. Dopo il terzo schiaffo capì che Harry non aveva intenzione di essere gentile, e le parti colpite iniziavano a bruciare, ma non aveva nemmeno il tempo di riprendersi che ne arrivavano altri.
Si fermò un attimo, iniziando ad accarezzargli il sedere, per poi abbassarsi e arrivare dritto al suo orecchio per parlare con quella voce bassa e roca che fece rabbrividire il biondino.
"Vergognati, ti sto punendo come un bambino di otto anni. Magari così capisci qualcosa."
Subito dopo ci fu altro schiaffo, più forte degli altri.
Colin si ritrovò con l'erezione che gli premeva sullo stomaco. E' vero Harry lo stava decisamente sculacciando come un bambino, ma in quell'atto ci vide tutto il suo bisogno di spiegarsi. Finalmente aveva capito che Harry era geloso di lui, e in quel modo gli stava dicendo che lo voleva solo per sé. Si stava prendendo cura di lui, e per Colin, che si era preso cura degli altri per la maggior parte della sua vita, sapere che c'era qualcuno pronto a fare tutto questo pur di tenerselo accanto e proteggerlo significava molto.
Sentiva il sedere andare a fuoco, ma non gli importava, era solo imbarazzato perché tutto quello lo eccitava da fare schifo. Notò che i colpi bruciavano di meno, quando sentì la mano di Harry scendere dal culo all'erezione massaggiandola un po'.
"Che maiale, tutto questo ti piace?" non sentendo alcuna risposta continuò "Rispondi"
Colin era sopraffatto, e sentire la voce di Harry lo faceva arrapare ancora di più.
Uno schiaffo piuttosto violento lo fece gridare per il dolore.
"Ho detto rispondi"
"S-Si, mi piace"
La risata crudele di Harry gli entrò nelle orecchie e forse anche nel cervello e nel sangue, sa solo che sentì il rumore di una cerniera e un cazzo entrare violentemente in lui.
Faceva male, molto male. Capì che era questa la punizione, fotterlo senza preparazione o lubrificante. Anche se gli facevano male gli affondi violenti e i fianchi che strusciavano sul suo culo arrossato, non poteva che essere grato ad Harry per desiderarlo a tal punto, anche se esprimeva in un modo del tutto burbero la sua gelosia e il suo interesse.
Dopo essersi abituato all'intrusione e alle forti spinte iniziò a gemere come mai prima. Sentirlo così dentro di sé, sempre più forte, come se Harry volesse imprimerlo fin dentro le ossa che gli apparteneva. Era arrivato quasi al limite e Harry dovette accorgersene perché intensificò le spinte.
"Non osare venire prima di me."
Cosa? Colin non ce la faceva più, il cazzo gli stava per esplodere.
"Allora smetti di scoparmi"
"Sta' zitto"
Gli lasciò i polsi, che ormai non si sentiva più, lo prese per i fianchi e continuò ad entrare e uscire, fino a bloccarsi e lasciare entrambi insoddisfatti.
Lo girò e lo fece appoggiare all'isola. Colin aveva la guancia e i polsi arrossati, per non parlare delle natiche, era dolorante un po' ovunque per la scomoda posizione, ma appena incrociò gli occhi di ghiaccio non poté fare a meno di scaraventarsi sulle labbra del moro per divorarlo. Harry ricambiò volentieri, la sua rabbia era sfociata in un gioco erotico che fortunatamente era piaciuto ad entrambi, ma notando le erezioni ancora pulsanti iniziò ad accarezzarle. Colin lo guardava come un cucciolo indifeso chiedendo tacitamente di poter venire, ma Harry era stato chiaro, doveva aspettare. Colin quasi piangeva, non ce la faceva a resistere. Harry abbassò lo sguardo sulle due erezioni che stava massaggiando, Colin seguì il suo sguardo e vide il piacere di Harry cadere dritto sulla sua cappella. Solo sentire lo sperma caldo, non suo, toccargli il cazzo venne copiosamente, sentendo le gambe cedere. Harry gli cinse la vita per tenerlo su, e Colin gli sorrise grato, riprendendo a baciarlo, mentre il moro continuava ad accarezzargli il membro. Portò la mano sporca di entrambi i piaceri alla bocca del biondino che leccò con gusto. Harry pensò che Colin fosse la persona più eccitante sulla faccia della terra, e che lui non se lo sarebbe mai fatto scappare.
Lo prese tra le braccia e lo fece stendere sul divano, poi scomparve in bagno per tornare poco dopo con i boxer addosso e qualcosa tra le mani. Colin si sentiva su un altro pianeta, aveva avuto l'orgasmo più distruggente di sempre, e voleva solo dormire. Harry si sedette sul divano e se lo trascinò sulle ginocchia. Colin avvampò, aveva paura che Harry potesse punirlo ancora, e lui non si sentiva pronto, era ancora troppo dolorante. Stava delirando quando sentì qualcosa di freddo appoggiarsi alla sua natica, e capì che Harry gli stava mettendo un olio alla vaniglia che di solito si usava per i massaggi.
"Non ho niente di meglio, almeno ti dà un po' di sollievo"
"Va benissimo questo, non preoccuparti." Certo che gli andava bene, il ragazzo di ghiaccio si stava prendendo cura di lui e non poteva chiedere di meglio.
Finito di accarezzargli il sedere, se lo trascinò a cavalcioni su di sé.
Notò con sollievo che il rossore alla guancia era già sparito, mentre i segni sui polsi erano ancora evidenti. Massaggiò con l'olio anche lì.
"L'ho fatto solo una volta, e sono stato attivo. Non avrei permesso a nessuno, oltre te, di entrare dentro di me."
Harry lo baciò, ringraziando il cielo per essere ancora l'unico per Colin.
"Grazie."
Harry pensò di non aver capito bene, Colin lo stava ringraziando? E per cosa?
"Ti ho appena trattato come un moccioso, poi ti ho scopato con una certa violenza, so che ti piace essere scopato così, ma addirittura arrivare a ringraziarmi..."
"Non per quello. Cioè si, cazzo è stato bello, cioè spero non mi sculaccerai più ma comunque ti sto ringraziando per la cosa in generale. Mi hai appena dimostrato che mi vuoi solo per te, e che ti stai prendendo cura di me, quindi grazie"
Harry era immobile. Non pensava che Colin potesse leggere tutto questo in una scopata violenta dettata dalla gelosia e dall'ira, ma effettivamente era la verità. Colin aveva solo letto tutto quello che voleva esprimere, e quindi lo abbracciò forte, ringraziandolo così di aver capito tutto senza che lui dovesse dire nulla.
"Promettimi che non lo vedrai più."
"Ma mi è simpatico" disse con fare lamentoso, spostandosi un po' dalla stressa di Harry.
"Colin" parlò con fare duro.
"Dai, magari appena torna dalla Spagna te lo presento, è un tipo apposto" si divertiva troppo a vedere l'espressione deformata dalla gelosia sulla faccia del moro, ma dopo il piccolo pugno sul braccio capì che era ora di finirla.
"Va bene, va bene. Ma terrò la foto, non è niente di romantico, me l'ha data perché in qualunque letto sarò io resterò Colin Evans, e sarò sempre me stesso."
Harry dopo quella spiegazione non gli avrebbe mai detto di bruciarla, anche se l'idea gli frullava ancora in testa.
"Basta che io non la rivedo più."
Colin continuò a baciarlo.
"Allora adesso abbiamo un accordo!"
"Quale accordo?"
"Scopiamo solo con le donne, l'unico uomo nella vita dell'uno sarà l'altro."
"Ma allora le sculacciate davvero servono a qualcosa, bravo Evans."
Harry rise scompigliandogli i capelli, mentre Colin lo guardò accigliato.
"Va bene, ho capito. Bravo Colin" si soffermò un po' su quel nome, e Colin lo ringraziò con un bellissimo sorriso e tanti baci.
Un pezzo del muro era stato abbattuto sul serio, ed entrambi ne erano felici.
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How many secrets can you keep?
FanficErano anni che,in quell'università, la squadra di calcio e quella di basket erano in guerra,il loro odio veniva tramandato di generazione in generazione. Ci sono dei segreti,però, che devono restare tali, e altri,invece, che continueranno a distrugg...