30 anni

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Mille messaggi e telefonate, le scorro tutte mentre scendo le scale del "condominio" di Emma se cosí si può chiamare, perché ci abitano lei ed una famiglia, che spero per loro questa notte non ci siano stati. Le scendo di corsa, e apro appena la porta, fortunatamente la strada è deserta, fortunatamente ho scelto una donna furba, solo lei poteva venire ad abitare in questo posto sperduto.
Mi avvio alla macchina, con il cappuccio della felpa, e sento il suo odore intrappolato, mi viene un colpo, mentre mi passano le immagini di lei accoccolata a me mentre ride di me ed io di lei.
La strada non è lunga, e fortunatamente arrivo da mia madre in poco tempo, era lei a telefono, era lei preoccupata.
Entro in casa, buttando gli occhiali sul tavolo e togliendomi il cappuccio
<<Non sono cretina>> sento alle mie spalle, mentre mi immobilizzo
Giuro che le posso spiegare tutto, o magari le dico che ero con Fulvio, ma rinuncio, perché arriva davanti a me, e sono immobilizzato fra loro due.
Una scusa valida, una scusa valida, una scusa valida.
<<Ero da Carlo>> faccio non girandomi, e guardando Fulvio, che mi scuote la testa e tiene a stento una risata.
Mi sento come un bambino in trappola, come quando portavo un brutto voto, mi affidavo sempre a Fulvio, il ricordo mi fa ridere, e io e lui ci scambiamo uno sguardo di intesa.
<<Non eri da Carlo, perché Sara ha chiamato anche lui>>
Alzo gli occhi al cielo <<A mà, nel senso che c'ero prima poi sono andato..>> Fulvio si sta piegando in due dalle risate.
Mi giro verso mia madre deciso e alzo le mani, ma la risata di Fulvio fa ridere anche me, ma mi trattengo davanti a mi madre <<Giuro che non sono andato a puttane, giuro>> faccio con una mano sul cuore mentre mi trattengo dal ridere, e spero che Fulvio non si stia pisciando addosso.
Mia madre però rimane seria, e giuro ragazzi che mi sembra di essere ritornato alle medie.
<<Viè>> faccio per abbracciarla mentre rido
<<Sei un cretino>>
<<Non sei la prima che me lo dice>>
Mi tira uno schiaffo sul petto <<Smettila di prendermi per fessa, e piuttosto cerca di essere più sincero con tutti>>
D'un tratto il sorriso mi muore nel viso. Ha ragione, ha ragione forte, ma cosa devo fare?
Fulvio se ne va lasciando me e mia madre da soli <<Non ho fatto niente di che, lo sai ero emozionato, mi sono fatto un giro per Roma>>
Mia madre sta zitta, e mi guarda mentre le racconto altre cavolate di dettagli, ai quali neanche io credo.
<<Davvero pensi che sia nata ieri?>>
<<Mà pe piacere daje>>
<<Ho visto come la guardavi, secondo te me so fatta cretina?>>
<<Chi, Sara?>> mi volto verso la cucina per non guardarla negli occhi
<<Si Sara>> mi prende in giro lei <<ah, e fammi vedè un po' la gamba, che l'ho scoperto su Twitter, nte vergogni? Me lo potevi di>> mi fa cercando di tirarmi di nuovo.
Mi metto in bocca un cioccolatino, e non posso fare a meno di ridere, perché Fulvio si riaffaccia dalla porta ridendo <<Coglione>>
<<Oh, parla con me>> mi costringe mia madre a guardarla negli occhi, ma rido più forte perché la guardo dall'alto, con la bocca piena.
<<A mà, che te devo di? Dimmelo e te lo dico, fra poco c'ho trent'anni>>
<<trent'anni un cavolo, lei ne avrà trenta, tu ne hai ventisei>>
Mi va di traverso il cioccolatino, e comincio a tossire, Fulvio è piegato in due, non ce la fa più a ridere.
<<Ecco appunto, la prova del nove>> mi tira una zuppa in testa.
Abbasso la testa, come da bambino, e giuro che sto ridendo come un pazzo, e mi sembrano i miei anni d'oro, quando fregavo tutti, ma alla fine i conti tornavano sempre, e io mi beccavo gli scalpellotti de mi madre.
<<L'hai chiamata almeno quella povera crista?>>
<<Chi?>>
<<Uggesù, ma davvero fai?>>
<<No nel senso, chi delle due?>>
<<Basta, sei un cretino>>
Se ne va e Fulvio non riesce neanche a parlarmi, da quanto ride <<Chiamala, perché è infuriata>> mi dice riprendendo fiato.
<<Ma se l'ho vista ora, du minuti fa so arrivato>>
<<Sara, Mattia Sara!>> ricomincia a ridere.
Sono davvero un idiota, ma ora se la chiamassi le riderei in faccia e non ce la faccio
Le mando un messaggio "Sono a casa, avevo bisogno di scaricare la tensione, vieni qui?"
Sarà mi risponde quasi subito "Arrivo" mentre alzo gli occhi al cielo, odio quando mi fa da cane. Odio le persone in generale che mi danno motivo di trattarle male.

