La luce della lampada accecava i suoi occhi serrati. Delle voci familiari gli vociferavano intorno e le mani che lo bloccavano su quella scomoda sedia avevano una presa troppo forte per potersi liberare.
Jimmy aprì e chiuse di nuovo gli occhi cercando di abituarsi alla luce.
Poco dopo fu lasciato libero di potersi mettere comodo, e quando riconobbe i visi accigliati di Jason e Bill e quello mezzo addormentato di Tom, scoppiò a ridere.
Era costretto su una sedia in una camera del campus circondato da tutti i suoi compagni di squadra e gli venne spontaneo dire "Stiamo giocando a guardie e ladri o ai piccoli investigatori? Chi devo chiamare Conan?". Li derise, non capendo bene in che situazione si fosse cacciato.
Mark, già spazientito, gli lanciò un calcio sotto alla sedia facendolo spaventare, palesando così anche la sua presenza.
"Jimmy, perché hai distrutto il nostro campo?" chiese velocemente Tom spostando la lampada.
L'imputato rise forte per quell'accusa, scuotendo forte la testa.
"Non sono stato io" rispose tra una risata e l'altra.
Bill sbuffò.
"Allora spiegaci il tuo messaggio!" sboccò Tom.
La sera prima Bill, come poi il resto della squadra, aveva ricevuto un messaggio da parte di Jimmy che rivendicava giustizia, fissandosi sulla colpevolezza della squadra di basket. Nulla di strano, se non per il fatto che gli unici a non aver ricevuto il messaggio fossero stati Colin e il suo vice Jason.
Colin ancora non capiva perché quel semplice messaggio potesse essere una prova contro Jimmy, ma a quanto pareva gli altri pensavano di aver ragione. Secondo loro, Jimmy era l'unico a voler mettere contro le due squadre dopo la rivelazione del loro capitano, ed era anche l'unico ad essersi così attaccato a quella storia della vendetta, quando tutti invece credevano alla loro innocenza.
Jimmy puntò gli occhi in quelli di Jason "Dov'è Colin? Ah, giusto, è attaccato al culo del suo fidanzatino e ha mollato a voi l'incombenza di scoprire cosa è successo al campo. Che bravo capitano, non c'è niente da dire, eh!"
Colin tossì fintamente, facendosi notare.
"Sono qui! E sappi che sono l'unico a credere alla tua innocenza, quindi evita di buttarmi merda addosso" disse con un falso sorriso.
"Oddio Jimmy dicci quello che vogliamo sapere e poi vai a fanculo!" tuonò Tom, che era davvero stanco.
"No, questo compito lo lascio a Colin. Comunque non credo ai cestisti, credo siano stati loro quindi ho mandato il messaggio evitando Jason e Evans sapendo che non mi avrebbero mai dato retta. Tutto qui."
"Tutto qui? Stai scherzando, spero!" sputò adirato Bill.
"Sentite Conan e compagnia bella, questo gioco non mi piace più. Non sono stato io, ma se siete così sicuri che non siano stati i cestisti, potrei sapere chi è stato!"
"E che aspetti a dircelo?" intervenne Mark.
Scosse l'indice in senso di diniego e sorrise bastardo: "La mia squadra mi ha appena accusato ingiustamente, perché dovrei dirvi quello che so?"
"Ma davvero abbiamo un pezzo di merda del genere in squadra?" chiese allibito Tom.
"Gioca bene, sfortunatamente" alzò le spalle Jason.
"Posso andare ora?" chiese Jimmy, divertito da quella situazione.
"No! Come facciamo ad essere sicuri che non sei stato tu?" tuonò Mark.
Jimmy si finse scocciato senza perdere il suo sorriso.
"Non lo saprete mai, ma se fossi stato io non avrei premuto tanto contro i cestisti pur sapendo che voi ormai gli leccate il culo e quindi credete a tutto quello che dicono."
"Hai detto che potresti sapere chi è stato, spiegati" intervenne Colin.
"No!" si impuntò.
"Ma non vuoi vendicarti, scusa?" chiese ancora il capitano.
Jimmy stava per dare una risposta malevola quando pensò bene di giocare meglio le sue carte.
"Sì è vero voglio vendicarmi, ma non c'è sfizio se non è stata la squadra di basket. Sai, ora che sappiamo che Montgomery è un frocetto sarebbe stato tutto più soddisfacente."
Jason non aspettò neanche che finisse di parlare che gli suonò un cazzotto sullo zigomo destro.
Colin scosse la testa e tirò indietro l'amico, mentre gli altri non mossero un muscolo dal momento che Jimmy lo aveva volontariamente provocato.
"Ok" Iniziò il capitano "Ti credo. Sei stronzo ma non rovineresti il nostro campo, sei troppo legato al calcio per fare una cattiveria simile, ma resti un coglione totale. In ogni caso, la prossima volta che vuoi vendicarti dei cestisti informati se è stata davvero colpa loro e poi... invitami, grazie."
Dicendo questo aprì la porta e lo invitò ad uscire.
Fuori dalla porta Luke aggredì verbalmente Jimmy, ma Colin lo bloccò dichiarando la sua innocenza, nonostante sembrasse l'unico davvero convinto.
"Ma se non è stato lui, chi diavolo è stato?" sussurrò frustato Luke.
"Non lo so, ma lo scopriremo. Se ho imparato qualcosa nell'ultimo anno è che i segreti non durano molto in questa università" lo consolò Colin.
"Colin Evans, pretendo delle spiegazioni!"
Il gelo calò nel corridoio a quelle urla isteriche.
Una folta chioma biondo platino si parò davanti al calciatore con cipiglio arrogante e interrogativo.
Cher era spaventosa quando si arrabbiava.
Nel giro di due secondi tutti si ricordarono di avere lezioni o impegni imminenti, e rimasero solo il grissino biondo, uno spaventato Colin e un divertito Luke, che non voleva per nulla al mondo perdersi una scenata simile.
"Mi dici che fine hai fatto? Ti sto chiamando da giorni e sono venuta a sapere da terzi della tua sospensione. Ti rendi conto che sono la tua fidanzata e non mi dici nulla di te?!"
Luke scoppiò a ridere a sentire uscire la parola 'fidanzata' dalle labbra della ragazza beccandosi un'occhiata omicida e un calcio sulle palle. Cher era davvero pericolosa quando si arrabbiava!
"E tu che cazzo ci fai con lui?! Vattene, io e Colin dobbiamo parlare!" continuò ad urlare imperterrita.
Luke si massaggiò delicatamente i suoi gioielli pronto a rispondere, quando il calciatore lo precedette.
"Cher, stiamo cercando di capire cosa è successo al nostro campo. Sappiamo che non sono stati i cestisti, siamo talmente nel pallone che alcuni pensano possa essere stato Jimmy."
La ragazza aveva ancora gli occhi assottigliati e lo sguardo omicida, con le braccia conserte e il piede fasciato in un 'comodissimo' tacco dodici che picchiava contro il pavimento, sembrò apprezzare la spiegazione.
"Continua, sto ascoltando. Comunque non è stato Jimmy" Disse impaziente.
"E tu che ne sai?" si intromise il cestista.
"Ma perché non te ne vai?" rispose acida.
"Cher, anche a me interessa sapere come lo sai, e poi Luke ci sta aiutando a capire chi è stato, visto che siamo stati puniti ingiustamente" sussurrò Colin nel tentativo di riappacificare gli animi.
"Ingiustamente? Colin, io sono d'accordo col preside! Ora non sono stati loro, ma ne hanno fatte di peggiori e sono sempre stata contro questa guerra ridicola e senza senso, e spero che questa cosa vi faccia aprire gli occhi e soprattutto crescere!" li rimproverò la ragazza.
"Oddio, sì hai ragione e bla bla bla, ora spiegaci perché sai che non è stato Jimmy!" Luke sbuffò allontanandosi velocemente e proteggendosi le parti basse, ancora dolorante per il calcio precedentemente ricevuto.
Cher si passò una mano tra i capelli, imbarazzata: "Beh, perché quella sera era con me."
Luke si pietrificò sul posto, capendo al volo cosa intendesse con quella frase, mentre Colin sospirò di sollievo, felicissimo di aver avuto ragione.
"Te lo sei scopato, brava, complimenti!" batté le mani Luke. Aveva davvero provato a trattenersi, ma non poteva farlo.
"Ma che vuoi? Chi sei per dirmi queste cose?" lo rimbeccò lei.
"Chi sono? Nessuno, è vero, ma qui c'è il tuo fidanzato, quello che sventoli come un trofeo, non dovresti dargli qualche spiegazione?"
"No! No! E no! Non mi metterete in mezzo a questa cosa!" si ribellò Colin.
"Ah scusa! Lui è il tuo finto ragazzo, ma lo sai bene che non durerà molto questa farsa visto che tra poco il mondo saprà del suo essere frocio e perdutamente innamorato!" sbraitò senza filtro.
"Cosa?!" urlarono all'unisono i due fidanzati.
Colin sbiancò e Cher spalancò gli occhi.
Luke subito si tappò la bocca e poi guardò dispiaciuto l'amico.
"La tua squadra lo sa, pensavo l'avessi detto anche a lei..." voleva davvero tagliarsi la lingua e sbattere la testa contro il muro, spaventato dalla reazione di Cher.
Colin negò con la testa, preparandosi ad una scenata da parte dell'ormai ex-fidanzata.
"Colin che cazzo significa che sei frocio?" urlò come la pazza.
"Sono bisessuale, perché tutti vi ostinate a dire che sono gay?!" si difese lui, sbattendo i piedi a terra come un bambino.
"Colin, voglio una spiegazione, ora!" gli occhi avevano preso un'accesa sfumatura rosso fuoco.
Colin e Luke tremarono vedendo Cher somigliare sempre di più ad una vipera velenosa.
"Beh, mi sono innamorato... Sì, innamorato... di un maschio..." stava balbettando e non trovava le parole adatte. Era assurdo come fosse più difficile dirlo a Cher che agli altri. "Ne avevamo parlato, ti ricordi?!"
"Parlato è un parolone, ma in ogni caso mi avevi detto solo che ti eri innamorato, non che fosse un uomo! Oddio Colin, un uomo!" Cher era sbigottita e continuava a parlare tra sé e sé dicendo cose tipo 'sono stata con lui mentre se la faceva con un uomo'.
Colin non sapeva come uscirsene da quella situazione. A dire il vero, non aveva mai davvero pensato come confessare a Cher di essere bisessuale per paura delle sue reazioni esagerate, quindi gli andava bene che qualcuno avesse fatto il lavoro al posto suo. Ma erano nel bel mezzo del corridoio, non avevano neanche avuto la decenza di entrare in stanza, e non voleva che il resto della scuola lo sapesse dalle grida del grissino biondo.
"Anche tu hai detto di essere innamorata, quindi smettila con questa scenata!" disse, sapendo di aver detto la cosa più sbagliata, ma davvero voleva spostare i riflettori dalla sua figura.
Luke, appena comprese il significato di quelle parole, la guardò e iniziò a parlare con una freddezza glaciale:
"Prega Dio che non sia Jimmy l'uomo di cui sei innamorata, altrimenti uccido prima lui e poi te!"
Cher prima fulminò Colin per aver spifferato un suo intimo segreto pur di cambiare discorso, poi puntò i suoi occhi fiammeggianti in quelli di Luke.
"Sei un coglione! Davvero pensi che potrei essere innamorata di un ragazzo che non sia tu?"
Dicendolo spalancò gli occhi desiderando sotterrarsi. In fondo la fossa se l'era già scavata da sola.
Luke si calmò improvvisamente sorridendole. Cher aveva ammesso di amarlo, ma la sua felicità durò poco più di due minuti, perché lei puntò minacciosamente un dito contro entrambi "Vi odio. Tutti e due."
E forse più incazzata di come era arrivata, se ne andò.
"Anche se ha detto che mi odia, ha praticamente ammesso di amarmi. Non l'ho sognato, vero?" chiese conferme il cestista.
Colin gli sorrise.
"Tutto vero, Luke. Odia sicuramente me, ma sopravvivrò benissimo. Per fortuna non ha avuto il tempo di chiedermi chi fosse il ragazzo di cui sono innamorato."
Mentre assemblava le sue stesse parole guardò terrorizzato Luke che, ormai calmatosi, scoppiò a ridere.
"Preparati al peggio" non lo consolò per niente con una pacca sulla spalla.
![](https://img.wattpad.com/cover/54347837-288-k484648.jpg)
STAI LEGGENDO
How many secrets can you keep?
FanfictionErano anni che,in quell'università, la squadra di calcio e quella di basket erano in guerra,il loro odio veniva tramandato di generazione in generazione. Ci sono dei segreti,però, che devono restare tali, e altri,invece, che continueranno a distrugg...