Ma niente, non riesco a trattarle male, Sara.
Ho visto quanto mi vuole bene, me lo dimostra ogni giorno.

Arriva dopo venti minuti circa, e non vedo niente nei suoi occhi, solo <<Do stavi?>>
<<Sono andato in giro per Roma, e scusa, lo so, dovevo dirtelo>>
E appena vedo che lei annuisce e crede alle mie parole sbrocco.
Andava tutto bene, sono un cretino, perché il capitolo a quel punto si poteva chiudere, ma niente, odio la gente che non mi sbatte in faccia la sua rabbia, che non mostra i suoi sentimenti, le sue debolezze.
<<Quindi va bene così?>>
<<Cosa Mattia?>>

<<Lascia perdere va bene così>>
<<Quindi passi tu ora dalla parte della vittima?>> ride amareggiata
<<Ma quale vittima Sara..senti, mi ami così tanto?>> le vado vicino al viso
<<Che cazzo di discorsi fai? Sei impazzito? Ieri sera hai preso e te ne sei andato così, di colpo, ora torni, non so dove cazzo eri e mi parli così? Con quel sorriso sulla faccia a strafottente?>>
<<Dillo che non te ne frega niente di me, mi avresti fatto un culo così in questo momenti, se solo mi amassi, e ci tenessi un briciolo in più, o almeno qualcun'altra lo avrebbe fatto>>
Rimane zitta, okay sono arrivato al limite, ma voglio una reazione dalle persone, devo averla, la pretendo, sono fatto maledettamente male, ma le faccio arrivare al limite, sono fatto così.
<<Vaffanculo>>
<<Tutto qui? Vaffanculo e basta?>> la prendo per un braccio e la rivolto verso di me, ha gli occhi pieni di lacrime
<<Sai che odio quando fai i confronti con la tua cazzo di ex, perché non ci sei rimasto insieme?>> prende la porta e se ne va.
Un anno fa, se qualcuno avesse parlato di Greta, avrei dato di matto.
Il problema è che ora, Greta non c'entra più.
Il problema è che Sara non c'ha capito niente.
Riapre di colpo la porta <<Stasera parto>>
<<Però, allora non sono l'unico che scappa>>
<<vuoi continuare a prendermi in giro?>>
<<Dove vai?>>
<<A Milano, da Nicole>>
<<Bene>>
<<Bene>> ribatte la porta.
Ma niente vuoto, niente rumore della porta che sbatte, niente di niente, come se non fosse andato via nessuno, Niente.
Un sorriso mi si stampa in faccia e da cretino penso che potrò passare questo giorni con Emma.
Cretino.
Cretino.

Al sorgere del giorno, nel giro di un istante. [[Mattia e Emma]]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora